Si parla oramai da anni di eredi più o meno legittimi di Lost - la serie della tv moderna che più ha segnato un prima e un dopo la sua realizzazione - o che comunque ne hanno riscritto i codici e i canoni. Ma capita spesso che in realtà alcune serie non sarebbero potute semplicemente esistere senza Lost per come ha cambiato l'assetto e le regole narrative scritte fino a quel momento sul piccolo schermo. Una di queste è This Is Us, il family drama sui generis che ha salutato da poco i fan americani e a fine giugno lo farà anche in Italia, dove è in onda su Fox con la sesta ed ultima stagione ogni lunedì. Andiamo a scoprire allora perché This Is Us sia diventato a tutti gli effetti il Lost dei family drama.
Questione di tempo
This Is Us agli Upfront nella descrizione ufficiale venne presentato come uno show che avrebbe raccontato di un gruppo di persone nate lo stesso giorno. Volutamente rimarcava un elemento quasi sovrannaturale per poi in realtà dimostrarsi una delle serie più ancorate alla realtà possibili. Lo stesso era anche un espediente del suo creatore Dan Fogelman - che veniva dalle comedy e aveva dimostrato di saper far ridere come pochi - per non rovinare la sorpresa agli spettatori che avrebbero assistito al pilot. A fine visione infatti il pubblico avrebbe capito che sorprendentemente non era la storia di un gruppo di persone ma di una famiglia, gli Us del titolo. Poiché due gemelli, insieme a uno adottato, nascevano lo stesso giorno del padre.
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Questo portava la narrazione su più linee temporali, con materiale potenzialmente infinito, continuando a saltare tra le linee narrative per raccontare l'evoluzione dei rapporti di una famiglia; e regalando uno dei casting migliori visti forse da sempre in un serial, per trovare i corrispettivi di ognuno dei personaggi nelle varie età. Ma non è l'unico parallelismo con Lost, che aveva fatto dei flashback utilizzati nel racconto con una correlazione tematica col presente il proprio marchio di fabbrica. Se alla fine della terza stagione della serie cult con uno dei plot twist meglio assestati dell'intera storia della serialità, scoprivamo di essere nel futuro e non nel passato, passando quindi alla tecnica dei flashforward e non più dei flashback, anche This Is Us mostra nuovi assi nella propria manica utilizzando lo stesso strumento dalla seconda stagione, quando ci vengono mostrati i Pearson nel futuro, e ancora di più nella premiere della quarta stagione, col figlio di Kate e Toby adulto. Il family drama è riuscito così a giocare per sei stagioni (le stesse di Lost) con gli spettatori e sorprenderli ogni volta con una storia che venisse da un nuovo spunto temporale.
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Ultimo baluardo
This Is Us ha avuto l'incredibile fortuna di essere la serie al posto giusto nel momento giusto, ultimo baluardo di un tipo di serialità a lungo termine, passata oramai di moda in favore dello streaming, del binge-watching e del "tutto e subito" (risposte comprese), e quindi da pianificare con grande anticipo. Fogelman grazie a due rinnovi multipli ha potuto creare il percorso e il finale che aveva da sempre in mente e da sempre desiderato dare ai Pearson. Grazie al successo non solo di critica ma soprattutto di pubblico - altra rarità per una serie generalista oggi che richiede un tale impegno settimanale allo spettatore - il secondo rinnovo fino alla sesta stagione, ricorda un po' quello che accadde anche se per motivi diversi a Lost a suo tempo, quando vennero pianificate tre stagioni, comunicando anche che sarebbero state le ultime, per dare una certezza di finale al pubblico che si stava disperdendo perché perso nei troppi misteri rimasti aperti. Un'altra "lezione" imparata da Lost che Fogelman ha presto messo in tasca e fatto propria, sapendo con largo anticipo come avrebbe voluto far finire lo show e girando addirittura in anticipo di anni alcune scene, data anche l'età anagrafica dei piccoli Big Three che sarebbero cresciuti insieme alla serie. D'altronde anche la scelta di basare la propria forza non solo sul gioco narrativo e temporale con lo spettatore ma soprattutto sui rapporti tra i personaggi, anche se qui era necessario poiché parliamo di un family drama, sembra strizzare l'occhio alla decisione presa dagli autori al tempo del rinnovo multiplo di Lost.
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Episodi monografici
Un'altra caratteristica presa e ben (ri)utilizzata da Lost sono indubbiamente gli episodi monografici oltre che tematici mai visti prima in tv, che si concentrano su un singolo personaggio pur raccontando in parte anche gli altri. In This Is Us sono già storia non solo gli episodi dedicati ai personaggi "extra-Pearson" - come Beth o Miguel, o ancora la trilogia dei Big Three divenuta un appuntamento irrinunciabile per i fan quasi ogni anno e perfettamente incastrata nell'ultima stagione con gli attori adolescenti che si ritrovano per l'ultima volta dopo tanto tempo, nella storia come nella realtà. O ancora gli episodi dedicati a dei personaggi che in qualche modo avranno a che fare con i protagonisti ma non è subito chiaro il perché, con un inizio di puntata volutamente disorientante proprio come faceva Lost - ne è un esempio l'introduzione di Cassidy. Un modo per raccontare una storia attraverso i suoi personaggi, e ricordarci che una famiglia è più della somma dei suoi membri e una serie ben fatta più della somma delle sue parti.