Dal 24 novembre al 2 dicembre il capoluogo piemontese diventa ancora una volta sinonimo di grande cinema, tramite il 35mo Torino Film Festival, il quarto sotto la direzione di Emanuela Martini. Tanti film e tanti ospiti, da Asia Argento che è stata scelta come Guest Director di questa edizione, con cinque titoli in una sezione chiamata Amerikana, a Pablo Larrain che presiederà la giuria internazionale, passando per Pino Donaggio che riceverà il Gran Premio Torino. Donaggio è legato anche alla retrospettiva, dedicata all'opera completa di Brian De Palma: lungometraggi, corti, documentari, videoclip. Andando a scavare nelle varie sezioni saltano fuori anteprime succulente come The Death of Stalin, satira inglese firmata Armando Iannucci (Veep), il nuovo film di James Franco, The Disaster Artist (sulla genesi del capolavoro di bruttezza The Room) e L'ora più buia, il film con cui Gary Oldman punta all'Oscar nei panni di Winston Churchill. Senza dimenticare la prima mondiale di Smetto quando voglio - Ad honorem, ultimo capitolo della trilogia diretta da Sydney Sibilia, o Professor Marston & The Wonder Women, biografia romanzata del creatore di Wonder Woman, oppure Dickens - L'uomo che inventò il Natale, su Charles Dickens e la creazione del Canto di Natale, o la miniserie Amazon diretta da Sion Sono (ma va precisato che di Tokyo Vampire Hotel vedremo solo un montaggio appositamente realizzato per la sala). In attesa di scoprire tutti questi film, possiamo già parlarvi di altri titoli che abbiamo avuto modo di vedere in altri festival e che a Torino festeggiano la prima italiana. Ecco i dieci titoli da non perdere, in ordine sparso.
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1. The Florida Project (Festa mobile - film di chiusura)
Per chiudere l'edizione 2017 è stato scelto il nuovo lungometraggio di Sean Baker, cineasta americano indipendente e habitué di Torino, dove sono stati presentati Prince of Broadway (2008), Starlet (2012) e Tangerine (2015). Dopo due film consecutivi ambientati a Los Angeles il regista si è spostato in Florida, nella zona di Orlando, per raccontare il paradosso di una città che da un lato è la sede di un luogo che simboleggia la felicità, ossia Walt Disney World, e dall'altro vanta una nutrita percentuale di popolazione in difficoltà economiche e costretta a vivere in strutture provvisorie concepite appositamente. Una storia incredibilmente attuale nell'America di Trump, dove i poveri sembrano destinati a subire un destino sempre più umiliante, ma raccontata con una dose di ottimismo compatibile con la scelta di adottare il punto di vista di un gruppo di bambini. Il film è stato presentato in anteprima mondiale lo scorso maggio a Cannes, nella Quinzaine des Réalisateurs.
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2. Seven Sisters (Festa mobile)
In un futuro distopico il governo americano ha adottato una misura drastica per combattere il pericolo della sovrappopolazione: ogni famiglia può avere solo un figlio. Un uomo (Willem Dafoe), padre di sette gemelle nate clandestinamente, decide di proteggerle adottando il seguente stratagemma: le sette sorelle (tutte interpretate da Noomi Rapace) condivideranno la stessa identità pubblica, e ciascuna di loro potrà uscire di casa nel giorno della settimana corrispondente al nome di battesimo (Lunedì, Martedì, Mercoledì, eccetera). Questo thriller fantascientifico, presentato in Piazza Grande a Locarno, segna il ritorno dietro la macchina da presa del regista norvegese Tommy Wirkola, e vanta anche la presenza di Glenn Close nei panni della cattiva di turno. Un dettaglio curioso: negli Stati Uniti il film è andato direttamente su Netflix, mentre in Europa esce in sala (in Italia dal 30 novembre).
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3. Wind River (Festa mobile)
Presentato al Sundance e vincitore del premio per la regia a Cannes nella sezione Un Certain Regard, questo è il secondo film da regista di Taylor Sheridan, sceneggiatore di Sicario (e del suo sequel Soldado, di prossima uscita) e Hell or High Water. Siamo sempre in zona thriller, con una forte componente socio-politica poiché il protagonista (Jeremy Renner) indaga sull'omicidio di una donna nativa americana. Del cast fanno parte anche Elizabeth Olsen, Jon Bernthal e Graham Greene. Il film ha acquisito ulteriore fama negli Stati Uniti, poiché era stato acquistato dalla Weinstein Company che ha poi ceduto i diritti per l'home video alla LionsGate (su esplicita richiesta di Sheridan, del cast e della troupe) a causa dello scandalo legato alle accuse di molestie sessuali nei confronti di Harvey Weinstein.
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4. Pop Aye (Festa mobile/TorinoFilmLab)
Co-produzione tra Singapore (che l'ha scelto come rappresentante per gli Oscar) e Tailandia, Pop Aye ha vinto il Premio Speciale della Giuria nella sezione World Cinema al Sundance ed è stato designato miglior film nel Concorso Internazionale Lungometraggi al Festival di Zurigo. L'opera prima di Kirsten Tan è un curioso, toccante road movie dove un uomo frustrato e disilluso riscopre le proprie radici insieme a un insolito compagno di viaggio: un elefante, il Pop Aye del titolo, il cui nome è un omaggio a Braccio di Ferro (Popeye in originale). Nostalgia, dramma e humour formano un tutt'uno molto potente al servizio di una regista e una cinematografia emergente da tenere d'occhio.
5. Let the Sunshine In (Festa mobile)
Presentato in apertura alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, il nuovo lungometraggio di Claire Denis si allontana dalle consuete atmosfere più serie e opta per un tono più leggero, raccontando le (dis)avventure quotidiane di una donna parigina (Juliette Binoche) che passa da un uomo all'altro alla ricerca della felicità e soprattutto di se stessa. Ironia e dialoghi impeccabili, con un cast che include Xavier Beauvois, Valeria Bruni Tedeschi e un irresistibile Gérard Depardieu.
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6. La Cordillera (Festa mobile)
Veterano sia di Cannes (dove è stato selezionato nella sezione Un Certain Regard quest'anno) che di Torino (dove Paulina ha vinto diversi premi nel 2015), il regista argentino Santiago Mitre torna in Piemonte come giurato, e per l'occasione presenta fuori concorso il suo terzo lungometraggio, che si discosta dalle atmosfere minimaliste dei due film precedenti e sceglie la strada del thriller politico. Problemi globali e personali collidono in un concentrato di suspense che dimostra la padronanza del mezzo cinematografico da parte del regista, e le interpretazioni di Ricardo Darín e Paulina Garcia sono impeccabili come sempre. Una chicca aggiuntiva, per dare il giusto sapore internazionale all'intrigo: la presenza di Christian Slater.
7. The Reagan Show (Festa mobile)
Prima dell'ascesa di Donald Trump un anno fa, un altro uomo di spettacolo era riuscito a conquistare la Casa Bianca. Il documentario di Pacho Velez e Sierra Pettengill mostra quanto la presidenza di Ronald Reagan fosse in parte una lunga performance attoriale, con materiale d'archivio inedito tratto dal folle progetto di documentare la vita presidenziale 24 ore su 24. Le risate abbondano ma c'è anche una certa tristezza di fondo, accostando mentalmente quelle immagini a quanto accade oggi, con l'attività di Trump che è anch'essa un reality, ma dagli esiti decisamente meno divertenti.
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8. Grace Jones - The Music of My Life (Festa mobile)
Presente al festival nel 2012 con Guida perversa all'ideologia, la regista inglese Sophie Fiennes torna con un nuovo documentario incentrato su una figura forte: Grace Jones, attrice e cantante nota per la sua esuberanza e il suo caratteraccio (Roger Moore, che recitò al suo fianco in Agente 007, bersaglio mobile, scrisse di lei nella sua autobiografia: "Se non hai niente di carino da dire su una persona, non dovresti dire nulla. Io non dirò nulla."). The Music of My Life è un ritratto a 360 gradi di un personaggio larger than life, i cui eccessi la rendono difficilmente sopportabile e al contempo molto affascinante. In sala il 30 gennaio 2018.
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9. Final Portrait - L'arte di essere amici (Festa mobile)
Presentato fuori concorso alla Berlinale lo scorso febbraio, il quinto film da regista di Stanley Tucci è un bel ritratto - perdonateci l'uso del termine - del pittore e scultore svizzero Alberto Giacometti. Il genio tormentato appare tramite il rapporto personale e professionale fra Giacometti (un perfetto Geoffrey Rush) e il critico americano James Lord (Armie Hammer, in ottima forma), attraverso una lunga serie di sedute ritrattistiche che mettono a nudo le frustrazioni di entrambi gli uomini. Esilarante anche Tony Shalhoub nei panni di Diego Giacometti.
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10. Amori che non sanno stare al mondo (Festa mobile)
Presentato in anteprima mondiale a Locarno lo scorso agosto, il nuovo lungometraggio di Francesca Comencini fa tappa a Torino prima di uscire nelle sale il 29 novembre. La regista, tornata al cinema dopo l'esperienza televisiva di Gomorra - La Serie (ha diretto due episodi della prima stagione e due della seconda), adatta per lo schermo il proprio romanzo sulle ossessioni amorose e sul tentativo di ricostruirsi una vita dopo una delusione sentimentale di non poco conto. Da vedere soprattutto per le interpretazioni dei due protagonisti, Lucia Mascino e Thomas Trabacchi.