Fin da quando erano ragazzine, Sienna è stata profondamente gelosa di sua cugina Hannah, al punto da convincersi che tutte le sue disgrazie fossero colpa sua. Ora adulta, Sienna è intenzionata a vendicarsi ad ogni costo e durante una gita sul lago in compagnia della parente, la getta in acqua guardandola annegare compiaciuta, promettendole di rubarle tutto ciò che le è più caro, a cominciare proprio dalla sua famiglia.
Come vi raccontiamo nella recensione di Ti ruberò la vita, il marito Tony e i figli Maya (adolescente) e Luke (ancora un bambino) ormai da sette mesi stanno affrontando la dolorosa assenza della moglie / madre, quando il vedovo riceve una telefonata proprio da parte di Sienna. L'assassina, il cui crimine naturalmente è rimasto impunito - la morte di Hannah è stata bollata come un incidente - chiede ospitalità ai suoi vicini parenti, con il preciso intento di prendere il posto della vittima. Il suo scopo infatti è quello di creare un rapporto di complicità con la prole e di sedurre il capofamiglia, ma ben presto sarà proprio la primogenita a notare degli strani comportamenti nella nuova arrivata...
Prospettive
Lo spettatore cinefilo potrà ricordare un cult spagnolo degli anni Sessanta, quanto mai da riscoprire, quale Zia Tula (1964), nel quale una donna si ritrovava a occuparsi dei figli della sorella recentemente scomparsa e attirava su di sé le indesiderate attenzione del padre dei piccoli. Qui invece ci troviamo di fronte a una situazione diametralmente opposta, con la parente pronta a tutto pur di conturbare il bel vedovo nonché lei stessa colpevole in prima persona dell'omicidio della cugina. Una premessa a dir poco improbabile, con le indagini delle forze dell'ordine pressoché nulla e nessuno che si ponga una seria questione su come sia effettivamente annegata Hannah, che ha inizio dopo ben sette mesi di lutto, quando infine la villain decide di mettere in moto il suo folle e crudele piano.
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Al di fuori del cerchio
Piano nel quale deve naturalmente eliminare anche scomode figure secondarie che potrebbero causare incognite di vario tipo, ed ecco così altrettanti escamotage alla Parasite (2019) per mettere fuori gioco l'anziana domestica che da lungo tempo si prende cura della famigliola. Anche nella gestione di queste sottotrame di supporto, Ti ruberò la vita poggia su evidenti forzature che tolgono sostanza e solidità alla narrazione, sempre più improntata su quell'epilogo / resa dei conti dove infine tutti i nodi - che il pubblico aveva già compreso - vengono infine al pettine. Non che la destinazione televisiva di quest'ennesimo thriller pensato per il piccolo schermo potesse far pensare a uno scavo psicologico particolarmente approfondito, ma la speranza di essere stupiti in positivo è sempre lecita. Invece anche in quest'occasione ci troviamo davanti a un'operazione fortemente derivativa, con eventi già scritti e prevedibili che castrano sul nascere la tensione.
Sola contro tutti
Rispetto ad altre produzioni a tema, Ti ruberò la vita - titolo ben più sempliciotto dell'originale Killer Prom - può almeno contare su un'attrice affascinante e parzialmente credibile come cattiva / psicopatica quale Yvonne Zima (la ricordiamo in E.R. Medici in prima linea e in un piccolo ruolo in Iron Man 3), ma lo stesso non si può dire per il resto dell'anonimo cast, impalpabile per tutti gli ottanta minuti di visione. Passività condivisa con il regista Alexandre Carrière, che in precedenza aveva firmato un paio di horror low-budget e che si dimostra poco a suo agio con le dinamiche domestiche caratterizzanti la maggior parte del racconto, fino alla definitiva rivelazione e a quella chiusura zuccherosa smaccatamente superflua.
Conclusioni
Gelosa di sua cugina fin da quando erano bambine, Sienna decide di ucciderla - facendo sembrare tutto un tragico incidente - per poi insinuarsi progressivamente nella vita della sua famiglia ottenebrata dal lutto, con il preciso scopo di prenderne il posto. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Ti ruberò la vita, questo thriller per il mercato televisivo si inserisce nella scia delle molteplici produzioni a tema, con una trama improbabile e un livello tensivo indolore e impalpabile. A dare un parziale brio è l'interpretazione di Yvonne Zima, sensuale e torbida al punto giusto nelle vesti della villain, ma da sola può poco per reggere l'anonimo contesto.
Perché ci piace
- La villain Yvonne Zima è una spanna sopra il resto del cast.
Cosa non va
- Tensione inesistente.
- Sceneggiatura improbabile e ricca di forzature.