Thunder Road arriva in esclusiva su RayPlay dal 23 ottobre. E il film di Jim Cummings si merita davvero l'attenzione della critica per l'originalità e l'umanità contenuta nella storia. Attore, autore, regista, co-montatore e autore delle musiche, l'eclettico Jim Cummings ha incantato il Sundance con un corto intenso che è diventato un dramedy indipendente, prima vera regia, realizzato ormai due anni fa. Tutto ruota attorno alla canzone di Bruce Springsteen Thunder Road, amata dalla madre defunta del poliziotto Jim. "La canzone di Springsteen parla di un uomo che convince una ragazza a lasciare la cittadina in cui vive e sfuggire a una vita misera" ci spiega Jim Cummings. "Nel nostro film è un padre che parla alla figlia. Volevamo reinventare un sentimento per un pubblico che conosce molto bene il brano".
Thunder Road si apre col funerale della madre del poliziotto Jim Arnaud che, per onorare la genitrice, ballerina e insegnante di danza, improvvisa un balletto tra il ridicolo e disperato. L'uomo dovrà poi barcamenarsi tra un difficile divorzio, un rapporto complicato con la figlia di nove anni e le difficoltà del suo lavoro, che richiede nervi ben più saldi dei suoi. Thunder Road va a sgretolare l'immaginario del poliziotto macho tanto cara agli americani grazie alla strepitosa interpretazione di Jim Cummings e anche alla danza, "forma d'arte fantastica che, nella visione americana, non è affatto mascolina. Jim, però, ama la madre e balla in suo onore. Per lui è un'eredità familiare. Il mio scopo era fare un film su un uomo che impara a conoscere se stesso attraverso il rapporto con la famiglia". Parlando di machismo, il regista specifica che quella americana è una "società guidata dal testosterone. Celebriamo figure forti che in realtà sono degli stronzi. Sono cresciuto guardando film di Indiana Jones e ho cercato di raccontare il collasso del macho tradizionale".
L'autobiografia nella storia
Nella costruzione del personaggio del suo poliziotto, Jim Cummings ha infuso cuore, grinta, passione e originalità, il risultato si vede fin dall'incipit costruito grazie a un lunghissimo piano sequenza, quasi insostenibile per un attore vista la scena ad alto tasso di imbarazzo, eppure Jim Cummins ne esce vittorioso. Quanto c'è di suo nel personaggio di Jim? "Come lui, anche io nel 2014 ho vissuto il trauma del divorzio. Tutto ciò che avevo erano gli amici" ci confessa il regista. "Li ho fusi nel personaggio di Nate, che sostiene Jim nella sua depressione. Per un uomo è difficile parlare di depressione, soprattutto per un poliziotto. Volevo che Nate fosse un amico fedele nonostante tutto. In America non si parla spesso di perdono, ma io lo trovo un sentimento fantastico". Cummings aggiunge di aver negato a lungo la dimensione autobiografica di Thunder Road "finché un giorno mia sorella mi ha detto 'Questo film parla della nostra famiglia'. Ho cinque sorelle che ho fuso in un unico personaggio. Non ho figli, ma ho molti nipoti. Ci sono un sacco di cose vicine alla mia vita, questo film sarebbe la mia vita se non fossi stato in grado di gestire le situazioni".
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Nel segno di Bruce Springsteen
Dopo aver lavorato come produttore per molti anni, la molla che ha spinto Jim Cummings a misurarsi col lungometraggio è stato il successo del corto Thunder Road. "Non pensavo che sarei diventato attore o regista né che sarei arrivato a questo punto" spiega lui. "Non avevo una formazione specifica. Sono stato molto fortunato. Mi piace raccontare storie scomode, divertenti. L'obiettivo era raccontare la storia di Giobbe in versione commedia, quest'uomo riesce a sopravvivere nonostante tutti i guai che gli capitano. Spero che il film aiuti le persone sole e tristi".
L'inizio di Thunder Road è una chiara dimostrazione dello stile originale e coraggioso di Jim Cummings, con il lungo piano sequenza al funerale della madre. Difficile guardare la scena senza appassionarsi ed empatizzare con la protagonista. "Il lungo zoom coinvolge il pubblico, lo fa sentire all'interno della chiesa. Per ottenere questo risultato ho evitato il montaggio tradizionale, ho provato a ottener un effetto alla Keaton, alla Chaplin, inserisce magia all'interno delle riprese". La scena in questione ruota attorno al brano di Bruce Springsteen, perciò viene spontaneo chiedere a Cummings se il Boss ha visto il film. "Certo, l'ha visto con la famiglia e ci hanno fatto i complimenti su Instagram. Bruce è l'uomo più cool del pianeta. Nel corto usavamo la canzone come karaoke, era umiliante. Per il film abbiamo provato la scena per 12 ore, 9 riprese al mattino col brano e 9 il pomeriggio senza. L'ultima ripresa era perfetta, così l'abbiamo tenuta. I produttori erano sollevati. Meno diritti da pagare".
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Un film pieno di emozioni per la generazione internet
Un'altra scena chiave, ambientata alla scuola della figlia di Jim, vede l'icona indie Macon Blair nei panni di un insegnante. "Si tratta di una scena ridicola e divertente. Ho vinto il Sundance nel 2016 col corto Thunder Road, lui ha vinto l'anno dopo nei lungometraggi" ricorda Jim Cummings. "Macon Blair vive a Austin, dove giravamo. Così l'ho contattato su Facebook, gli ho descritto la scena, gli ho mandato lo script e lui ha accettato. Abbiamo girato tutto in 8 ore. Macon si è presentato sul set con una strana camicia, sandali e barba, ma lo abbiamo fatto radere".
Quel che è certo è che con la sua sequela di momenti divertenti, isterici, drammatici, Thunder non annoia mai. "Sono cresciuto su internet, ho una soglia dell'attenzione bassissima" spiega Jim Cummings. Molti film che tutti osannano li trovo lenti e noiosi. Avevo bisogno di fare un film in cui ogni singolo istante ti tenga concentrato sulla scena, sia denso di significato, qualcosa alla Diamanti grezzi". Il regista è intenzionato a proseguire nella stessa direzione: "Il mio nuovo film, The Beta Test, sarà sul collasso delle agenzie del mondo di Hollywood, sarà controverso e incapperà in qualche guaio. Ma voglio che gli altri autori indie si sentano meno isolati e strani in un sistema che fa di tutto per reprimerli".