Those About To Die è la serie che incarna l'ormai famoso MEME: "Quanto spesso pensi all'Impero Romano?". Su Prime Video dal 19 luglio, è tratta dall'omonimo libro di Daniel P. Mannix, che ha ispirato anche il film Il Gladiatore di Ridley Scott (di cui quest'anno esce anche il sequel: i gladiatori vanno davvero fortissimo). Cast corale, tante storie che si intrecciano, una costante: l'imperatore Vespasiano, interpretato dal premio Oscar Anthony Hopkins.
Sì perché Those About To Die si basa in parte su una storia vera: quella della dinastia flavia, di cui Vespasiano fu fondatore. Oltre a lui ci sono infatti diversi personaggi realmente esistiti: i figli Tito e Domiziano, che hanno i volti rispettivamente di Tom Hughes e Jojo Macari, e anche l'auriga Scorpo (Dimitri Leonidas). Poi, ovviamente, tutto è romanzato e l'altro punto cardine della serie è un personaggio inventato, Tenax, ruolo affidato a Iwan Rheon, che molto probabilmente ricordate come Ramsay Bolton in Il Trono di Spade.
Tenax gestisce le scommesse sui giochi e la scuderia oro insieme a Domiziano. I giochi sono quelli dei gladiatori e due di loro che impariamo a conoscere sono Kwame (Moe Hashim), la cui madre, Cala (Sara Martins), lo spinge a sopravvivere, e Viggo (Jóhannes Haukur Jóhannesson), che diventa amico e mentore del ragazzo. Nella nostra intervista il regista Roland Emmerich, che ha girato la serie per otto mesi a Cinecittà, e i protagonisti ci spiegano perché, anche se si parla dell'Antica Roma, quella di Those About To Die è una storia più attuale che mai.
Those About To Die: intervista a Roland Emmerich
Come dicevamo, Those About to Die è in parte una storia vera: dopo essere emerso vincitore nell'anno dei quattro imperatori (il 69, in cui, in seguito alla morte di Nerone, in quattro lottarono per prendere il suo posto), Vespasiano si è preoccupato di tenere a bada il popolo. Come? Organizzando dei giochi al Circo Massimo. Ma non era abbastanza: si deve proprio a lui l'inizio della costruzione del Colosseo, oggi simbolo di Roma.
Per il regista Roland Emmerich i politici oggi non si comportano molto diversamente: "Oggi abbiamo un po' di distrazione in più. Abbiamo la televisione, il cinema e la musica. Ci sono molte cose che ci distraggono. E naturalmente gli eventi sportivi: vengono sempre usati per distrarre le persone. Chi ci governa non vuole solo intrattenerci: vuole distrarci da cose forse più importanti. Per esempio: quando cerchiamo il nostro interesse per il riscaldamento globale non se ne trova molto in giro".
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Those About To Die: intervista a Iwan Rheon e Sara Martins
Sulla distrazione Iwan Rheon è d'accordo con Emmerich. E anzi, si spinge oltre: "Credo che l'intrattenimento sia sempre stato uno strumento di distrazione. Quindi penso che non sia diverso: è lo stesso, oggi come allora. Tranne forse per il fatto che oggi forse è meno evidente. Ai tempi dei Romani se c'era una rivolta si dimenticava in fretta. Si organizzavano subito dei giochi. Se un imperatore voleva piacere alla gente doveva organizzarli. In un certo senso oggi sono i politici populisti l'intrattenimento. Per quello che dicono e fanno, diventano essi stessi personaggi di intrattenimento. Sanno attirare le persone, mascherando magari il fatto di essere persone orribili".
Più ottimista Sara Martins: "Dipende da chi lo usa. Abbiamo bisogno di intrattenimento: che sia musica o pittura. Quando parliamo di sport, ciò che attira le persone è che si tratta di qualcosa che unisce. È vero però che, nei secoli, l'intrattenimento e lo sport siano diventati uno strumento in mano ai potenti per distrarre le persone".
Those About To Die: intervista a Moe Hashim e Jóhannes Haukur Jóhannesson
Per Jóhannes Haukur Jóhannesson, che ha il ruolo del gladiatore Viggo, quello dell'intrattenimento come mezzo di distrazione è solo uno degli aspetti della serie: "Questo è un aspetto di ciò che la serie racconta. E guardandola ora per me, perché quando si filma, si è molto concentrati sulla trama in cui ci si trova, assume altri significati. Il mio contributo riguarda soprattutto i combattimenti e l'aspetto gladiatorio. Ma ora che ho visto la storia prendere forma capisco che il mondo della serie è ricchissimo. Ci sono i politici, gli imperatori, ma anche tutto ciò che avviene nel sottobosco, nei letti. C'è l'uomo comune, gli stranieri che arrivano. Questi sono un ambiente e una storia così ricchi che parlano di ogni aspetto del nostro mondo moderno".
Moe Hashim (che forse avete visto in Ted Lasso), spiega come è stato l'allenamento sul set per diventare un gladiatore: "Nella serie uccido a mani nude un leone, leopardi, qualsiasi cosa! Divento uno dei gladiatori più importanti. Siamo stati fortunati ad arrivare a Roma molto prima dell'inizio delle riprese: abbiamo lavorato con il team di EAStunt. Loro ogni giorno si allenavano, provando i nostri combattimenti. È stato come imparare una coreografia di danza: era come andare a lezione di danza tutti i giorni, lavorando sui nostri passi. E poi c'è sicuramente l'aspetto fisico: ci siamo allenati molto".