Arrivato alla Kermesse francese per presentare Top Gun: Maverick, attesissimo sequel del cult del 1986, Tom Cruise viene accolto dagli applausi scroscianti del pubblico, pronto a ripercorrere alcuni dei momenti più importanti della sua carriera in una lunga intervista fissata per la seconda giornata del Festival di Cannes 2022. Sorridente e più in forma che mai, il divo hollywoodiano apre la lunga conversazione che lo vede protagonista parlando del suo amore per il cinema, nato fin da quando era ancora giovanissimo: "Mi ricordo quando ero un bambino di soli quattro anni, con il sogno di voler vivere delle avventure, mi arrampicavo sugli alberi più alti, ero il più spericolato di tutti, ma al tempo stesso sognavo e inventavo storie. Crescendo ho iniziato con piccoli lavoretti, vendevo biglietti di auguri porta porta, ma quello che non risparmiavo per la famiglia lo spendevo per andare al cinema. A diciotto anni, finalmente, sono arrivato sul mio primo set, ho avuto il mio primo ruolo. Non sono mai andato a scuola di cinema, ma ne ero un grande conoscitore perchè guardavo qualsiasi cosa potessi."
Proseguendo il discorso l'attore sottolinea come il suo interesse non si sia mai limitato esclusivamente a migliorarsi come attore: "Volevo imparare tutto, mi spostavo da reparto a reparto, ho studiato come le persone lavoravano in ogni ambito, perché ho sempre pensato che se avessi voluto fare fare l'attore mi sarebbe servito, o anche che se non ci fossi riuscito avrei potuto comunque lavorare nel mondo cinema. Ho cominciato a studiare fotografia, ma anche ogni aspetto dei film che facevo, quella è stata la mia educazione." Tom Cruise si sofferma anche su quanto sia stato fortunato ad avere una carriera come la sua, a contatto con personalità davvero importanti nell'industria cinematografica: "Non sono una persona che si fa problemi a fare domande quando c'è qualcosa che non so, non mi spaventa sapere e di conseguenza chiedere, mi piace lavorare duro per poter imparare. Il mio sogno, fin da quando ero bambino, fin da prima di fare l'attore, è sempre stato quello di lavorare in tanti Paesi diversi, essere parte della loro cultura e questo, secondo me, è possibile con il cinema, per questo ho iniziato a viaggiare e a vedere film in altre lingue."
L'amore per il cinema
L'internazionalità dei suoi film è qualcosa a cui l'attore tiene molto, infatti ci spiega che: "Ho sempre fatto di tutto per ambientare i film che progettavo e producevo in luoghi diversi del mondo." La cosa più importante su cui lavorare per Tom Cruise sono le storie, non importa il genere di film a cui prenderà parte: "Mi piacciono tantissimi tipi diversi di film, ho voluto studiarli tutti. Il mio interesse è quello di voler capire come le diverse storie coinvolgono il pubblico, ho studiato come lo storytelling si è evoluto nel tempo, come riusciamo a creare un impatto sul pubblico. Ho capito fin da subito, fin da quando ero bambino, che per realizzare i miei sogni avrei dovuto essere competente in tantissimi campi diversi. E mi sono costruito la vita che volevo."
Il discorso non poteva virare sulla situazione mondiale, con le sale che soffrono ancora dopo la pandemia degli ultimi due anni:"Il cinema è il mio vero amore, la mia passione, tutte le volte che posso vado in sala, col mio cappellino mi siedo tra il pubblico, mi piace vedere il trailer. Se dobbiamo parlare della differenza tra prodotti per il cinema e prodotti per la televisione a mio parere sono necessarie delle skills completamente diverse. Sono modalità diverse di lavoro che bisogna imparare. Ma, ripeto, la mia vera passione è per il cinema."
La domanda sorge quindi spontanea: Top Gun: Maverick ha rischiato di essere distribuito in streaming visto che l'uscita, a causa alla situazione sanitaria mondiale, è stata posticipata molte volte? "Non avrebbe mai potuto uscire su una piattaforma, non lo avrei mai fatto succedere!" Poi l'attore ha aggiunto: "Nell'ultimo periodo mi sono preoccupato di tranquillizzare le persone che lavorano nei cinema, i miei film sarebbero tornati, Top Gun, Mission Impossibile, e avrebbero portato linfa vitale all'industria.
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Lavorare con grandi registi
"Quando ho lavorato a Taps - Squilli di rivolta, il mio primo film, ho capito che avrei voluto fare questo lavoro per tutta la vita, e il mio scopo è fare sempre del mio meglio. È stato incredibile osservare tutti mentre lavoravano. Questa è un'altra cosa che adoro del fare cinema: poter lavorare a stretto contatto con un team di persone che si occupano di cose diverse," ci spiega l'attore. Proseguendo nella conversazione l'attore torna con la mente ai tanti professionisti con cui ha lavorato, tanti registi, come Ridley Scott, o produttori, come Jerry Bruckheimer. Sono stato molto precoce, forse anche un po' arrogante, ma era sintomo del fatto che fossi interessato ad imparare il più possibile, fin da subito. Ho parlato - e lo faccio tutt'ora - con tutti i registi, con tutti i produttori e gli addetti ai lavori dei film in cui ho lavorato. Ridley Scott, ad esempio, mi ha insegnato tantissimo di come funziona la fotografia di un film, la differenza tra le diverse lenti, come vanno usate le luci. Per me la cosa migliore che puoi fare è capire come funziona la tua arte, dal set al trucco e ai costumi, tutti lavoriamo insieme, per questo parlo con tutti chiedo il loro parere sul film che stiamo facendo. Taps è stato veramente formativo per me, sono state quattro settimane di lavoro intenso e incredibile, il regista George C. Scott ha capito quanto fossi interessato e mi ha insegnato tantissimo, guardandomi indietro sono state delle conversazioni utilissime con lui. Mi ha fatto vedere delle scene del film, mi ha detto che forse non mi sarei piaciuto, ma mi ha insegnato a guardarle come se fossi parte del pubblico. Ho mantenuto quel punto di vista per tutta la vita, guardo un film come se fossi parte del pubblico._"
Tra i grandi registi con cui Tom Cruise ha lavorato ci sono anche Stanley Kubrick e Paul Thomas Anderson, e l'attore ricorda il famoso monologo con cui ci viene presentato il suo personaggio in Magnolia: "L'ho recitato davanti a Paul Thomas Anderson come lo volevo, ho creato il personaggio come me lo immaginavo. Ci sono personaggi che hanno una fisicità molto pronunciata. Pensate a Buster Keaton e Gene Kelly, quanto usavano il loro corpo, quello di Magnolia è un personaggio che lavora con il corpo."
Parlando di Eyes Eyed Shut, di Stanley Kubrick, Tom Cruise ricorda una scena in particolare in cui c'è un lungo dialogo con la moglie interpretata di Nicole Kidman: "Abbiamo rifatto quella scena decine di volte, volevamo trovare il giusto stile, doveva essere disturbante e unico."
Affrontare la paura
In conclusione non possiamo che chiedere a Tom Cruise dei suoi famosi stunts. Non ha paura di girare scene così pericolose? "Nessuno ha mai chiesto a Gene Kelly perché balli e canti. Fa parte del mio lavoro, sono scene spaventose ma affronto la paura. Se facessi un musical ballerei e canterei. Quando ero bambino avevo una bambola con un paracadute, e ho provato a imitarla con un lenzuolo gettandomi dal tetto, ho capito però che non avrebbe funzionato mentre lo facevo, e mi sono fatto veramente male. Questo per dire che sono sempre stato molto spericolato ci spiega l'attore. Poi prosegue: "Fa parte della storie che raccontiamo, fare in prima persona anche gli stunts per me serve a coinvolgere il pubblico, gli fa vivere davvero e più intensamente le avventure che raccontiamo. Il cinema aiuta a sognare, rende le cose possibili."