Un progetto nato tre anni fa, mentre Frank Matano e Matteo Martinez sorvolavano la Groenlandia pensando alla grottesca situazione in cui per riconquistare la ex che ti ha lasciato per poi riavvicinarsi durante il funerale di sua nonna, decidessi di uccidere un altro suo parente. Solo per avere un altro abbraccio. E' questa la strampalata genesi di Tonno spiaggiato, rocambolesca black comedy in sala dal 10 maggio, che segna il debutto al lungometraggio di Matteo Martinez e il battesimo nel ruolo da protagonista assoluto del comico, youtuber e Iena Matano. "Il titolo nasce da un vecchissimo video di otto secondi realizzato da Frank, che descriveva il film da un punto di vista sonoro. La prima volta che lo senti pensi quasi istintivamente che sia una cazzata, ma ti rimane in testa ed è proprio quello che vogliamo fare con questo film: dare l'idea di vedere qualcosa di diverso e divertente", racconta il regista che non perde occasione per ribadire il tono politicamente scorretto del film.
Una commedia che non lascia spazio ai buoni sentimenti, scritta dai due amici (legati da un rapporto decennale che va avanti sin da quando Frank dormiva sul divano di casa di Matteo a Milano) nella più totale libertà creativa: "Essere liberi è un vantaggio, anche se spesso ti spaventa perché nessuno ti dice se stai andando nella direzione giusta", dice Frank Matano. Ma entrambi vengono dal web, ne conoscono linguaggi e dinamiche, non era difficile quindi riuscire a sfruttare la rete per avere dei feedback dal pubblico: "A volte facevamo dei video per testare le reazioni della gente. Ci siamo tarati su questo per scrivere un film che fosse per più persone possibili" e che facesse ridere tutti, "non solo noi. Il contatto con il web ti permette di essere meno autoreferenziale e di far ridere gli altri non solo te stesso", precisa Matano.
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Il piacere di ridere
Ma si può ridere di tutto? "Assolutamente sì, è un modo per esorcizzare le cose brutte della vita. È importante però farlo con dolcezza e rispetto, senza cattiveria gratuita", afferma Matano cresciuto con le videocassette che gli spedivano i nonni dall'America, con Scemo & più scemo - Iniziò così di Jim Carrey e Ben Stiller poi.
Oggi è convinto che il segreto sia "divertirsi ed essere curiosi", mentre per i tanti che gli chiedono come si faccia a raggiungere milioni di visite, la sua risposta è sempre la stessa: "Se il fine è questo allora il consiglio è di lasciare perdere; ci vuole una forte passione, distinguersi passa dall'ossessione e dalla curiosità. Parla con gli amici, sii curioso, ridi, scherza, parla tanto, perché per distinguerti devi essere socialmente attivo. Se invece l'ambizione è la comicità, allora dare consigli diventa più difficile: il dibattito è continuo e non si capisce perché una cosa faccia ridere, chi fa ridere o in quale fase della vita si faccia più ridere".
Al suo 'tonno spiaggiato' si è preparato calcando i palcoscenici della stand-up comedy americana, "anche se far ridere in inglese è come suonare un altro strumento musicale, perché ognuno di noi ha una voce che si forma con la propria personalità. Provare a far ridere in una lingua che non è la tua è una bellissima prova, perché il modo più efficace di far ridere è sentire il pericolo di non far ridere. Far ridere a metà è il punto più vicino a far ridere totalmente".
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Dalla stand-up comedy ai Simpson
Alla base di un film che si distinguerà per originalità nel marasma delle commediole di cui il cinema italiano ci ha inondato negli ultimi anni, una risata beffarda, un sano pizzico di humour nero e una buona dose di comicità surreale che guarda ai I Simpson e a Buster Keaton: "C'è una componente di dolcezza molto alta, perché è importante non ciò che si dice, ma il come lo si dice; non c'è mai stata nelle nostre parole alcuna intenzione offensiva. È un film di una comicità molto visiva alla quale si prestavano tutti gli attori presenti sul set. La nostra ambizione erano i Simpson, la scommessa era riuscire ad avere un tono surreale e che il pubblico lo accettasse", spiega Martinez.
Come fare a capire che quella delirante e irriverente messa in scena fosse la direzione giusta? Semplice: "Nella testa di Matteo - dice Frank Matano - era tutto molto chiaro; è vero che erano scene molto visive e poco dibattute e che spesso a leggerle non si capivano. Non sai mai se andrà bene o male, ma quando ti ritrovi a girare in fondo fai un azzardo".
"Ci siamo sempre fidati del nostro istinto e il web in questo ci ha aiutato; a volte abbiamo girato e mandato in giro dei video surreali pensando che nessuno li avrebbe capiti, invece ci sono arrivati molti feedback positivi", aggiunge il regista.
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La sorpresa: Lucia Guzzardi
Libertà totale anche nella scelta del cast, a partire dalla rivoluzionaria e irriverente novantenne Lucia Guzzardi, al suo debutto da co-protagonista nel ruolo di zia Nanna con un passato da caratterista e doppiatrice alle spalle: "Mi avevano proposto delle scene mezza nuda, ma gliele ho fatte tagliare", scherza l'attrice. "In realtà avrei voluto interpretare il ruolo della rumena, perché mi piaceva moltissimo. Glielo chiesi ma Frank e Matteo mi dissero di no, insistevano che avrei dovuto interpretare la zia Nanna. Il copione era bellissimo e scritto benissimo, mi ha ricordato quella volta che in Liolà di Pirandello mi presi tre applausi a scena aperta; la forza era nel testo, Pirandello lo aveva scritto proprio così.
I primi giorni stavo benissimo, poi mi sono ammalata, c'era corrente mentre giravamo, io ero vestita tutta di seta ed era dicembre. Ho fatto tutto il film con la febbre, avrei potuto dare di più. Zia Nanna è stupenda, è divertente e io ho fatto tutto quello che mi dicevano di fare, ho solo seguito le loro indicazioni, ma era già tutto scritto".
"Lucia è arrivata ai provini in macchina, è entrata e ha iniziato a farci ridere, superava la nostra immaginazione, non volevamo neanche farle leggere copione", ricorda Matano, "migliore di quella che avevamo immaginato".