Il cinema italiano vive una costante necessità di rinnovamento, su questo siamo tutti d'accordo. Proprio per questa ragione dovremmo valorizzare maggiormente autori come Paola Randi che, al secondo lungometraggio, si conferma una delle autrici più interessanti nel panorama. Dopo Into Paradiso la Randi presenta a Torino, nella sezione Festa Mobile, Tito e gli alieni, irresistibile commedia che strizza l'occhio al mondo della fantascienza e che però vede protagonista il molto terrestre Valerio Mastandrea.
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Pur essendo una commedia intrisa di italianità, anzi, napoletanità, Tito e gli alieni condisce un plot intimo e familiare di presenze oscure, mondi lontani, droidi senzienti, satelliti e segreti militari. Quando le viene chiesto quanto Incontri ravvicinati del terzo tipo abbia influenzato il suo lavoro, Paola Randi ammette di considerarlo un "capolavoro assoluto. Ricordo che vederlo da spettatrice è stata una grande emozione. L'ho studiato per carpirne i segreti. Comunicare attraverso i colori e la musica è una cosa eccezionale. Ammetto di essere appassionata di fantascienza e un po' nerd". Il film ha colpito anche Valerio Mastandrea, ma questo non significa che lo abbia amato: "Mi fece venire ansia la deriva folle del personaggio. Se ci ripenso, invece di liberarmi mi angoscio ancora di più".
Extraterrestre è ciò che abbiamo perso
Tito e gli alieni racconta una storia intima, semplice. Un ricongiungimento familiare che avviene nel deserto del Nevada tra uno zio scienziato (Mastandrea) e due nipoti rimasti orfani. Paola Randi ci conferma che l'origine della storia è "personale. Ho avuto un padre straordinario che ha iniziato a perdere la memoria. Guardava il ritratto di mia madre perché cercava di conservarne il ricordo. La sua vicinanza mi ha suscitato l'immagine di un uomo da solo nel deserto che con un'antenna cercava di captare la voce di sua moglie". Per la regista il cuore del film sono i rapporti familiari e la fantascienza è solo un mezzo per sondare paure e insoddisfazioni da guarire. "Extraterrestre tutto ciò che abbiamo perso e che fisicamente non c'è più".
Grazie alla lungimiranza dei produttori, Paola Randi è riuscita a realizzare la sua storia come voleva volando fino in Nevada. Il film è girato "in Nevada e in Almeria. Entrare nell'Area 51 è impossibile, è una zona militare secretata, ma vicino c'è un villaggio di 35 abitanti che si chiama Rachel. Dista tre ore da Las Vegas, è popolato di persone che vivono ai margini, ma si sentono custodi di un universo più ampio. In Spagna abbiamo girato, invece, nello stesso deserto di Sergio Leone. L'osservatorio è reale, abbiamo girato a 2000 metri di altezza nel deserto. E poi abbiamo girato in una centrale nucleare di Montalto di Castro che ci è servita per l'Area 51. Visto che è segreta, nessuno sa cosa ci sia dentro così eravamo liberi di rappresentarla come volevamo".
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Un droide per amico
A fianco degli interpreti umani, in Tito e gli alieni vi è un altro protagonista, una specie di droide di nome Linda che conserva il nome di battesimo della moglie defunta del Professore. "In un primo tempo Linda doveva essere un decoder, una scatola" spiega Paola Randi. "Poi abbiamo pensato a renderla qualcosa di più vicino al cinema biotico di Guerre stellari, sul set ho scoperto che a Linda potevamo mettere le rotelle, poteva muoversi. E' diventata un personaggio e Valerio ha costruito un bellissimo rapporto con lei. Ci ha perfino ballato. Linda è la porta che ha aperto un universo. Doveva essere un rottame tecnologico, un totem costruito in memoria della moglie visto che non riusciva a mettersi in contatto con lei".
Scorrendo i titoli di coda, notiamo che il film è dedicato a Fausto Mesolella, membro degli Avion Travel scomparso lo scorso marzo. "Fausto era un grandissimo amico, aveva fatto la colonna sonora di Into Paradiso, ha cominciato a lavorare su Tito e gli alieni, ma purtroppo non è più con noi. Era un artista incomparabile, aveva un antro nel casertano, sotto a casa sua, un luogo pieno di strumenti musicali. Fausto aveva l'entusiasmo di un ragazzino, improvvisava cose bellissime che poi trasformava in composizioni. Era capace di creare un mondo poetico, una partitura emotiva".
Prima di congedare Paola Randi e Valerio Mastandrea, è d'obbligo chiedere quale sia il loro punto di vista sull'esistenza degli alieni. Paola Randi non nutre dubbi perché "siamo tutti alieni per qualcuno. Una parte di noi è ancora da scoprire. Sarebbe straordinario riuscire ad avere un incontro con l'ignoto". Meno entusiasta, Valerio Mastrandrea specifica che oggi gli alieni sono "le persone leali, sincere, pure. Forse c'è qualcosa di migliore di noi nell'universo, ma non non ho nessuna voglia di incontrarlo".