8 grandi trasformazioni di attori italiani

Le più grandi trasformazioni di attori italiani che abbiamo selezionato per voi: da Elio Germano a Pierfrancesco Favino ad Alessandro Borghi, vediamo le più impressionanti.

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Volevo Nascondermi: Elio Germano in una scena del film

Sul set cala il silenzio; le luci sono accese, le scenografie allestite, mentre tutto intorno il mondo si blocca, colto in un momento sospeso. Poi ecco udirsi da non molto lontano una parola, "azione", e tutto magicamente ritorna in vita. Quello che si muove tra ambienti naturali o ricostruiti, non è più un semplice attore. Ha cambiato pelle; è adesso una nuova creatura, trasposizione in carne e ossa di personaggi prima ingabbiati tra pagine di sceneggiatura, o fantasmi recuperati da un passato più o meno recente. La tensione dei vertici uomo-attore-personaggio trova adesso un equilibrio invidiabile, e così l'unicità dell'interprete in quanto singolo, lascia spazio a ciò che è altro da sé, perché già esistito. Un'aderenza, questa, che, come ampiamente dimostrato da Michael Fassbender in Steve Jobs, o da Natalie Portman in Jackie, non necessita di somiglianze fisiche; basta un piccolo gesto, o attributo iconografico (gli occhiali di Steve Jobs, l'iconico taglio di capelli di Jackie Kennedy) per richiamare sullo schermo lo spirito del personaggio trattato; al resto ci pensa il talento dell'interprete.

Loro 1: Toni Servillo sul set del film
Loro 1: Toni Servillo sul set del film

Ma ci sono casi in cui, data la fama (non sempre positiva) della personalità riportata sullo schermo, il make-up, o una trasformazione fisica, si fa strumento ipertrofico dell'atto performativo, atto a donare di realismo il ritorno magico di questi uomini e donne di un futuro passato. Dal Winston Churchill di Gary Oldman, al Dick Cheney di Christian Bale, passando dalla Virginia Woolf di Nicole Kidman fino alla Aileen Wuornos di Charlize Theron, siamo portati a considerare queste interpretazioni, supportate da maschere, protesi, e chili presi (o drasticamente persi), un unicum hollywoodiano. Eppure, mai come in questi ultimi anni, anche il cinema italiano ha saputo ritagliarsi un proprio posto all'interno di questa curiosa casistica, donando al proprio pubblico performance magistrali supportate da sorprendenti trasformazioni fisiche. Grazie a Pierfrancesco Favino, Elio Germano e Sergio Castellitto (presto sul grande schermo nei panni di Gabriele D'Annunzio in Il cattivo poeta) il 2020 si è imposto come l'anno dei biopic di stampo italiano. Noi abbiamo selezionato per voi le 8 più grandi trasformazioni di attori italiani, quelle che fisicamente hanno impressionato.

1. IL DIVO: TONI SERVILLO - GIULIO ANDREOTTI (2008)

Toni Servillo nel ruolo di Giulio Andreotti in una scena del film Il Divo
Toni Servillo nel ruolo di Giulio Andreotti in una scena del film Il Divo

Schiena ingobbita, orecchie a sventola, occhiali dall'inconfondibile montatura. Bastano pochi dettagli per trasformare ne Il divo Toni Servillo in Giulio Andreotti. Sebbene a uno sguardo attento, la somiglianza tra i due non risulti così perfetta, è nei modi di porsi, di camminare, di scrutare il mondo che lo circonda che l'attore riporta sullo schermo il politico italiano, tramutandolo in una perfetta maschera grottesca, portavoce di una politica italiana vicina alla deflagrazione.

2. MOANA: VIOLANTE PLACIDIO - MOANA POZZI (2009)

Paillettes e sfrontatezza per Violante Placido nei panni di Moana Pozzi, regina incontrastata del porno all'italiana
Paillettes e sfrontatezza per Violante Placido nei panni di Moana Pozzi, regina incontrastata del porno all'italiana

Gli anni passano, ma il mito di Moana Pozzi, pornostar morta a soli 33 anni nel 1994, non intende sfiorire. E a rafforzare l'icona di Moana ci ha pensato la miniserie in due parti del 2009 diretta da Alfredo Peyretti (produzione originale di Sky Cinema insieme a Polivideo) con protagonista Violante Placido. All'attrice bastano pochi accorgimenti per dar vita al suo personaggio: gli iconici capelli biondi, i boccoli, i vestiti succinti. Al resto ci pensa una sensualità mai ostentata, ma naturale, che non vuole tradire il ricordo di Moana Pozzi, ma rendergli giustizia. Nessun intento di santificazione; la Moana di Violante Placido è il ritratto di una ragazza che ha voluto fortemente la sua libertà, assaporando il successo per poi conoscere una tragica, prematura, morte.

Moana Pozzi, vent'anni dopo: un mito senza tempo

3. LORO: TONI SERVILLO - SILVIO BERLUSCONI (2018)

Toni Servillo in Loro 2 - una scena del film
Toni Servillo in Loro 2 - una scena del film

Paolo Sorrentino lo sa: se vuole portare sullo schermo la storia di personalità discutibili, più celebri e conosciute delle stelle di Hollywood, può contare su un talento versatile e istrionico come quello di Toni Servillo. Sempre pronto a uscire dalla propria comfort zone, l'attore gioca su abilità metamorfiche che non vanno mai a scadere nell'imitazione caricaturale, ma richiamanti le personalità a lui affidate attraverso gesti, sguardi, inflessioni dialettali o linguistiche. E così, dopo Giulio Andreotti, Toni Servillo si trasforma in Silvio Berlusconi nel dittico di Paolo Sorrentino, Loro. Una performance encomiabile, supportata da una protesi facciale e un trucco creato ad-hoc, che fa del suo protagonista il leader non solo di una fazione politica, ma di una giostra caricaturale che attacca il carrozzone "berlusconiano" su tutti i fronti.

4. SULLA MIA PELLE: ALESSANDRO BORGHI - STEFANO CUCCHI (2018)

Sulla Mia Pelle Alessandro Borghi
Sulla mia pelle: Alessandro Borghi in una scena del film

In Sulla mia pelle (presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia nel 2018, e disponibile su Netflix) ogni lembo di pelle mostrato è un colpo sferrato all'animo dello spettatore. Pugni, calci che colpiscono e dilaniano con forza il corpo del giovane nel 2009 causandone la morte, e che attaccano con la medesima forza la nostra pelle. Un'identificazione, questa, facilitata dalla regia minimalista di Alessio Cremonini e da una performance magistrale come quella di Alessandro Borghi. Gli occhi dell'attore, esaltati da primissimi piani, sono cieli squarciati da lampi di dolore nascosti sotto le coperte di un letto di ospedale. Ogni chilo perso da Borghi (per un totale di diciotto) è un passo avanti verso una distruzione epidermica e corporea; una corazza danneggiata, spezzata, che l'interprete ha saputo far propria senza cadere nella retorica o nel grottesco. Non vi è mai un urlo a irrompere sulla scena. A dare il ritmo a Sulla mia pelle è un affanno, quello dello Stefano sportivo che si allena a inizio film, e quello dello Stefano fragile, dimagrito, ragazzo "sperante" più che credente, di fine opera.

5. IL TRADITORE: PIERFRANCESCO FAVINO - TOMMASO BUSCIETTA (2019)

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Il Traditore: Pierfrancesco Favino in una scena del film

Traditori, assassini, fantasmi che aleggiano nelle vite altrui come frammenti di un grande memento mori. E in mezzo c'è lui, Tommaso Buscetta, elemento di cesura, nemesi e traditore di Cosa Nostra, collaboratore di giustizia e maschera chirurgica per scappare dallo sguardo altrui. Ne Il traditore di Marco Bellocchio, al di là del trucco e delle protesi poste sul viso di Piefrancesco Faviono, è nella prossemica, nella camminata, nella voce che Buscetta rivive per tradire di nuovo Cosa Nostra e collaborare ancora con lo Stato italiano in un teatro degli orrori storicamente e realisticamente riconoscibile.

Il traditore: i fantasmi di Tommaso Buscetta in uno dei migliori film dell'anno

6. VOLEVO NASCONDERMI: ELIO GERMANO - ANTONIO LIGABUE (2020)

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Volevo Nascondermi: una scena del film

A volte bastano solo poche immagini per comprendere la portata emozionale di una singola performance. In Volevo nascondermi di Giorgio Dritti, Elio Germano si sveste nuovamente della propria personalità per abbracciare la solitudine, e una vita dissoluta, come quella vissuta da un pittore come Antonio Ligabue. Una fotografia cinerea, desaturata che anticipa il buio che avvolge l'esistenza dell'artista, interpretato da un irriconoscibile Elio Germano, il cui viso grazie a un sapiente uso del make-up e dell'hair-style riflette alla perfezione quello di Antonio Ligabue. Una trasformazione fisica a cui l'attore non è poco avvezzo (impressionante la sua interpretazione di Giacomo Leopardi in Il giovane favoloso di Mario Martone) e che qui reduplicata - ne abbiamo parlato nella nostra recensione di Volevo nascondermi - nella performance attoriale. Volevo nascondermi è in sala dal 4 marzo 2020.

7. HAMMAMET: PIERFRANCESCO FAVINO - BETTINO CRAXI (2020)

Pierfrancesco Favino Craxi
Pierfrancesco Favino è Craxi nel film Hammamet sull'uomo politico italiano

"In Italia fa tutto Favino". Lo aveva previsto la serie TV Boris, ma quando sei un regista e hai a disposizione un talento camaleontico come quello di Pierfrancesco, che fai? Non la sfrutti? E così, grazie anche a una seduta di trucco giornaliera della durata di cinque ore, l'attore si trasforma per Gianni Amelio in Bettino Craxi. Più che sul Craxi politico, Hammamet preferisce concentrarsi sul Craxi privato negli ultimi suoi sei mesi di vita. Una trasposizione più personale (come affermiamo nella nostra recensione di Hammamet) che non vanterebbe la stessa portata mimetica senza una performance come quella offerta da Favino, vero punto di forza dell'intera opera.

8. PERMETTE? ALBERTO SORDI: EDOARDO PESCE - ALBERTO SORDI (2020)

Permette Aberto Sordi
Una scena di Permette? Alberto Sordi

Piccolo o grande che sia, lo schermo vanta un potere ineguagliabile: rende immortale ciò che immortale già lo è. E così, dopo Domenico Modugno, Fabrizio De André, Nino Manfredi e Mia Martini, la RAI dedica a un altro grande dello spettacolo italiano un proprio biopic. Permette? Alberto Sordi, diretto da Luca Manfredi, ripercorre le origini del celebre artista romano a cento anni dalla sua nascita. Il film arriverà in sala eccezionalmente il 24, 25 e 26 febbraio per poi essere trasmesso in chiaro su Raiuno. A dar vita all'istrionico attore sarà Edoardo Pesce. Una trasformazione sorprendente quella mostrata sin dalle prime immagini, che non solo riguarda quella fisica (la somiglianza tra i due è impressionante, grazie anche un sapiente lavoro di make-up) ma anche vocale. Il timbro della voce, e l'accento romano, sono la ciliegina su una torta interpretativa che già promette grandi soddisfazioni.