La prima volta che Guillermo del Toro è venuto ad Annecy - fisicamente, mentre questa volta è intervenuto a distanza - per parlare di Trollhunters è stato nell'estate del 2016, pochi mesi prima del debutto della serie su Netflix. Un'esperienza che lui ricorda con piacere: "È il festival ideale, perché tutti quelli che incontri la pensano come te e si trovano lì perché amano l'arte dell'animazione. È una questione di amore, più che di soldi, quando vai lì." Inevitabile, quindi, che il festival lo invitasse, insieme al resto dell'equipe, a partecipare a un panel sul franchise, in occasione dell'uscita del film, che concluderà la saga di Arcadia e debutterà su Netflix il 21 luglio. Per l'occasione, oltre all'esordio del trailer ufficiale del lungometraggio, che potete vedere qui sotto, sono state mostrate anche alcune clip. E non sono mancati gli aneddoti, a partire da uno piuttosto buffo sulla genesi del franchise.
Serie o film?
Nella sua forma attuale, il franchise di Arcadia è composto da tre serie - Trollhunters, 3 in mezzo a noi: I Racconti di Arcadia e I maghi: I racconti di Arcadia - e un film che riunirà tutti i protagonisti, Trollhunters: L'ascesa dei Titani, prossimamente su Netflix. Come spiega Guillermo del Toro, questo è ciò che lui ha proposto alla piattaforma, che collabora con DreamWorks Animation, una volta ottenuto l'ok per il primo show, ma inizialmente c'era il rischio che tutto cambiasse radicalmente: "Quando l'ho proposto a Jeffrey [Katzenberg, all'epoca amministratore delegato della DreamWorks Animation, n.d.r.] avevo in mente una serie, che nella sua prima forma doveva avere un taglio più horror ed essere ambientata negli anni Ottanta. Lui mi disse che non facevano serie, e così iniziammo a lavorare a un film, ma era difficile perché c'era così tanto materiale da infilare in un unico lungometraggio. Poi a un certo punto Jeffrey mi ha detto che forse avrebbe funzionato meglio come serie." In quel momento è iniziato il progetto più ambizioso, con l'idea di arrivare a un crossover finale: "Se andate a rivedere i primi episodi, i protagonisti della prima serie interagiscono con quelli delle altre due. È bello rivisitare gli eventi con questa nuova prospettiva in mente."
Lavoro di squadra
Del Toro sottolinea l'importanza dell'intero team, sia per le varie serie - "A seconda di chi firmava la regia del singolo episodio sapevo già di dovermi munire di fazzoletti" - che per il lungometraggio, che ha tre registi. Tra questi c'è Johane Matte, che proprio grazie al franchise ha potuto fare il salto di qualità dietro la macchina da presa, dopo lunghi trascorsi in casa DreamWorks come animatrice: "Il primo incontro con Guillermo è stato per Le 5 leggende, quando mi occupavo degli storyboards." Il cineasta messicano è stato consulente creativo per lo studio per i film usciti tra il 2010 e il 2016, e c'è un piccolo omaggio a quel periodo nel nuovo lungometraggio, tramite la scelta di una delle ambientazioni: "C'è una città che si chiama Metro City, come in Megamind", spiega del Toro. "Volevamo suggerire che il franchise sia parte di una sorta di universo DreamWorks." Sul piano visivo, il regista evoca le regole che la squadra si è imposta sin dall'inizio per l'estetica delle varie serie: "La luce doveva sempre provenire da una fonte sola, perché non volevo che l'illuminazione fosse come quella delle commedie. Ed era molto importante, a livello di animazione, mostrare degli errori. I nostri personaggi non sono infallibili."
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Pacific Troll?
Le clip mostrate nel corso del panel evidenziano come sia rimasto intatto l'equilibrio tra epica, azione e humour, così come l'alchimia tra i vari personaggi. E sul fronte action c'è almeno un momento che farà impazzire i fan di Pacific Rim, apertamente omaggiato dagli autori tramite una sequenza in cui Varvatos Vex, uno dei buoni, controlla un robot gigante per affrontare uno dei Titani. Un momento di spettacolo allo stato puro per chiudere come si deve la saga dei cacciatori di troll, degli alieni e dei maghi, a quasi cinque anni dal debutto, quando il protagonista Jim Lake aveva ancora la voce del compianto Anton Yelchin (sostituito da Emile Hirsch a partire dalla terza stagione). L'appuntamento è su Netflix il 21 luglio, in attesa delle prossime avventure ideate dal regista messicano: sempre per Netflix, infatti, sta lavorando a una versione stop-motion di Pinocchio, sotto forma di musical ambientato nell'Italia fascista.