Nel progredire di certe civiltà vi sono alcuni interessanti cortocircuiti che, se perseguiti con sapido gusto del divertimento, riescono a rivelare quanto vi sia di vero nella tesi dei corsi e ricorsi storici. Un esempio in tal senso viene dalla tradizione dei bagni pubblici che, in modo curioso, presenta più di un tratto in comune tra l'uso che se ne faceva nell'antica Roma e quello che se ne fa ancora oggi in Giappone, soprattutto nelle sue realtà più provinciali. Il dittico giapponese Thermae Romae e Thermae Romae II lavora proprio su questo paradosso, usando i codici della commedia demenziale e divertita. Il primo film, presentato nel 2012 al Far East, ha avuto in Giappone un enorme successo diventando il secondo miglior successo della stagione. Era inevitabile perciò che il regista Hideki Takeuchi - ispiratosi all'omonimo manga, pubblicato a partire dal 2008 - ne dirigesse un seguito, Thermae Romae II, presentato sempre a Udine per la sedicesima edizione del Far East. È stata questa l'occasione per incontrare il regista e parlare con lui del successo di questa inusuale saga.
Le terme, dal manga al filmIl protagonista di Thermae Romae II è, come nel precedente capitolo, l'architetto Lucius che riceve dall'imperatore romano Adriano l'incarico di costruire diverse terme, sempre più complicate a realizzarsi. Ma Lucius ha una caratteristica che lo rende unico ai suoi contemporanei: può viaggiare nello spazio-tempo e, ritrovatosi in Giappone, riesce a scovare ogni volta una soluzione ai suoi problemi, rielaborando l'uso che delle terme viene fatto nel Sol Levante. È questo lo spunto narrativo del film, da cui Takeuchi prende il via per elaborare tutta una serie di variazioni sul tema. E in cui, di nuovo, come in Thermae Romae si è avvalso di alcuni dei tanti episodi già raccontati nel manga realizzato da Mari Yamazaki: "Sì, l'opera originale" - ci dice Takeuchi - era molto particolare, nel senso che prendeva in considerazione l'antica Roma e il Giappone contemporaneo e andava a scovarne le differenze. E scopriva che, per quel che riguarda la costruzione delle terme, vi erano tantissime similitudini. L'idea era dunque basata sul fatto che il protagonista quasi non si accorgeva della differenza tra una civiltà e l'altra. È importante tra l'altro l'ambientazione nella campagna giapponese, perché lì sono rimaste vive delle tradizioni che in città invece sono scomparse. Ed è soprattutto per questo che Lucius non riesce a capire bene quello che gli succede e cioé che fa un balzo nel futuro e non nel suo presente. Comunque, ho affrontato il manga cercando di essere il più possibile rispettoso. Il mio primo intento infatti è stato quello di non voler deludere i fan, quindi tendo sempre a conservare gli elementi che sono stati maggiormente apprezzati e lo stesso ho fatto nel secondo capitolo della saga. Non credo comunque, almeno per ora, di voler fare altri film su questo tema. Perché il manga è lunghissimo e, volendo, vi sarebbero tanti altri spunti da poter raccontare". Da Cinecittà alla Bulgaria, le novità del secondo episodio
Una delle particolarità di Thermae Romae veniva dal fatto che per una volta una produzione giapponese si ritrovava a girare in Italia e, più in particolare a Cinecittà, dove i set della serie TV della HBO, Roma, servivano da sfondo alle vicende di Lucius. Stavolta però, con Thermae Romae II, quella location è stata abbandonata. "Per lo scorso film si era davvero creata una circostanza eccezionale, visto che in Giappone sarebbe stato impossibile girare un film d'ambientazione romana. Ovviamente mancano i luoghi giusti, mancano le attrezzature dell'epoca. Però poi in quell'occasione avevamo ripreso tutti gli angoli possibili presenti negli studi di Cinecittà e per Thermae Romae II volevamo qualcosa di nuovo e di diverso. Volevamo delle immagini totalmente nuove. Abbiamo visto perciò che, andando in Bulgaria, c'era la possibilità di utilizzare delle ambientazioni antiche, già usate per la serie TV Spartacus e quindi ci siamo resi conto che una parte poteva essere effettivamente utilizzata per fare qualcosa di nuovo". Ma questo secondo episodio si differenzia dal precedente anche per altri motivi: "Sì, in effetti, rispetto al precedente film ci siamo concentrati di meno sulle terme. Abbiamo lavorato di più sulla ricostruzione storica complessiva e quindi abbiamo messo la scena iniziale con i gladiatori, abbiamo inserito tutte le sequenze ambientate al Colosseo, ecc." La star, Hiroshi Abe
Sicuramente sia il primo che il secondo episodio di Thermae Romae non avrebbero avuto così tanto successo in Giappone se a interpretare il protagonista non fosse stato Hiroshi Abe, ex modello dal volto decisamente riconoscibile e dalle notevoli doti attoriali. "All'epoca non era stato facile fare il cast. Avevamo creato una lista di tutti quanti gli attori che avessero dei tratti somatici estremamente intensi e densi e all'interno di questi avevamo fatto una short list il cui vincitore è stato alla fine Abe. E anche quando è stato il momento di scegliere i membri della tribù con la faccia piatta [nel film i giapponesi vengono così definiti dal personaggio interpretato da Abe, n.d.r.] abbiamo scelto quelli che avevano la faccia più piatta in assoluto per creare un gap e un divario che fosse il più forte possibile con i prominenti nasi dei romani. Addirittura Abe, quando all'inizio gli era stato detto che doveva interpretare un antico romano, era un po' ansioso e si domandava se non avesse dovuto fare un make up. Ma io gli dissi che andava bene già così com'era. Sarebbe in realtà un problema se adesso gli italiani, guardando il film, cominciassero a pensare che tutti i giapponesi abbiano la faccia piatta. Vi voglio assicurare" - ride il regista - "che non è così". In nessuno dei due film vi sono comunque volti occidentali per interpretare i romani. "È vero. E sin dal principio ho pensato che non dovesse essere così. Non sarebbe stato interessante, perché il fatto di avere questa idea, chiamiamolo coraggio o follia, di un giapponese che avrebbe interpretato un antico romano era l'elemento cruciale, era ciò che dava spessore alla storia". Roma vista dal Giappone
Visto il successo che ha avuto il primo film in Giappone - mentre Thermae Romae II è uscito nelle sale nipponiche solo in questi giorni - viene da domandarsi se vi sia stata una scoperta o una ri-scoperta della storia dell'antica Roma da parte dei giapponesi. "In effetti, in passato non c'erano tanti miei connazionali che nutrissero un grande interesse per la storia dell'Impero Romano. Chi però ha avuto l'opportunità di guardare il film e di leggere il manga si è reso conto che quella era una civiltà avanzatissima e dunque si è incuriosito a tal proposito. Inoltre, che io sappia, c'è stato anche un riscontro positivo per quel che riguarda il turismo. Una volta infatti i giapponesi che venivano a Roma si limitavano a fare un giro nello stile di Vacanze romane, mentre adesso è più forte la volontà di andare a visitare i Fori romani, di andare a Ercolano, a Pompei. Quindi anche il modo di godere dell'Italia da un punto di vista turistico è cresciuto grazie a Thermae Romae. E io stesso più studiavo le vicende dell'antica Roma più si complicavano le immagini e le impressioni che mi facevo di questa civiltà. Per esempio ho avuto modo di capire che c'era una grande mobilità, cioè che si viaggiava molto da una parte all'altra dell'Impero, che già a quei tempi c'era una forma di tassa sul consumo, che esistevano degli ospedali per bambini, ecc. Non si trattava insomma di una realtà in cui si viveva in modo faticoso e affannato, tutt'altro. Si trattava di un periodo in cui c'era la possibilità di godere appieno della propria vita e questo l'hanno capito anche i miei connazionali".