A partire dal 23 febbraio 1996, giorno in cui uscì nelle sale britanniche prima di conquistare il mondo intero, iniziando con un trionfale passaggio fuori concorso al Festival di Cannes (stando a chi era presente, la festa più invidiata sulla Croisette quell'anno fu proprio quella organizzata per il secondo lungometraggio di Danny Boyle), Trainspotting è entrato nel cuore dei cinefili e nella storia della settima arte.
Considerato uno dei migliori film britannici di sempre (nel sondaggio del British Film Institute nel 1999 si è classificato al decimo posto), l'adattamento del romanzo di culto di Irvine Welsh rimane un'opera epocale ed influente, la cui magia potrebbe presto ripetersi con l'uscita dell'attesissimo sequel, le cui riprese sono iniziate il 10 marzo per un'uscita prevista entro la fine del 2016, per farla coincidere il più possibile con il ventennale del primo episodio. In attesa di ritrovare sullo schermo Renton, Sick Boy, Spud e Begbie, ripercorriamo insieme le carriere dei protagonisti, davanti e dietro la macchina da presa, in un ambiente post-Trainspotting.
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Ewan McGregor
Prima di essere scritturato per il ruolo di Mark Renton, anima morale del film, McGregor aveva già collaborato con Boyle in Piccoli Omicidi tra Amici. Nell'anno di Trainspotting si fece notare anche ne I racconti del cuscino di Peter Greenaway, mentre nel 1997 ritrovò Boyle per Una vita esagerata. L'amicizia tra i due si ruppe a lungo per via di The Beach (a McGregor era stata promessa la parte principale, andata a Leonardo DiCaprio), ma l'attore scozzese non è certo stato a corto di ruoli succosi, recitando per Ridley Scott (Black Hawk Down), Baz Luhrmann (Moulin Rouge), Tim Burton (Big fish - Le storie di una vita incredibile), Woody Allen (Sogni e delitti) e Roman Polanski (L'uomo nell'ombra), tra gli altri. Senza dimenticare la sua performance nei panni del giovane Obi-Wan Kenobi in Star Wars ep. I - La minaccia fantasma, Star Wars ep. II - L'attacco dei cloni e Star Wars ep. III - La vendetta dei Sith (con l'aggiunta di un cameo vocale in Star Wars: Il risveglio della forza).
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Ewen Bremner
Dopo essere stato Renton in una versione teatrale di Trainspotting, Bremner ha conquistato il pubblico nei panni di Spud, ma la sua carriera è stata meno brillante rispetto a quella dei colleghi. Lo si è potuto vedere quasi esclusivamente in ruoli secondari, in film come Pearl Harbor, Alien Vs. Predator, Match Point, Funeral Party e Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni. In due occasioni - Black Hawk Down e Il cacciatore di giganti - è apparso al fianco di McGregor, e il prossimo anno apparirà in Wonder Woman, in un ruolo attualmente non precisato.
Jonny Lee Miller
Unico inglese di un gruppo totalmente scozzese (ma dall'accento che ha nel film non si direbbe), Miller si è imposto con una dose cospicua di carisma nel ruolo di Simon "Sick Boy" Williams, tossico ossessionato dal James Bond di Sean Connery (guarda caso, il nonno di Miller era l'attore Bernard Lee, che fu M dal 1962 al 1979). Dopo Trainspotting, la sua carriera cinematografica è stata piuttosto sottotono, escludendo una manciata di apparizioni memorabili in pellicole come Melinda e Melinda e Dark Shadows. Tutt'altro discorso invece per il piccolo schermo: per due stagioni è stato protagonista della legal comedy Eli Stone, prima di essere un memorabile cattivo nella quinta stagione di Dexter, mentre dal 2012 interpreta Sherlock Holmes nel procedurale Elementary. Ironia della sorte, l'anno prima ha recitato a teatro con l'altro Sherlock moderno, Benedict Cumberbatch, nel Frankenstein di Danny Boyle (i due attori si scambiavano regolarmente i ruoli principali).
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Kevin McKidd
Non appare sul poster del primo film (nel giorno previsto per le foto era malato) e, salvo sorprese, non tornerà nel sequel (dato che il suo personaggio è morto e sepolto), ma McKidd non può certo lamentarsi, considerata l'evoluzione della sua carriera: dal 2008 fa parte del cast fisso di Grey's Anatomy, dopo essere stato Lucio Voreno nelle due stagioni di Roma (2005-2007). Per quanto riguarda il cinema, nel 2007 è apparso in due film prodotti da Dino De Laurentiis, Hannibal Lecter - Le origini del male e L'ultima legione, mentre nel 2012 ha prestato la sua voce a due personaggi in Ribelle - The Brave: Lord MacGuffin e il di lui figlio, la cui parlata incomprensibile è in realtà il dialetto che si parla nell'area di Elgin, il luogo di nascita dell'attore.
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Robert Carlyle
Scritturato nel ruolo di Begbie dopo il rifiuto di Christopher Eccleston (il quale poi accettò la parte del maggiore West, inizialmente offerta a Carlyle, in 28 giorni dopo), l'attore originario di Glasgow si era già fatto notare in alcuni film di Ken Loach, e un anno dopo Trainspotting ha brillato come protagonista di Full Monty. Successivamente è stato un avversario del Bond di Pierce Brosnan, interpretando Renard in 007 - Il mondo non basta, e il perfido Durza in Eragon, prima di passare in pianta stabile alla televisione: per due anni è stato il protagonista di Stargate Universe, mentre dal 2011 interpreta Mr. Gold/Rumplestiltskin in C'era una volta. Inoltre, nel 2008 è apparso al fianco di Kiefer Sutherland nel film 24: Redemption.
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Kelly Macdonald
Scelta apposta perché Danny Boyle preferiva un'attrice sconosciuta, Macdonald fece il suo esordio cinematografico interpretando Diane in Trainspotting. In seguito ha continuato a brillare in ruoli da non protagonista in film come Elizabeth, Gosford Park e Neverland - Un sogno per la vita. L'attrice ha fatto anche una breve apparizione in Harry Potter e i doni della morte - parte 2, e prestato la sua voce a Merida nella versione originale di Brave, ma negli ultimi anni il suo ruolo più notevole e sostanzioso è stato quello di Margaret Schroeder nelle cinque stagioni di Boardwalk Empire - L'impero del crimine. Recentemente ha lavorato con Ricky Gervais nella commedia Special Correspondents , una produzione originale di Netflix.
Peter Mullan
Memorabile nel ruolo di Swanney, alias Madre Superiora, Mullan è il caratterista scozzese per eccellenza. Due anni dopo l'uscita di Trainspotting ha conquistato i cuori della giuria di Cannes, che gli ha assegnato il premio come miglior attore per My Name Is Joe, mentre negli anni successivi si è fatto notare ne I figli degli uomini, la trilogia di Red Riding e Tirannosauro. Non contento di essere un ottimo attore, Mullan ha anche una fortunata carriera da regista, molto legata alla Mostra di Venezia: nel 1998 la sua opera prima Orphans è stata presentata nel programma della Settimana Internazionale della Critica (e di nuovo nel 2015 per festeggiare i trent'anni di quella sezione), mentre nel 2002 ha vinto il Leone d'oro grazie a Magdalene.
Danny Boyle (regista)
Dopo il successo di Trainspotting, il regista inglese fu preso in considerazione per quello che poi divenne Alien: La clonazione, ma Boyle ha sempre preferito raccontare storie più piccole, con budget relativamente modesti (ad oggi il suo film più costoso - 50 milioni di dollari - è The Beach, che rimane anche il suo unico tentativo di realizzare una pellicola veramente hollywoodiana). Dopo l'horror 28 giorni dopo e il fantascientifico Sunshine, ha conquistato l'Oscar per la regia di The Millionaire, che gli ha permesso di girare pellicole decisamente poco commerciali come 127 ore, In Trance e Steve Jobs. Oltre all'attività cinematografica ha anche una discreta carriera televisiva, ed è a lui che dobbiamo la splendida cerimonia d'apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012.
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Andrew Macdonald (produttore)
Fratello del documentarista Kevin Macdonald e nipote del regista Emeric Pressburger, il produttore scozzese ha collaborato con Boyle fino al 2002, prima di ritrovarlo in occasione di Trainspotting 2. Insieme i due hanno vinto un BAFTA per Piccoli omicidi tra amici (e un BAFTA scozzese per Trainspotting), premio per il quale Macdonald è stato candidato nuovamente quest'anno grazie a Ex Machina. Ha prodotto anche L'ultimo re di Scozia, Non lasciarmi, Dredd e Via dalla pazza folla.
John Hodge (sceneggiatore)
Come nel caso di Macdonald, la carriera dello sceneggiatore Hodge è legata soprattutto a quella di Boyle, per il quale ha firmato i copioni dei suoi primi quattro film (con tanto di nomination all'Oscar per Trainspotting), prima di una lunga pausa interrotta da In Trance. Al di fuori di queste collaborazioni prestigiose, Hodge è anche un drammaturgo di successo, e ha scritto le sceneggiature de Il risveglio delle Tenebre e The Program.
Irvine Welsh (autore del romanzo)
Chiaramente affezionato ai protagonisti del suo romanzo d'esordio, lo scrittore - che appare anche come attore in Trainspotting, nel ruolo di Mikey Forrester (quello che dà le supposte a Renton, per intenderci) - continua a raccontarne le vicende ancora oggi: nel 2001 li fa apparire brevemente in Colla, mentre l'anno successivo hanno un ruolo di primo piano in Porno, seguito ufficiale di Trainspotting (e parziale fonte d'ispirazione per il sequel cinematografico). Nel 2012 è stato dato alle stampe un prequel, Skagboys, e quest'anno è arrivato The Blade Artist, incentrato sulla nuova vita di Begbie negli Stati Uniti e il suo ritorno brutale in Scozia. Per quanto concerne il cinema, ha firmato la sceneggiatura di The Acid House, un adattamento della sua omonima raccolta di racconti.