Prima di iniziare a parlare di questo finale di stagione 6, concedeteci due premesse: la prima è che, nei limiti del possibile, questa recensione si limiterà all'episodio L'ultimo giorno sulla Terra (Last Day on Earth), ma avremo modo nei giorni successivi di parlare più approfonditamente di questa stagione 6, dei suoi pregi e difetti, e dell'intera serie. L'altra cosa che ci teniamo a specificare è che, contrariamente a molti di coloro che avranno visto l'episodio e si saranno (giustamente) incazzati a morte con gli autori, noi cercheremo di essere il più tranquilli e obiettivi possibile nell'analizzare e giudicare questo episodio per quello che realmente è.
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Che poi, sia chiaro, se su di noi questo cliffhanger ha avuto meno effetto che su altri è solo perché erano settimane che eravamo certi che le cose sarebbero andate così, che per gli autori si sarebbe trattato di un'occasione troppo ghiotta da non sfruttare; ma probabilmente, se ci fosse arrivato inaspettato, questo finale l'avremmo odiato con tutto il cuore. Ma d'altronde il cliffhanger non è un espediente narrativo che serve a farsi amici - e in generale questa serie, l'abbiamo detto anche in passato, non ama accontentare nessuno - ma ha il solo ed unico intento di indurre una forte curiosità nello spettatore così da proseguire la visione della serie. Ha anche l'eventuale controindicazione di allontanare (spesso definitivamente) gli spettatori quando è esagerato, e se sarà questo il caso lo vedremo ad ottobre, ma di certo dobbiamo ammettere che in questo caso il suo effetto l'ha ottenuto, le reazioni ci sono state; non è stato, questo, un finale di episodio che possa lasciare indifferenti.
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Di certo, rispetto al famigerato numero 100 del fumetto di Robert Kirkman a cui evidentemente si ispira, cambia, e di molto, il modo in cui lascia i suoi spettatori: si è comunque spaventati e shockati, certo, ma non c'è quella sensazione di reale malessere o di sincero dispiacere e tristezza che può darti la morte di un personaggio a cui tieni. Tutto semplicemente rimandato ad ottobre, quando la serie tornerà per la stagione 7, oppure si tratta di un'occasione persa per sempre, ormai bruciata da questo rischioso colpo di scena? È probabilmente troppo presto per dire anche questo, bisognerà forse aspettare che si calmino gli animi prima, ed è per questo che forse adessi è meglio fare un passo indietro e vedere per bene tutto quello che è successo in questo tanto discusso episodio.
Ovviamente seguono spoiler sull'episodio 6x16 L'ultimo giorno sulla Terra (Last Day on Earth)
Carol e Morgan nemiciamici
Cominciamo non dalla trama principale dell'episodio, ma dagli unici due personaggi presenti al di fuori della mura di Alexandria la cui storyline non converge verso Negan. Morgan è sulle tracce di Carol, così come il Salvatore ferito e vendicativo, e riesce a trovarla e curarla ma non a convincerla a tornare indietro sui suoi passi. Ormai Carol è decisa, anche perché ha scoperto una grande verità: se tieni a qualcuno vuoi proteggerlo ad ogni costo, e per farlo, in questo nuovo mondo, devi uccidere. Quello che è particolarmente significativo in questo dialogo è il fatto che sia in qualche modo Carol a proseguire il percorso iniziato con Morgan ad inizio stagione e che sia proprio ques'ultimo a chiudere il cerchio, usando per la prima volta una pistola e uccidendo per lei, per salvarla.
C'è voluta una stagione intera, ma gli autori ci hanno semplicemente confermato quello che in molti avevano intuito già mesi fa: Carol e Morgan sono due facce della stessa medaglia, partivano da posizioni opposte e apparentemente inconciliabili ma in realtà le conclusioni non possono che essere le stesse. D'altronde non dimentichiamo che entrambi i personaggi provengono dalle stesse esperienze, hanno entrambi dovuto affrontare la perdita di un figlio ed entrambi sono dovuti diventare più forti di quanto credevano fosse possibile.
Quello che è un peccato è che il pur interessante rapporto tra due dei personaggi più affascinanti dello show sia stato sviluppato male, sia stato trascinato attraverso l'intera stagione e soprattutto sia sempre "esploso" nei momenti meno opportuni, ovvero nei momenti di maggiore tensione dello show come nel caso dell'arrivo dell'orda di zombie ad Alexandria o, nel caso presente, l'arrivo di Negan. Certamente l'aver portato due personaggi lontano dal resto del gruppo serve agli autori per sviluppare nuove sottotrame per la stagione 7, e i due "cavalieri" che incontrano fanno capire che ci sarà molto presto una nuova comunità in gioco.
La trappola dei Salvatori
Veniamo però al cuore dell'episodio, ovvero alla vendetta del gruppo di Negan che finora aveva soltanto subito gli attacchi e i contrattacchi di Rick e i suoi, senza mai veramente mostrare i muscoli. Di certo l'idea di Scott M. Gimple era quella di far credere ai suoi spettatori, così come a Rick, che i Salvatori non fossero poi troppo diversi dai Lupi o da chiunque altro avessero già incontrato e sistemato, per poi mostrare tutto insieme il vero potere di Negan e soprattutto l'organizzazione paramilitare su cui può contare.
In questo senso bisogna ammettere che l'episodio funziona davvero bene, perché l'espediente del malore di Maggie incinta che costringe il gruppo a correre vero Hilltop consente di creare un senso di pericolo crescente, un costante aumentare di tensione che rivela, pian piano, la trappola organizzata dal personaggio interpretato da Steven Ogg (se vi sembrava un volto o una voce familiare, si tratta del folle Trevor del videogiochi Grand Theft Auto V) in cui i nostri protagonisti stanno cadendo e che davvero non sembra lasciare alcuna speranza. A meno che, ovviamente, non ci sia un colpo di scena, un'idea geniale o, ancora meglio, un sacrificio ultimo. Ed è esattamente quello che succede quando Eugene decide di riscattarsi una volta per tutte agli occhi di Abraham e al resto del gruppo per fare da esca e per permettere così a tutti gli altri di scappare.
In una serie normale, su un sacrificio del genere si costruirebbe un intero episodio, con tanto di finale strappalacrime e catartico che giustifichi la morte di un personaggio per un bene superiore. Ma qui non siamo in una serie normale, e non siamo nemmeno in un episodio normale: una morte c'è stata promessa e una morte ci sarà, ma non porterà benefici a nessuno e non risolverà un bel niente. C'è stato promesso anche un personaggio che ameremo odiare e questo, finalmente, è il suo momento.
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Alla fine arriva Negan
C'era stato mostrato di spalle, con la sua giacca di pelle, nei poster e nelle immagini promozionali. Il suo nome lo avevamo ascoltato decine di volte per tutta la seconda metà di stagione, simbolo di uno spauracchio da molti giudicato persino eccessivo. Eppure il Negan di Jeffrey Dean Morgan è tutto quello che dovrebbe essere (tranne le parolacce, ovviamente, ma per quelle ci sarà la versione homevideo): uno spavaldo, spaventoso e sorridente bastardo. La sua entrata in scena è di quelle memorabili, soprattutto per tutta la preparazione che lo precede - il fischiettare, l'accerchiamento - e che dimostra una totale e completa reverenza da parte di tutti i suoi uomini, volti senza nome (fa eccezione solo Dwight per ora), semplici ingranaggi di una macchina da guerra che sembra funzionare perfettamente e che a malapena sembra accorgersi degli intoppi creati da Rick.
Il suo monologo, molto simile nel tono e nel senso a quello del fumetto, è quello di un uomo sicuro di sé e di quello che ha creato, di un uomo intelligente ma anche sadico; è un discorso che mentre fa rabbrividire gli 11 che ha catturato e che ha davanti, inginocchiati, in attesa di essere "puniti", fa capire agli spettatori che valeva davvero la pena di attenderlo e che se un attore amatissimo e noto soprattutto per ruoli "positivi" come Jeffrey Dean Morgan ha accettato un ruolo del genere è perché non si tratta di un cattivo come tanti altri.
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La celebre "conta" che Negan utilizza per scegliere la sua vittima diventa la scusa perfetta per gli sceneggiatori per realizzare un cliffhanger che già adesso si pone come uno dei più discussi e rischiosi (nel senso che la sua efficacia in termini di ascolti è ancora tutta da valutare) della storia delle serie TV, ma nemmeno per un attimo mette in discussione la pericolosità del personaggio: l'omicidio c'è, il regista Greg Nicotero decide di mostrarcelo fino alla fine (anche con un discutibile effetto sangue in CGI), indugiando sugli effetti sonori e sulle urla fin sui titoli di coda pur di non lasciare alcun dubbio agli spettatori che qualcosa di terribile è davvero successo e che nessuno potrà evitarlo. Senza però rivelare l'identità della vittima...
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Tutta la stagione 6 in un unico sguardo
A prescindere dalla reazione a questo cliffhanger, è indubbio che l'episodio in questione sia tutt'altro che perfetto, a partire dalla durata estesa di 90 minuti mai realmente giustificata o dalla pessima gestione della questione Daryl lasciata in sospeso dall'episodio precedente e poi praticamente buttata lì nel finale. Eppure bastano pochi elementi per renderlo un episodio indimenticabile, e non tanto per Negan, che avrà comunque modo di brillare ulteriormente in futuro, ma per la parabola discendente di Rick che parte da Alexandria sicuro di sé e dei suoi uomini come mai prima - lascia la sicurezza della comunità in mano a Gabriel, dice a Spencer di aspettare il suo ritorno nel caso i nemici vogliano negoziare, risponde ai Salvatori per le rime sottolineando baldanzosamente di aver già ucciso molti di loro - ma nel finale sembra di essere in completo stato di shock, paralizzato dal terrore e dalla consapevolezza di aver sbagliato tutto, tanto da non avere nemmeno la forza di difendere e combattere per il figlio e i suoi amici.
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Andrew Lincoln ancora una volta si dimostra bravissimo e perfettamente nel personaggio, anche quando, come in questo caso, gli crolla addosso il mondo intero e in pochi attimi perde tutto, ogni certezza che aveva e tutto ciò che aveva costruito con fatica e sacrifici. La sesta stagione si apriva con Rick più che mai leader indiscusso anche di Alexandria, un vero sopravvissuto in grado di far crescere chi era intorno a lui e farlo diventare così altrettanto letale. Ma la stagione si chiude con un uomo che è ormai soltanto un'ombra di colui che era in grado di sopravvivere alla più grossa orda di zombie mai vista o in grado di promettere sicurezza ad altre comunità.
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Non sappiamo chi morirà ad ottobre, non riusciamo davvero a farcene un'idea: potrebbero essere gli amatissimi Glenn o Maggie, ovviamente, o uno dei neo-innamorati Eugene e Sasha; Aaron, Eugene e Rosita non avrebbe forse la stessa forza, ma d'altronde a rischio c'è anche Daryl, uno dei beniamini dello show. Oppure Michonne o Carl, i due più vicini e che più sono a cuore proprio a Rick. Ma qualunque cosa succeda, è proprio lui a sembrare l'unico intoccabile ma anche quello che di certo sembra averne pagato di più il prezzo: l'invincibile Rick Grimes, o quel che ne rimane. La settima stagione dovrà essere la sua rivincita e il suo riscatto, e arrivarci vorrà dire necessariamente, proprio come per il fumetto, mettersi in marcia verso la guerra.
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Movieplayer.it
4.0/5