The Watchers, recensione: intrattenimento soprannaturale per un film dal climax coinvolgente

Una foresta, un'antica leggenda e il voyeurismo contemporaneo: The Watchers - Loro ti guardano di Ishana Night Shyamalan è un film d'esordio decisamente godibile. Al cinema.

I quattro protagonisti di The Watchers

La vera sfida non è essere memorabili, né originali. La sfida non è nemmeno realizzare un buon film, magari impeccabile nella forma o nella scrittura. Per un determinato tipo di cinema la vera sfida, oggi, è tenera alta l'attenzione del (grande) pubblico. Dissipando ogni dubbio, The Watchers - Loro ti guardano, scritto e diretto da Ishana Night Shyamalan (sì, è la figlia di M., che compare come produttore), funziona proprio perché ha la capacità di catturarci, senza più mollare la presa. Un po' come avviene ai protagonisti, che si ritrovano dispersi in una foresta inquietante e spaventosa. Stessa cosa per gli spettatori, coinvolti direttamente in un survival movie dai riverberi folkloristici e mitologici.

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Dakota Fanning persa nel bosco

Sul plot ci torneremo più avanti, ma va detto che la regista, in poco più di un'ora e mezza, è riuscita a dosare al meglio i toni di un film che, al netto del genere, sembra essere un intelligente ibrido. Ovvero, The Watchers funziona sia applicandolo al linguaggio del grande schermo, sia applicandolo al linguaggio dello streaming (e c'è una netta differenza, ormai è chiaro). Dall'inizio alla fine, la regista, alterna informazioni e avvenimenti, capaci di far risaltare il necessario pathos, e di conseguenza giustificando l'incredibilità di una vicenda che, a guardar bene, avrebbe numerose ingenuità, comunque trascurabili (e ampiamente giustificabili) nell'ottica di un'opera votata al puro intrattenimento.

The Watchers: sperduti in mezzo al bosco

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Dakota Fanning insieme agli altri sperduti: Oliver Finnegan, Olwen Fouéré, Georgina Campbell

The Watchers - Loro ti guardano è tratto dall'omonimo romanzo di A. M. Shine, ed ha per protagonista Mina, interpretata da Dakota Fanning. Mina è il classico personaggio che porta con sé un trauma (quelli bravi direbbero un ghost), condizionandola sia nelle scelte che nelle caratteristiche (lavora in un negozio di animali, ma sembra insensibile a qualsiasi cosa le giri intorno). In fondo, Ishana Night Shyamalan non ha paura di nascondere gli archetipi, e allora per quanto possibile prova a cavalcarli (mostrando onestà). Insieme a Mina, l'altra vera protagonista del film è la sconfinata e oscura foresta nell'Ovest dell'Irlanda, non troppo lontana da Galway.

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Una finestra sulla foresta in The Watchers

Incaricata di portare un pappagallo in uno zoo ad Ovest della città (pennuto che si rivelerà fondamentale), Mina attraversa l'enorme bosco, restando però bloccata al suo interno. La via d'uscita non pare esserci, e anzi la foresta sembra essere popolata da strane presenze. Troverà rifugio in una specie di bunker, dove provano a (sopra)vivere Madeline (Olwen Fouéré), Ciara (Georgina Campbell) e Daniel (Oliver Finnegan), anch'essi persi e bloccati - da tempo indefinito - nella foresta. Scopriremo che prima di essi, il bunker, era abitato da un certo professore, e che per resistere al bosco bisogna rispettare diverse regole. La più importante? Non uscire mai dopo il tramonto. Fuori si aggirano gli Osservatori, che ogni notte, come se fossero dei voyeur, si divertono a guardare i quattro individui.

Il voyeurismo contemporaneo secondo Ishana Night Shyamalan

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Chi c'è lì fuori?

Ishana Night Shyamalan, in questo caso, non si distacca troppo dalla poetica paterna, giocando con le leggende celtiche nell'ottica di un film che ha nel climax l'elemento più interessante. Come detto, la foresta è focale nell'umore del film: palcoscenico, cornice, pretesto e contesto, tra allucinazioni e residui di epoche lontane. Se di archetipi parlavamo, anche il bunker andrebbe a rappresentare la classica casa nella foresta, tipica del genere horror. Di orrorifico, in The Watchers, qualcosa potrebbe esserci, ma non è certo la paura lo scopo principale inseguito dallo script firmato dalla stessa regista. Sarebbe veniale rivelare troppo, ma è perspicace l'approccio fluido della scrittura verso un'opera che in sé conterrebbe addirittura la percezione che abbiamo di noi stessi, così come è accennato l'aspetto voyeuristico della nostra società, che tanto appare come un'osservante anestetizzata alla ricerca di un'identità da copiare e scimmiottare.

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Il doppio, tra i temi di The Watchers

Del resto, non mancano i riflessi e non mancano gli specchi, in The Watchers. Il tema del doppio è presente, com'è presente il tema del perdono, difficilissimo da perseguire soprattutto se riguarda il (nostro) passato. Ishana Night Shyamalan, dunque, facendo leva sulla musica di Abel Korzeniowski, che accompagna con discrezione le immagini, miscela tutto, senza il timore di essere troppo accessibile. Che vuol dire? Lo abbiamo scritto all'inizio della recensione: The Watchers è un film alla portata del pubblico, sia per linguaggio che per messa in scena, procedendo per spiegoni verso una conclusione forse eccessivamente allungata, e presumibilmente ridondante (quello dei finali sembra un "vizio di famiglia") sia per svolte che per approccio. Poco importa, però: vedendo The Watchers ci siamo sinceramente divertiti. E di questi tempi, basta e avanza.

Conclusioni

Un bosco e una leggenda lunga Secoli: cosa si nasconde dietro The Watchers? Ce lo dice Ishana Night Shyamalan che, nel suo film d'esordio, convince per climax e piglio, rendendo l'opera accessibile per lo spettatore. Un film che punta all'intrattenimento, diretto e semplificato da diversi "spiegoni", funzionali allo script e funzionali alla messa in scena. Un buon cast e poi la suggestiva ambientazione fanno il resto, almeno fino ad un ending forse eccessivo e poco focalizzato.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • L'ambientazione.
  • Un buon cast.
  • Gli "spiegoni", che confortano e intrattengono.
  • L'umore che si incrocia con le leggende folkloristiche.

Cosa non va

  • Diversi ingenuità strutturali.
  • Il finale, troppo ridondante.