Dalla prima alla terza stagione, quella di True Blood è stata una cavalcata trionfale in termini di apprezzamento da parte del pubblico. C'è molta distanza tra gli 1.44 milioni di spettatori del primo episodio datato 7 Settembre 2008 ai 5.38 di quelli di Evil is Going On, datato 12 Settembre 2010, che culminano una stagione vista quasi sempre da oltre 5 milioni di spettatori, con un minimo di soli 4.26 per il secondo episodio Beautifully Broken. Due anni e 4 milioni di distanza tra il primo e l'ultimo episodio, fin qui, trasmesso, dati che indicano in inequivocabile successo di pubblico e, a tratti e con qualche riserva, anche di critica.
Un entusiasmo che ci sentiamo di condividere, seppur mantenendo le stesse piccole riserve, perchè la serie che Alan Ball sta costruendo a partire dai romanzi di Charlaine Harris ha più di un punto di forza e molti aspetti interessanti, ma anche alcune fragilità. E sia gli aspetti positivi che quelli negativi si sono confermati nella stagione appena conclusa.
Un anno fa eravamo rimasti delusi soprattutto dal finale della seconda stagione ed anche quello di quest'anno non brilla in modo particolare, confermando la tendenza dello show di usare i suoi finali come introduzione all'annata successiva piuttosto che come compimento di quella in corso.
Se già nel corso della stagione avevamo lodato la capacità di portare avanti tutti i personaggi, ma sollevando dubbi sulla mancanza, o la poca forza, di una storyline principale, che facesse da filo conduttore per tutti i dodici episodi di questa estate, questi dubbi si sono contretizzati proprio in Evil is Going On, che risente proprio della mancanza di appeal della parte di intreccio che ruota intorno a Bill, Eric e Sookie.
E se, come già sottolineato in passato, ci è piaciuta l'uscita dal torpore di Bill, confermata anche alla fine, fa un po' storcere il naso l'epilogo (momentaneo, forse) del personaggio di Russell, una delle novità più interessanti della terza stagione, che si consuma a cavallo degli ultimi due episodi Fresh Blood ed Evil is Going On.
Interessanti invece sembrano le svolte di Tara e Sam: per la ragazza interpretata da Rutina Wesley un taglio di capelli che sa di taglio al passato, per un potenziale reboot tutto da vivere nella prossima stagione; lo stesso vale per Sam e per la inusuale durezza con la quale ha affrontato il problema rappresentato da Tommy. Conclusione felice anche per Hoyt e Jessica (ed insistiamo che la vampira adolescente di Deborah Ann Woll meriterebbe più spazio), ma sulla loro felicità incombe l'ombra della madre del ragazzo, armata di fucile e pronta a salvare il figlio dalle fauci della ragazza. Anche lo scontro tra Jason, il gruppo di Crystal, e le forze dell'ordine monta verso un climax che non si concretizza, confermando che il punto debole della serie è fare il passo finale nel portare a compimento i suoi molteplici spunti.
Ed è stata una stagione sempre più ricca di sangue, con immagini e temi forti. E' questo l'aspetto che più ci sentiamo di apprezzare: la naturalezza con cui True Blood fa sempre un passo più avanti in quello che mette in scena, senza preoccuparsi di contenersi ora che ha una visibilità maggiore rispetto agli esordi. E' il punto che più di tutti ci lascia ancora speranzosi per il futuro ed una quarta stagione già confermata che arriverà sulle TV americane la prossima estate.