Quasi cento anni e non sentirli per un personaggio che è considerato, a giusta ragione, un simbolo della gioia e innocenza dell'infanzia, conosciuto e considerato in tutto il mondo con pari forza e dignità. Parliamo ovviamente di Topolino, creatura e creazione artistica di Walt Disney, star di tante produzioni realizzati dagli studi d'animazione dell'autore, ma anche simbolo di tutto il mondo disneyano e, per estensione, di un intero settore dell'intrattenimento mondiale. Quella di Topolino è una storia di successo che meritava, anzi necessitava, di essere raccontata. Ed è quello che fa il documentario disponibile su Disney+ dal 18 novembre 2022 e di cui vi parliamo in questa recensione di Topolino: La storia di un topo, che sfrutta l'occasione del compleanno del personaggio per guardarsi indietro e ripercorrerne il cammino. Un cammino importante che porta a un impero... perché alla fine "tutto nasce da un topo".
Da Oswald e Mortimer... a Mickey
Tutto iniziò da un disagio e una necessità, perché negli anni della creazione di Topolino, il cui debutto è avvenuto nel 1928, Walt Disney fu costretto a rinunciare al personaggio che gli stava dando lavoro, Oswald il coniglio fortunato, di cui aveva perso i diritti. Aveva quindi bisogno di un sostituto, una figura di pari impatto da mettere al centro della propria produzione... e la creò. Così nacque Topolino (Micky Mouse in originale, nome scelto dopo aver considerato l'alternativa di Mortimer Mouse), da subito protagonista di un paio di cortometraggi che non ebbero il riscontro sperato (L'aereo impazzito e Topolino gaucho) per poi diventare vero fenomeno alla sua terza produzione, quel Steamboat Willie che è oggi con fierezza nel lodo di Disney Animation Studios. Un traguardo ottenuto investendo su quello che è stato un punto di forza di Walt Disney sin da subito e per tutta la sua carriera: l'innovazione e la ricerca tecnologica. Perché Steamboat Willie non è stato solo il primo successo di Topolino, ma anche il primo film d'animazione con traccia sonora sincronizzata.
Topolino e Walt Disney, una storia di successi
Il documentario di Jeff Malberg parte da lì, da quella creazione avvenuta per necessità ma portata avanti con genio, per tracciare la via che conduce dagli esordi al presente, soffermandosi sul rapporto strettissimo che c'era tra Walt Disney e Topolino, raccontato da figure di spicco del mondo professionale dell'autore, da animatori storici degli studi (le cosiddette Disney Legend) ad altri individui che hanno incrociato l'esistenza di Walt testimoniandone le vicissitudini e gli snodi principali, oltre a portarci in luoghi che hanno avuto un importante valore nella vita dell'artista e una valenza simbolica dati i risultati raggiunti. Il lavoro di Malberg è encomiabile per lucidità e completezza, nonché per la capacità di proporci immagini più o meno note di Disney e il suo personaggio, recuperate dagli immensi archivi disneyani. Qualcuno potrebbe notare una certa enfasi nel celebrare il mito, ma appunto di un mito stiamo parlando e sottolineare alcuni aspetti non è solo naturale quanto doveroso.
Topolino siamo tutti noi
Le parole degli intervistati, da animatori come Eric Goldberg a Mark Henn, Randy Haycock e Floyd Norman alla direttrice di Walt Disney Archives Rebecca Cline o la storica d'arte Carmenita Higginbotham, forniscono gli spunti giusti per testimoniare e approfondire tutto questo, dando spazio anche ad alcune controversie legate al personaggio e ai momenti in cui sembrava aver perso la propria identità di personaggio per scivolare nella mera funzione di icona da sfruttare nel merchandising. C'è soprattutto in Topolino: la storia di un Topo l'occasione di analizzare i motivi di tanto e tale successo, che gli animatori storici dello studio identificano nella capacità di Topolino di lasciare che lo spettatore si identifichi con lui. "Topolino siamo tutti noi", sentiamo dire, e pensiamo sia vero, ma è altrettanto vera un'altra affermazione espressa e portata avanti da chi interviene nel documentario: "Topolino è Walt Disney", non solo perché è sua la prima voce del personaggio, ma anche perché ne incarna gli ideali con orgoglio, caricandosi sulle spalle le sorti degli studi d'animazione e dell'intera opera del suo creatore.
Conclusioni
Soddisfatti ed emozionati, così arriviamo al termine della recensione di Topolino: la storia di un topo. Per il modo in cui il documentario racconta e informa, riuscendo a toccare le corde giuste attraverso immagini preziose, rievocando momenti dal sapore magico e significativi del mondo che racconta; per quell’impero che da un topo nasce e si sviluppa, attraverso immagini e documenti di repertorio più o meno noti al grande pubblico. È vero che c’è una certa enfasi nel celebrare le gesta del personaggio e del suo creatore, ma è altrettanto vero che è giustificata dagli effetti e l’impatto che Topolino e Walt Disney hanno avuto sul mondo dell’intrattenimento fino ai giorni nostri.
Perché ci piace
- Le immagini trovate e mostrate dal regista Jeff Malberg, capaci di tratteggiare tutto il percorso artistico di Topolino.
- Il modo in cui il documentario sottolinea il legame tra il personaggio e il suo creatore.
- L’analisi dei motivi del successo di Topolino e dell’ampiezza di questo riscontro in tutto il mondo.
Cosa non va
- Una certa enfasi nel celebrare i successi del personaggio, che non ci sentiamo di considerare ingiustificata.