"Metto parmigiano ovunque e sono un comico, ma non sempre faccio ridere".
Specialmente quando si agita come un tonno spiaggiato improvvisando improbabili siparietti dove tra gag fisiche, colmi e freddure si affatica a strappare risate al pubblico. Quando finalmente la risata arriva è perché l'incauto protagonista ha spavaldamente infilato una raffica di spiacevoli battute sulla propria ragazza che lo molla all'istante, salvo riavvicinarsi poi al funerale delle povera nonna.
A quel punto parte il rocambolesco piano di Francesco (Frank Matano): uccidere un altro parente per accalappiarsi l'ennesimo abbraccio della ex e riconquistarla. Peccato che la vittima predestinata sia l'arzilla zia Nanna (Lucia Guzzardi), vecchietta attempata che, per il nostro piccolo supereroe nei panni di un improvvisato Padre Gesù, si rivelerà tutt'altro che una facile preda.
L'idea di Tonno spiaggiato nasce tre anni fa su un volo verso la Groenlandia, da un'idea demenziale di Frank Matano e Matteo Martinez che forse, non avrebbe mai immaginato di vedere quella fragorosa risata diventare il suo debutto alla regia. Matano lo conosciamo tutti: prima il successo dirompente sul web come Youtuber, poi la tv (Le iene, Italia's Got Talent) e il cinema (Fuga di cervelli, Tutto molto bello, Sono tornato) oggi forse quello che potremmo definire il suo battesimo nel ruolo di protagonista assoluto e per di più in un film da lui stesso scritto.
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Comicità dissacrante
Una commedia in perfetto stile Vision, diventata garanzia di originalità e distinzione nella babilonia dell'italica commedia che, con le dovute eccezioni, cavalca stancamente formule obsolete e risate facili.
Perché i due vecchi amici, esperti del linguaggio del web, dei suoi tempi, ritmi e dinamiche, firmano una commedia che per un'ora e mezza travolgerà lo spettatore con una valanga di risate demenziali, surreali e politicamente scorrette.
Dopo un avvio non propriamente scoppiettante la scrittura di Martinez e Matano non fa sconti a nessuno, nemmeno a preti, santi e vecchiette, e con l'irruzione sulla scena della vulcanica Lucia Guzzardi nei panni della zia Nanna, il film prende definitivamente quota per addentrarsi nei luoghi poco battuti della black comedy.
Il passaggio a toni più noir e alla definitiva consacrazione di una comicità sorretta da gag fisiche, travestimenti e motti è visivamente affidata dal regista a un rito di vestizione - trasformazione di Francesco in un prete (il fantomatico Padre Gesù che di lì a poco entrerà nel cuore di zia Nanna dai connotati super eroici: una sequenza costruita con ritmo ineccepibile e cadenzata dall'intervento musicale di Danjlo Turco, che la definisce e la modella consegnandola alla memoria dello spettatore.
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Tra i Simpson e Buster Keaton
Nel mirino della 'cattivissima' coppia ci finiscono tutti i luoghi comuni e i totem della società moderna fatti a pezzi da una comicità dissacrante: dai selfie sempre e a ogni costo, alla tv spazzatura indugiando sui format strappalacrime. Non si salvano neppure Maurizio Costanzo ("Non potrei ma essere Maurizio Costanzo perché lui non ha il collo e tu ce l'hai!") e Maria De Filippi a cui un esilarante Francesco Arienzo fa il verso nel siparietto dell'evocativo C'è videochiamata per te.
Ma la vera sorpresa del film è l'ottantenne Guzzardi, energica caratterista che una battuta dopo l'altra ("Ricchione, piangi per una cipolla", rivolgendosi a Padre Gesù/Frank Matano) conquisterà il proprio posto nell'Olimpo delle vecchiette irriverenti, molto lontane dall'immagine consolatoria di nonnine dolci e devote.
Martinez dimostra di saper usare il mezzo regia in maniera originale assemblando un puzzle dove ogni pezzo si trova esattamente dove deve essere. Nessuna scelta gratuita: tutto è al servizio di una comicità che pesca tanto nell'immaginario collettivo moderno (su tutti i Simpson, per stessa ammissione del regista) quanto nel background più colto (Buster Keaton).
Matano da parte sua, si rivela grande conoscitore dei meccanismi del comico.
Movieplayer.it
3.0/5