Vivere le vite degli altri pare sia una cosa molto comune in quest'era mediatica e social. E, anche se non ci sono molti riferimenti ai social media, Tutta un'altra vita, il film di Alessandro Pondi con Enrico Brignano in uscita, in 350 copie, il 12 settembre, parla proprio di questo ed in un certo senso è un segno dei tempi. Gianni (Brignano) è un tassista con moglie e figli, vive una routine consolidata, ma sogna di fare un grande salto, magari vincendo alla lotteria. Il suo sei al superenalotto arriva quando una coppia di ricchi dimentica sul sedile del suo taxi le chiavi di casa.
Chiavi che diventano così le chiavi per una nuova vita, una nuova identità, e nuove relazioni. "L'identità è un tema a me molto caro, anche il mio primo film parlava di questo" spiega Alessandro Pondi, all'opera seconda dopo Chi m'ha visto.
"Oggi mi trovo in una situazione della mia vita in cui non sono una persona completamente soddisfatta, mi piacerebbe cambiare la mia vita. Rubare la vita di qualcun altro, dare una scossa alla propria vita, vedere cosa il destino ti può mettere davanti è quello che mi interessava". "Mi piaceva la storia di questo tassista che trova sul sedile le chiavi di una nuova vita, la vive e poi torna alla Garbatella al quinto piano senza ascensore" racconta Enrico Brignano, protagonista del film accanto a Ilaria Spada, Paola Minaccioni e Giorgio Colangeli.
Enrico Brignano: non avevo previsto il ballo
Contattato dalla Rodeo Drive di Marco Poccioni e Marco Valsania, che produce il film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Un'altra vita - Enrico Brignano si è gettato con entusiasmo in Tutta un'altra vita, affidandosi completamente al regista. Ma c'era qualcosa che non aveva previsto. "L'unica nota che non avevo previsto era il ballo" racconta, riferendosi a una sequenza in cui il suo Gianni è impegnato in una gara di danza latinoamericana. "Ho detto: io? Poi ho pensato a Fantasia di Walt Disney con gli ippopotami che ballano. Più che guidare la Multipla ad agosto senza aria condizionata mi spaventava il ballo. Poi ho incontrato l'attrice protagonista, Ilaria Spada, che sa ballare e fa anche moltissime battute". La scena del ballo è stata la più difficile da girare. Anche più di quella del confronto tra Gianni e la moglie (Paola Minaccioni) che arriva alla fine del film, e lo fa scivolare verso toni leggermente più drammatici. "La scena drammatica con Paola Minaccioni è stata la prima che abbiamo fatto" racconta Brignano. "Ci siamo caricati a pallettoni. In quella scena vengono messe in risalto quelle problematiche di coppia che ci sono nelle nostre vite o in quelle dei nostri parenti. In quella situazione mi ci sono trovato, e ho preso sganassoni".
Paola Minaccioni e Ilaria Spada: Brignano è un grandissimo compagno
A proposito di Paola Minaccioni, non possiamo dire che sia una delle sorprese del film, perché ormai è una certezza, non sbaglia un colpo. "È un film che ha una trama popolare, in cui tutti si possono riconoscere" commenta. "Ogni scena del film è stata lungamente provata e discussa, e ogni effetto comico nasce da un percorso di un personaggio". L'intesa con Brignano sul set è stata ottima. "A volte quando si lavora con un capocomico si teme che schiacci gli altri" riflette l'attrice. "Enrico invece è stato un grandissimo compagno, ha dimostrato un amore, una disponibilità tale che sono davvero felicissima di essere in questo cast. È un film particolare, Pondi ha saputo tenere il set con un entusiasmo e una leggerezza che ha fatto gasare tutti".
Accanto alla moglie c'è poi Lola, la donna misteriosa e bellissima che entra nella vita di Gianni, interpretata da Ilaria Spada. "Io e Enrico ci siamo incontrati in sala da ballo" racconta. "La sorpresa è che è un ragazzo umilissimo. Quando c'è affetto, stima, sintonia, tutto questo è un dono, ci siamo divertiti molto e in una commedia è importante anche quello. Il regista aveva grinta, idee molto chiare e ci richiamava all'ordine in maniera molto forte. Alcune scene le abbiamo fatte diverse volte, anche nell'acqua fredda, anche di notte, e rifatte anche il giorno dopo, però con l'acqua calda". Quanto alla famosa scena del ballo, "abbiamo avuto grandi giornate di prove, grandi sudate" racconta Ilaria Spada. "Io ho studiato tanti anni danza classica, che qui mi è servita".
Enrico Brignano: l'arte di improvvisare
Con Enrico Brignano si parla anche della possibilità di improvvisare che ha avuto sul set. "La più grande soddisfazione è essere imbrigliato, ma con la possibilità di nitrire" racconta con una metafora. "Ho potuto improvvisare cose sottili, piccole citazioni. Facciamo storie in cui la gente si possa riconoscere. Se la gente non si riconosce, è come se fai una battuta e la gente non la capisce: non ride. L'improvvisazione, in un film come questo, è stata come fare un dipinto non avendo un murales ma un quadro di 30 cm per 10. E uno come me trova nella sfumatura il modo per improvvisare. A volte arriva nel dodicesimo ciak. Mentre nelle scene importanti magari è buona la prima".
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Paolo Del Brocco: la commedia è un gioco di squadra
Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, esprime grande soddisfazione per Tutta un'altra vita. "Questo film è un lavoro di gruppo vero, c'è un regista che sa ascoltare e sa lavorare in gruppo" spiega. "Oggi la commedia non si può fare su una base fissa dove un attore o un regista decide tutto. Qui c'era una buona sceneggiatura di base, ma il produttore ci ha lavorato, la distribuzione anche. Il ritmo che ha questo film non l'ho visto in nessuna commedia di quest'anno. È un grande lavoro di squadra. Esce in più di 350 sale, dovrebbe essere visto il più possibile. Se riusciamo ad andare su prodotti di questo tipo, anche la commedia potrà risollevarsi".