L'idea di partenza di Trap è geniale: un serial killer bloccato a un concerto pop perché ha portato la figlia adolescente a vedere la sua artista preferita, Lady Raven. M. Night Shyamalan ha messo molte parti importanti della sua vita nel suo ultimo film, in sala dal 7 agosto. Per presentarlo si è imbarcato in un tour mondiale, che ha toccato anche Roma: arrivato in Italia con il suo protagonista, Josh Hartnett, è gentile e sorridente come sempre.
Forse è l'abbondante pranzo a base di pasta e pizza di cui i due ci hanno tessuto le lodi a renderli così di buonumore, ma abbiamo intervistato il regista altre volte ed è sempre stato più che gentile. Proprio come il Macellaio: nel film si scopre infatti subito che lo spettacolo è una trappola dell'FBI per catturarlo, ma Cooper alias Il Macellaio riesce sempre a cavarsela e a ingannare tutti grazie alla sua presenza rassicurante e in apparenza gentilissima. Trap ci dice che forse dobbiamo insospettirci quando qualcuno è troppo disponibile e sorridente? "L'incubo urbano è che questi individui siano reali" ci ha detto Shyamalan nella nostra intervista, proseguendo: "Non hanno empatia, sono persone che non riusciamo a riconoscere come sociopatici perché sono così bravi a manipolarci. Io, per esempio, sarei un bersaglio facilissimo per Cooper. Basta dirmi una cosa carina e penso subito: che persona gentile, adoro questo Cooper! E capirebbe immediatamente come manipolarmi. Penso sia la cosa peggiore. Possiamo giudicare l'altro solo in base alla valutazione della nostra umanità, delle nostre emozioni. E se sono false è terrificante. È la cosa peggiore in assoluto. Credo sia un segnale d'allarme: è come essere traditi. E quando il tradimento viene rivelato è terrificate".
Trap: intervista a M. Night Shyamalan e Josh Hartnett
Josh Hartnett, che in Trap è come se interpretasse due ruoli diversi, quello del padre affettuoso Cooper e il serial killer dissociato Il Macellaio, è d'accordo con il regista: "Il film aumenta la paranoia: una volta finito ci spinge a guardarci in faccia. C'è un momento della sceneggiatura in cui un personaggio dice qualcosa sul perché pensava che Cooper fosse diverso. Una cosa potenzialmente molto grave. Ed è una cosa così banale! Mi ha fatto pensare: Dio, ho avuto questa esperienza con molte persone: le ho viste fare qualcosa che mi è sembrato un po' strano. Questo significa che sono psicopatici?!".
La preparazione per il film di Shyamalan è quindi rimasta addosso all'attore: "E così ho cominciato a pensare. Dopo aver letto tutti questi libri sulla psicopatia in pratica vedevo psicopatici dappertutto! Che è proprio ciò che cerca ti insinuarti nel cervello un film come questo: la paranoia".
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Il cibo nei film di Shyamalan
Pensateci: in ogni film di Shyamalan c'è almeno una scena importante con al centro del cibo. Per quanto riguarda Trap non vogliamo rovinarvi nulla, ma diciamo che una torta diventa molto importante. Perché il regista ama così tanto inserire il cibo nelle sue opere? "Ma sai che questa è una gran bella domanda? Non credo che nessuno me l'abbia mai chiesto: ho fatto persino una serie piena di cibo. Credo sia per il rituale: è molto importante per me. Il cibo è un rituale emotivo molto importante: per l'intimità, la famiglia, l'amicizia. Credo sia questo il significato a cui lo associo. Fa parte della cultura indiana, che è, credo, molto simile a quella italiana per quanto riguarda questo aspetto".
Il sorriso di Josh Hartnett
Lo vediamo anche nel trailer: Josh Hartnett per il personaggio di Cooper/Il Macellaio ha messo a punto un sorriso terrificante. All'inizio sembra sincero, poi diventa inquietante. Impossibile non pensare a quello di Norman Bates in Psycho: possiamo dire che quello di Hartnett è la risposta moderna all'interpretazione di Anthony Perkins. Come l'ha trovato?
"Tutto nasce dal lavoro interno di creazione del personaggio. Non mi metto allo specchio cercando di fare smorfie per portarle sul set. Lavoro più dall'interno verso l'esterno. Quando sono sul set cerco di non pensare a quello che sto facendo con il mio viso, al modo in cui pormi in una conversazione. Non penso a ciò che faccio con il mio viso. Forse, sul momento, proviamo a leggere il volto che abbiamo davanti, ma probabilmente non ci preoccupiamo del modo in cui ci presentiamo. Altrimenti si ha una sensazione di rigidità. E quando le persone lo fanno si nota: sembrano a disagio. E non voglio che il personaggio sembri a disagio. Quindi, in realtà, in quella situazione si trattava di una combinazione di elementi: Cooper scopre per la prima volta che tutta questa storia è stata organizzata per lui. Ne è in qualche modo lusingato, perché è un narcisista, ma ne ha anche paura, perché non vuole che sua figlia lo scopra. Perché prova qualcosa per lei che ancora non capisce bene e che cerca di nascondere, cosa che non aveva mai fatto prima: improvvisamente Il Macellaio e il personaggio di Cooper entrano in contatto. E cerca di nasconderlo, ma non è molto bravo a farlo, perché tutto è un po' fuori posto. Credo sia stato questo a creare l'inquietante sorriso alla Norman Bates".
Quindi Norman Bates dovrebbe avere paura di Cooper? L'attore ride: "In un universo immaginario in cui ci sono loro due penso che sì, dovrebbe averne. Non credo che Norman Bates abbia alcuna possibilità contro Cooper".
Il concerto di Lady Raven
Le canzoni di Lady Raven nel film sono tutte originali: sono scritte e interpretate da Saleka Shyamalan, figlia del regista. Tutto il concerto è spettacolare ed è una parte fondamentale del film: Shyamalan lo riprende dal punto di vista di Cooper e quindi c'è questo contrasto interessantissimo tra i ragazzini impazziti di gioia che gli stanno intorno e lui che invece pensa a tutt'altro. Girare questo film ha cambiato per sempre il modo in cui regista e interprete si godranno un concerto?
Shyamalan: "Stavo mettendo in atto l'amore per l'esperienza del concerto contro la situazione di Cooper: si tratta di un'esperienza così gioiosa per così tante famiglie e bambini. Questo è un rituale che amiamo. Ed è in questo luogo che il protagonista deve affrontare una cosa molto oscura. E quindi sono proprio tutta la gioia e l'amore a lavorare contro di lui, o a rendere ridicolo quello che deve fare, perché deve ballare e tutto il resto. Lo rende divertente".
Josh Hartnett ora capisce perfettamente di cosa si tratta: "Di recente sono andato a un concerto di Taylor Swift con le mie figlie: non ero mai stato a un concerto pop da quando ero piccolo, perciò non capivo bene il rapporto che il pubblico ha con la pop star sul palco al giorno d'oggi, fino a quando non sono andato a questo concerto quattro o cinque settimane fa. Ed era proprio così: l'intensità del sentimento del pubblico verso Taylor Swift e il modo in cui Riley nel film si sente nei confronti di Lady Raven non è affatto esagerato. Cosa che ho trovato davvero sorprendente. L'adorazione è selvaggia! È un'altra forma di squilibro!".