La serie AMC è tornata in TV da appena tre episodi, eppure sono successe talmente tante cose in queste poche ore che ci sembra quasi di assistere ad un The Walking Dead 2.0, una versione riveduta ed aggiornata dello show che ha infranto tanti record ma che adesso sembra aver trovato un equilibrio tra azione e introspezione che non era mai stato raggiunto e che forse rappresentava l'unico elemento mancante per diventare una "grande serie".
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Se questo equilibrio sia stato raggiunto definitivamente è ancora troppo presto per dirlo, ma di certo questo nuovo episodio, Grazie (Thank You), fa davvero ben sperare: perché pur essendo molto più convenzionale e tipico della serie rispetto ai due precedenti e pur rappresentando, in un certo senso, quasi un episodio di transizione tra i grandi avvenimenti delle scorse settimane e quanto, inevitabilmente, dovrà succedere nel prossimo futuro, ci troviamo di nuovo di fronte ad un'ora di televisione appassionante ed imprevedibile, in cui niente può essere dato per scontato e in cui nessun personaggio, nemmeno il più amato, è davvero al sicuro. No, non stiamo parlando de Il trono di spade, ma di certo il paragone non è più così azzardato.
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Cosa succede di così sconvolgente in questo terzo episodio? Per scoprirlo basta seguire i tre protagonisti di questo episodio: Michonne, Glenn e Rick.
Michonne e il ribaltamento della regola "nera"
Partiamo dalla tostissima Michonne, che insieme a Glenn deve guidare il gruppo di Alexandria verso casa, ben consapevole che non sarà affatto facile visto che nessuno lì sembra avere l'esperienza necessaria per sopravvivere in una situazione del genere. Rick le dice chiaramente di cercare di fare di tutto per salvarli, ma che comunque ad un certo punto si troverà costretta a fare scelte difficili, e questo puntualmente succede, ma Michonne è coraggiosa e leale, molto più di quanto il nuovo arrivato Heath possa anche solo immaginare.
D'altronde Heath, e come lui tutti gli altri abitanti di Alexandria, non sanno cosa Rick e gli altri hanno dovuto affrontate, non hanno ancor visto il loro volto completamente ricoperto di sangue, e pensano di essere pronti a tutto. Pagheranno con la vita questa loro supponenza, ma al tempo stesso dimostreranno di essere delle brave persone. Troppo brave per un mondo che non risparmia nessuno e non permette errori o dubbi. Se Michonne alla fine dell'episodio sopravvive è perché si avvera quello che Rick le aveva detto, ovvero che purtroppo non tutti ce la faranno. Quello che stupisce però è che a salvarsi sono soltanto tre (oltre a Michonne, lo stesso Heath e il sanguinante Scott) e sono tutti e tre persone di colore. In barba alla famosa regola degli horror, e molto spesso "confermata" da The Walking Dead, che li vede come vittime predilette da zombi, serial killer e mostri affini. I vari Tyreese, Noah, Bob e T-Dog non avranno molto di che rallegrarsi, ma meglio tardi che mai!
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Addio Glenn. O forse no?
Se Michonne è, per il momento, in salvo, lo stesso non si può dire del caro Glenn, un personaggio che ci accompagna fin dalla primissima stagione e che certamente rappresenta il cuore dello show alla pari di Rick, Daryl e pochissimi altri. Se ricordate l'ultima scena del pilot, il primo incontro con Glenn fu attraverso la radio del carrarmato ad Atlanta, e chiamava Rick aprostrofandolo così: "Hey you dumbass." La stessa cosa gli ripete Glenn, sempre per radio, in questo episodio, ed è proprio sentendo questo saluto che avevamo capito che le cose per Glenn stavano mettendosi male, ancor prima di intraprendere una missione suicida accompagnato dall'inutile Nicholas.
Proprio quest'ultimo infatti, anche se involontariamente, lo porta in un vicolo cieco inseguito da un'orda gigantesca di zombie ed è sempre Nicholas a ringraziarlo prima di suicidarsi e facendo così cadere Glenn in un letale oceano di voraci zombie. Vediamo quindi Glenn impossibilitato a muoversi e apparentemente divorato, budella per budella. Il caro Glenn sembrerebbe andato per sempre, nel peggiore dei modi, e a noi non rimane altro che piangere la sua scomparsa e pensare alla povera Maggie costretta ad affrontare l'ennesimo terribile lutto.
Ma siamo davvero certi che questa sia l'ultima volta che vediamo Glenn? La sera stessa della messa in onda dell'episodio shock, lo showrunner Scott M. Gimple ha dovuto immediatamente rilasciare un commento dicendo: "Dirò questo: in qualche modo rivedremo ancora Glenn, qualche versione di Glenn o parti di Glenn, o in un flashback o nella storia corrente". Messa così non è esattamente rassicurante, anche perché non è che siamo così vogliosi di rivedere solo parti di Glenn, ma al tempo stesso nemmeno esclude del tutto un eventuale ritorno (che sarebbe certamente auspicato dai lettori del fumetto poiché Glenn ha un importante ruolo per il futuro, anche se tutt'altro che felice). Ma ammettiamo che Glenn sia ancora vivo, come potrebbe essere possibile, considerato che l'abbiamo visto con le budella di fuori? L'unica ipotesi sensata potrebbe essere una sorta di trucchetto utilizzato dagli autori: ovvero le budella che abbiamo visto non sono quelle di Glenn, ma quelle di Nicholas che è caduto sopra di lui, facendo così da scudo. Basterebbe davvero questo a salvarlo? Lo scopriremo probabilmente la prossima settimana.
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La mano di Rick e le conseguenze del non uccidere di Morgan
Parlando di fumetto, c'è una cosa che molti lettori rimproverano alla serie, ed è il fatto che Rick ha ancora entrambe le mani, mentre abbastanza presto nei comics a Rick viene tagliata la destra. Si tratta in realtà di una scelta azzardata che lo stesso autore Robert Kirkman ha spesso rimpianto, ma di certo è un qualcosa che caratterizza fortemente il personaggio di Rick, tanto che lo stesso Andrew Lincoln in passato si era prodigato con gli autori dello show a favore di questa coraggiosa scelta.
Dopo questo episodio Lincoln e i fan potrebbero dunque essere accontentati, perché come si vede nel finale mentre Rick combatte con degli zombie, si ferisce alla mano sinistra con un machete ancora incastrato in un cadavere. Un machete che quindi gronda sangue infetto. Rick cerca di coprire la ferita come meglio può, ma probabilmente potrebbe essere inutile perché, come sappiamo, in caso di infezione l'unica possibilità (Hershel insegna) è l'amputazione dell'arto.
Non contenti, gli autori lasciano Rick alle prese prima con i Lupi scappati da Alexandria (lasciati andare, con tanto di pistola, da un magnanimo Morgan) e poi dal gregge di zombie, richiamato dai colpi di pistola, che velocemente circonda il camper che non ne vuole sapere di partire. Insomma Rick è circondato e anche per lui le cose non si mettono benissimo: difficile immaginare così presto uno show senza Rick (ma prima o poi potrebbe succedere), ma di certo non ci era mai capitato un episodio in cui personaggi così importanti fossero in pericolo costante e crescente dal primo all'ultimo momento. E il peggio, molto probabilmente, deve ancora arrivare.
Cosa succederà nel prossimo episodio?
Ovviamente siamo tutti molto curiosi di sapere del destino di Rick e Glenn, ma il quarto episodio della sesta stagione, intitolato Here's Not Here, sembrerebbe essere un episodio flashback, in gran parte un incentrato su Morgan e il suo oscuro passato. Si parla però con insistenza anche dell'introduzione di un nuovo importante personaggio, e qui viene spontaneo pensare a Paul "Jesus" Monroe, amatissimo dai fan del fumetto e noto per la sua abilità nelle arti marziali. Sarà proprio lui l'amico a cui si riferisce Morgan quando gli viene chiesto chi gli ha insegnato ad essere così letale con il bastone?
Da notare come l'episodio sarà più lungo del normale (90 minuti compreso la pubblicità, 50% in più), ed è la prima volta che capita ad un episodio "centrale", ovvero che non sia una premiere o un finale di stagione. In più Here's Not Here sarà mostrato a Lucca Comics & Games sabato pomeriggio (16:30) in anteprima mondiale, subito dopo la presentazione della nuova serie firmata Kirkman, Outcast. Quindi mi raccomando, appena sapete qualcosa di Glenn o Rick fateci sapere che qui siamo preoccupati!
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Movieplayer.it
4.0/5