Va di record in record, questa terza stagione di The Walking Dead. La serie horror targata AMC aveva infatti aperto la sua terza tranche di episodi con una season premiere da 10,9 milioni di spettatori, già il suo miglior risultato in assoluto, oltre che un ascolto straordinario per una serie trasmessa da una TV via cavo. Ora, dopo la pausa natalizia (estesa) questa mid-season premiere polverizza praticamente il precedente risultato, totalizzando ben 12,3 milioni di spettatori, con un incremento del 6%; facendo riscontrare inoltre l'ascolto più alto nella storia della TV via cavo per quanto riguarda il pubblico dai 18 ai 49 anni, con un totale, in quella fascia, di 7,7 milioni di spettatori. Numeri che testimoniano ancora una volta l'entusiasmo per uno show che è entrato stabilmente nel cuore di milioni di persone, sdoganando inoltre un genere (l'horror virato allo splatter) che in televisione era rimasto finora di nicchia; ciò, nonostante le nubi che si addensano minacciose sulla produzione della serie, che proprio in questi mesi ha dovuto assorbire il colpo dell'abbandono (consensuale, si dice) del suo secondo showrunner Glen Mazzara. Sul nome di colui che sostituirà Mazzara nella già annunciata quarta stagione, le scommesse sono aperte: si è parlato (finora senza certezze) dello sceneggiatore e supervisore alla produzione Scott M. Gimple.
Sia quel che sia, e nonostante le (giustificate) ansie dei fan, questa terza stagione è ripresa allo stesso ritmo col quale ci aveva lasciati: questo Fratello (The Suicide King nella versione originale) è un nuovo episodio teso e ricco d'azione, che riprende le fila della storia esattamente dal cliffhanger (Daryl e Merle catturati e lasciati soli nell'arena) che aveva preceduto la pausa. C'è poco spazio per rifiatare, per Rick e compagni da una parte, per gli uomini del folle Governatore dall'altra, e per i due fratelli che si ritrovano nel mezzo, costretti sadicamente a combattere l'uno contro l'altro. L'episodio precedente, d'altronde, ci aveva lasciati nel bel mezzo di una guerra, con l'assalto a una Woodbury che finalmente ha lasciato cadere la sua maschera di comunità coesa e "civile", e ha svelato il vero, sanguinario volto del suo leader. L'operazione condotta del gruppo di Rick porta alla fuga dei due fratelli, ma anche alla definitiva destabilizzazione dell'apparentemente tranquilla Woodbury: nulla è più sicuro, per i componenti di una comunità che ora vogliono fuggire in massa, come svegliatisi da quello che era in realtà un incantesimo. Sarà, inaspettatamente, la compagna del leader ferito, Andrea, a prendere in mano la situazione e a riportare, con la forza delle parole, la momentanea calma in città. Prove generali per un passaggio di leadership? Le premesse sembrano esserci tutte, e rimettono inoltre in discussione (in modo assai intrigante) la posizione di un personaggio che sembrava al contrario destinato a riavvicinarsi al gruppo di Rick. Proprio a quest'ultimo, dal canto suo, non mancano i problemi nella gestione di una situazione che sempre più sembra sfuggirgli di mano: la nuova presenza nel gruppo del meschino e violento Merle, che si era reso responsabile della tortura di Glenn e Maggie, non può in alcun modo essere tollerata. Ma il prezzo da pagare sarà, come prevedibile, alto: il richiamo dei legami di sangue, per Daryl, si rivela un elemento insormontabile. La sua scelta di abbandonare il gruppo per seguire il fratello maggiore, pur sofferta, è l'unica possibile. Ma non è il traumatico abbandono di Daryl l'unico problema che affligge l'ex poliziotto, sempre più tormentato e gravato da una responsabilità di leader che sembra progressivamente logorarlo: la presenza di Michonne, ben poco incline alla collaborazione e spinta soltanto da un risentimento personale verso il Governatore (che l'aveva quasi portata ad ucciderlo) rappresenta per Rick un'ulteriore incognita, di cui non sarà facile liberarsi. Ancor più seria è la situazione che l'ex poliziotto trova al suo ritorno nel carcere che il gruppo ha eletto a (sempre più precario) rifugio: alla reazione non certo serena con cui Carol accoglie la notizia dell'abbandono di Daryl, alle rinnovate tensioni con un Glenn che gli rimprovera di non aver chiuso i conti con Merle e col suo capo, si va a sommare la scoperta della presenza di un nuovo gruppo di sopravvissuti. La linea finora adottata da Rick sembra non lasciare spazio a dubbi sull'atteggiamento da tenere nei confronti di questi ultimi: il gruppo non va messo a rischio. Ma le pressioni degli ex compagni, a cominciare da Hershel, aprono pericolose crepe nella sua risolutezza: fino a culminare con la crisi allucinatoria che porta il riluttante leader a vedere, nel finale, il fantasma di sua moglie Lori. Un'incognita pesante come un macigno sulle condizioni psichiche di un personaggio che deve prepararsi a quella che sarà, presumibilmente, una guerra: sarà infatti solo questione di tempo perché il Governatore, ormai a conoscenza dell'ubicazione del carcere, prepari un attacco, prevedibilmente in forze. Sempre più, in questa stagione, gli Erranti sembrano diventati pericolo secondario rispetto a umani quasi altrettanto assetati di sangue, ma col vantaggio di una non indifferente intelligenza. Considerato il ritmo finora molto alto tenuto da questa terza tranche di episodi, e la grande densità di eventi che continuano a caratterizzarla (ben poche sono state, per adesso, quelle puntate "di passaggio" a cui la serie ci aveva abituati) sarà interessante vedere come gli sceneggiatori gestiranno questa seconda parte della stagione. Pare difficile, se il ritmo narrativo dovesse restare questo, che l'inevitabile scontro tra i due gruppi umani possa rappresentare il culmine della narrazione; ma l'assenza di punti di riferimento, ormai elemento caratterizzante (e per ora vincente) della stagione, rende quanto mai arduo fare previsioni a riguardo.Movieplayer.it
4.0/5