Quello di Trilussa - Storia d'amore e di poesia è sicuramente tra i progetti più attesi dell'appena iniziata stagione televisiva. La nuova fiction Rai in due episodi, co-prodotta con un marchio storico per il nostro cinema come quello della Titanus, rappresenta infatti una produzione di grandi dimensioni, con uno staff tecnico di livello (tra gli altri, Lodovico Gasparini alla regia, oltre a nomi di prestigio come Stelvio Cipriani alle musiche e Lorenzo Baraldi a ricostruire le scenografie romane degli anni '30) e una serie di nomi di grande richiamo nel cast: tra questi, un Michele Placido che si è assunto il difficile (ma certo stimolante) compito di interpretare il poeta-simbolo della romanità, e non solo, del '900, oltre a Monica Guerritore, Rodolfo Laganà e Valentina Corti. Il corposo making of presentato in anteprima al RomaFictionFest ha mostrato chiaramente la cura e lo sforzo produttivo che il progetto (la cui messa in onda è prevista per i primi mesi del 2013) sta comportando; dalle immagini emerge un'interessante lettura del personaggio da parte di Placido, che sembra riuscito, almeno dal materiale che abbiamo potuto visionare, a coglierne la personalità dissacrante e il grande carisma popolare; in più, come è stato sottolineato durante l'incontro con il cast, la Capitale pare diventare un ulteriore personaggio della trama, con il risalto, già evidente, dato agli esterni, ai vicoli e ai ristorantini dei quartieri storici romani, oltre alla minuziosa ricostruzione in teatro della casa del poeta.
"Quando si lavora con passione è normale essere emozionati", ha detto la produttrice di Rai Fiction Paola Masini, "ma questo progetto è di grande importanza e prestigio, e nulla era scontato fin dall'inizio. Il soggetto, già a leggerlo, era carico di suggestioni, ma era anche faticoso e rischioso: c'era il rischio di rimanere chiusi nel recinto della romanità. Sarebbe mancato l'orizzonte più vasto, l'universalità che comunque il personaggio di Trilussa ha rappresentato. Col talento e il coraggio che ci abbiamo messo, credo la cosa abbia funzionato. La sceneggiatura non raccontava un poeta romano ma un'anima, il portatore di una cultura nazional-popolare tutta italiana. E' una sceneggiatura che commuove e arriva all'anima: viene fuori un uomo portatore di una filosofia della vita, amara ma in grado di arrivare al cuore di tutti. Tra i nostri registi, Lodovico è tra quelli più ai massimi livelli: è in grado di coniugare qualità, cultura e successo di pubblico. Il cast, inoltre, a iniziare da Michele e Monica, ha elevato ancora di più il progetto, sono persone che fanno parte a pieno titolo del mondo della cultura. L'altro motivo per cui questo film diventa universale è proprio il fatto che è girato a Roma: dagli americani abbiamo imparato che i film sono tanto più universali quanto più legati al territorio. Qui, il territorio diventa esso stesso un personaggio."Guido Lombardo, produttore della Titanus, ha rivelato che "per me questo film ha un significato molto particolare. Vi è raccontato infatti di come Trilussa prese una giovane ragazza e la lanciò nel cinema. Si trattava di Giselda Lombardi (in arte Leda Gys, ndr), mia nonna".
"Le musiche non sono ancora finite", ha detto Stelvio Cipriani, altro nome storico del nostro cinema, "ma ho già fatto un bel po'. Fare colonne sonore, per me, è sempre come un esame: questo, poi, è stato un caso particolare. Quando Lombardo mi consegnò la sceneggiatura, mi chiese se avevo capito di che cosa si parlava. Era preoccupato. Io sono nato a piazza Trilussa, gli ho detto, conosco quei luoghi e quei vicoli a menadito. Ho sempre sostenuto che il miglior musicista di un film sarebbe il regista, se fosse musicista. E' lui che ha in testa il suono che vuole, e il musicista deve cercare di capire quale sia. L'indirizzo che mi ho seguito qui era 'io voglio essere il suono di Roma'. Ero tranquillo, perché so che quello si può ricavare bene con gli strumenti d'epoca. Ho fatto dei playback, per ora, gli attori hanno cantato e ballato su questi: sarà poi il regista a dirmi cosa è da tenere, e cosa da scartare."
Il regista Gasparini ha sottolineato l'importanza di aver girato il tutto nelle reali location della Capitale: "Il film si nutre di Roma, e dei posti straordinari che abbiamo fatto vedere: il rapporto Roma/poesia, per questo film, era un binomio essenziale. Senza la Titanus saremmo finiti a girare a Belgrado, ma non sarebbe mai stata la stessa cosa. Roma, per questo film, è fondamentale".
Gli ha fatto eco Guido Lombardo: "E' vero, girare a Roma costa di più rispetto ad andare all'estero, ma Roma è Roma. Forse non ci avremo guadagnato economicamente, con questa scelta, ma comunque un messaggio chiaro voglio lanciarlo: girare a Roma se po' fa'".