The Wilds, la recensione: Se Lost diventa un pigiama party distopico

La recensione di The Wilds, la nuova serie tv, prima young adult di Amazon Prime Video in streaming dall'11 dicembre, chiaramente ispirata a Lost: una sfida impegnativa riuscita solo in parte.

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The Wilds: il cast in una scena

Un gruppo di persone sta volando sull'oceano, mentre il loro aeroplano precipita, e si trovano dispersi su un'isola deserta. Attenzione: state leggendo la recensione di The Wilds, la nuova serie Amazon Prime Video, disponibile in streaming dall'11 dicembre, e non quella di Lost. Ma è evidente che l'ispirazione della prima serie young adult targata Prime Video è quella della serie creata da J.J. Abrams e Damon Lindelof. È una sfida particolarmente difficile: The Wilds ha scelto di ispirarsi a un'opera che ha cambiato la storia della serialità televisiva, e scusate se è poco. Tutto si può dire dei suoi creatori, allora, tranne che non siano ambiziosi. Ancora di più se andiamo a leggere la definizione con cui viene presentata al pubblico: In parte survival drama, in parte "pigiama party" distopico. C'è tutto insomma per creare attesa nel pubblico. In sé, l'idea di prendere Lost e trattarlo come un archetipo narrativo (il che equivale a considerarlo una pietra miliare della tv) per rileggerlo in chiave teen e al femminile, è buona. Il risultato non è all'altezza delle ambizioni, ma si tratta in ogni caso di una serie intrigante, che si può seguire.

Naufraghe sull'isola: e se non fosse un caso?

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The Wilds: una foto di scena

Un gruppo di ragazze adolescenti, di varia estrazione sociale, partono per una vacanza. Nel bel mezzo del volo, l'aeroplano ha un guasto e precipita e le ragazze così si ritrovano su un'isola deserta. Litigano, stringono amicizie e sviluppano rivalità e antipatie, scoprono i relativi segreti che nascondono e i traumi che si portano dietro. C'è la ragazza che, a scuola, si era innamorata del suo professore; la campionessa di tuffi, che ha visto il suo corpo cambiare e ha avuto paura di perdere tutto, e la sorella, che è sempre stata meno al centro dell'attenzione; l'outsider che spaccia a scuola, ma sta vedendo il padre morire di cancro; la capitana della squadra di basket, che ha avuto una relazione con un'altra ragazza, bruscamente interrotta; la concertista di musica classica, dai genitori troppo protettivi, che finisce per diventare sessualmente disinibita. Ben presto, però, capiamo che qualcuno osserva le ragazze attraverso un video. E se le ragazze non fossero finite sull'isola per caso?

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Sulla mia pelle

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The Wilds: Jenna Clause in una scena

La cosa che colpisce, sin dalle prime inquadrature di The Wilds, è la pelle delle ragazze. Ci sono escoriazioni, abrasioni, ferite, bruciature date dal sole. Quello che ci vuole dire, subito, è che per loro non è stata facile, che non è stato affatto uno scherzo. Un altro tratto saliente è subito evidente: incontriamo le ragazze già dopo che tutto è accaduto, in un centro di recupero, una specie di ospedale, fatto di fredde e dure mura di cemento. La storia si sviluppa allora, seguendo il racconto delle ragazze, attraverso due flashback: ciò che avviene sull'isola, e la vita precedente delle ragazze. Il presente è la cornice: inizia il racconto e lo interrompe di tanto in tanto. Gli altri due flashback sono la parte principale dello sviluppo della storia. E, a differenza di quanto accadeva in Lost, dove il passato irrompeva di tanto in tanto, nell'azione dell'isola, le due componenti si dividono quasi lo stesso spazio.

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The Wilds: un'immagine del cast

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Lost e The Wilds: affinità e divergenze

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The Wilds: Erana James in una scena

Il survival drama, in qualche modo, è già stato trattato dalla serialità, dopo l'uscita del caposaldo Lost. Ma mai nessuno, finora, aveva osato avvicinarsi così tanto a quelle che da molti viene considerata "la serie" per eccellenza. Di cui The Wilds, a tratti, potrebbe essere considerato quasi un remake, o un reboot. Per questo, pur essendo un prodotto destinato a un pubblico diverso, il confronto con Lost, è inevitabile. La prima cosa che balza agli occhi è la natura ostile dell'isola. Al di là dei suoi misteri, l'isola di Lost, a livello naturale, appare quasi come un paradiso. Quella di The Wilds ha un clima meno mite, è più ventosa, brulla, chi la abita sembra trovarsi più a disagio dei naufraghi di Lost. Ci sembra che il dolore, inteso come quello fisico, qui sia più concreto, come evocato da quei segni sulla pelle nelle prime scene. In Lost, certo, i personaggi morivano, ma tutto era più stilizzato, più simbolico, l'intento di The Wilds, invece, è provare ad essere realistico, al netto della situazione surreale. Per questo le protagoniste sono ragazze che hanno anche dei difetti: alcune sono bellezze imperfette, alcune sono più goffe o sgraziate, alcune sgradevoli. Tutte ci sembrano molto vere. E poi, rispetto all'archetipo di J.J. Abrams, cambia la composizione del microcosmo: lì c'erano persone di tutte le età e di sesso diverso, qui sono tutte della stessa età e dello stesso genere, sono tutte ragazze.

Lost e The Wilds: mistero e romanzo di formazione

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The Wilds: Mia Healey in una scena

Insomma, ispirarsi a Lost e variare sul tema non è certo lesa maestà. La storia della serialità televisiva è sempre stata citazione e mescolanza di generi (basti pensare a come si è evoluto il medical drama dopo E.R. - Medici in prima linea). In teoria, Lost è un canovaccio che può prestarsi a infinite riletture. Se The Wilds non funziona completamente, è in realtà per altri motivi. Manca, dall'inizio, quel senso di mistero che, fin dalla prima puntata di Lost, ci ha tenuti incollati alla tv o a qualunque altro media avessimo scelto per vedere la serie. Manca quel senso di pericolo, di ignoto, l'idea che l'isola fosse un personaggio vero e proprio. Se abbiamo detto che le protagoniste hanno delle ferite, tutto è in fondo ricondotto a delle normali situazioni che possono capitare su un'isola (normali si fa per dire, ma rispetto a Lost tutto lo è...). Il mistero è solo uno degli ingredienti della serie: come avete intuito c'è, e viene costruito man mano che lo show va avanti, ma la trama poi finisce per svelare anche troppo. Occhio, quindi, a non fermarvi alle prime puntate, il rischio è che si finisca per non interessarsi abbastanza a ciò che accade sull'isola, in confronto al "prima". L'altro ingrediente della serie, quello principale, è il romanzo di formazione delle ragazze, la loro interiorità, i loro problemi. Ma i personaggi non ci sembrano abbastanza empatici da conquistare completamente chi guarda.

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The Wilds: Sarah Pidgeon in una scena della serie

Un Lost che non ce l'ha fatta, ma merita una chance

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The Wilds: Helena Howard in una scena della serie

L'empatia che non scatta immediatamente potrebbe derivare dalla scelta di disegnare dei personaggi volutamente spigolosi, urticanti. Ma anche scritti con un po' di superficialità. The Wilds resta un prodotto young adult, un teen drama, che, pur intrigante e ben realizzato (con delle sorprese: vedi l'episodio 7, che ha un momento da musical, come lo aveva una puntata di We Are Who We Are), non riesce ad elevarsi dal suo target per diventare universale e conquistare tutti, come riesce invece a fare un prodotto come Euphoria. Le interpretazioni delle attrici sono convincenti: spiccano l'emotiva Sarah Pidgeon, vista in Gotham, la dura Shannon Berry, e la veterana Rachel Griffiths, nota per Six Feet Under e Brothers & Sisters. Seguite la sua Gretchen Klein, deus ex machina della storia, e avrete la soluzione del mistero... The Wilds è un Lost che non ce l'ha fatta. Ma merita comunque una chance.

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Conclusioni

Come vi spieghiamo nella recensione di The Wilds, l'idea di prendere Lost e trattarlo come un archetipo narrativo per rileggerlo in chiave teen e al femminile è buona. Il risultato non è all'altezza delle ambizioni. Ma si tratta di una serie intrigante, che si può seguire.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • L'idea di partenza è molto interessante.
  • L'intento di The Wilds è provare ad essere realistico, al netto della situazione surreale.
  • Le attrici sono brave, convincenti, insolite.

Cosa non va

  • Manca quel senso di mistero che, fin dalla prima puntata di Lost, ci ha tenuti incollati alla tv.
  • I personaggi non ci sembrano abbastanza empatici da conquistare completamente chi guarda.
  • Resta un teen drama, che non riesce ad elevarsi dal suo target per diventare universale e conquistare tutti.