The Walking Dead: commento all'episodio 4x13, Solo

Un episodio "a tema", per la serie AMC, per buona parte povero di sviluppi narrativi rilevanti, ma con un finale che apre prospettive di sicuro interesse.

Road to Terminus: potrebbe essere questo, ormai, il sottotitolo di questo frangente della quarta stagione di The Walking Dead. Gli sceneggiatori sembrano infatti puntare decisamente sull'attesa per quello che si configura sempre più come l'approdo (possibile) di tutti i sopravvissuti alla prigione: non c'è personaggio, arrivati alla fine di questo tredicesimo episodio, che non abbia scorto almeno un cartello che annunci la presenza del "Santuario", e non ce n'è uno che non abbia deciso, per proprio conto, di dirigervisi. Questo continuo differimento di un evento-chiave, che verosimilmente concluderà questa quarta tranche di episodi, porta a quello che, forse, risulta il limite principale delle ultime puntate, particolarmente evidente in questo Solo: la vicenda, in sé, sembra progredire ben poco. Inoltre, dopo due episodi di assenza (dovuti certo alla struttura che la serie si è data in questa fase) iniziamo a sentire la mancanza di Rick, Carl e Michonne. Ma vediamo di andare con ordine.

Il plot:
Dopo la decisione di Maggie di tornare indietro per cercare Glenn, la ragazza, insieme ai compagni Bob e Sasha, scorge sulla strada un cartello che annuncia la presenza del Santuario, con l'indicazione della direzione per raggiungerlo. Convinta che il suo compagno stia puntando anche lui verso quella direzione, Maggie cerca di convincere gli altri due a indirizzarvi i propri sforzi: ma, mentre Bob pare fiducioso su una possibile riuscita dell'impresa, Sasha è più orientata a cercare un luogo sicuro dove fermarsi, e organizzare un'efficace difesa contro gli Erranti. Nel frattempo, Daryl e Beth arrivano presso un'abitazione annessa a quello che sembra essere un obitorio: i locali sono curati e puliti, segno di una presenza umana recente. I due decidono così di fermarsi per un po' all'interno, utilizzando anche le scorte di cibo contenute nell'abitazione.

Cosa ci è piaciuto di questo episodio:

- Trattasi, già dal titolo, di un episodio a tema: e il tema, quello della solitudine, viene svolto qui abbastanza correttamente. A partire dal flashback iniziale, e poi con lo sviluppo dei due subplot scelti, la tesi è chiara: in un mondo devastato, la sopravvivenza non può prescindere dalla presenza, e dalla collaborazione, di altri esseri umani. L'evoluzione in questo senso dei personaggi di Sasha da una parte, e di Daryl dall'altra, è credibile e funzionale. La meta-Terminus, per i personaggi, acquista così un valore ancora maggiore.

  • Tecnicamente, troviamo anche qui singole sequenze ben dirette: un teso corpo a corpo di Maggie, Bob e Sasha con gli Erranti nella nebbia, e l'assalto alla casa in cui si sono rifugiati Daryl e Beth. La buona regia supplisce bene a una staticità narrativa che, in questo episodio, si fa sentire più del solito.

  • Il già citato flashback che apre l'episodio, che mostra un Bob perso tra i boschi che viene ritrovato da Glenn e Daryl, è una scelta insolita e spiazzante. Espediente narrativo poco usato dalla serie, in questo caso risulta funzionale (anche se in modo un po' didascalico) al discorso che l'episodio vuole portare avanti.

Cosa non ci è piaciuto di questo episodio:
- Abbiamo già accennato in apertura al limite principale della puntata: col costante rinvio alla probabile conclusione di stagione (l'approdo - o meno - al Santuario) la trama orizzontale sembra progredire ben poco. Questo Solo, più di altri episodi, dà complessivamente l'impressione di una narrazione tirata per le lunghe, con pochi eventi realmente importanti ai fini dello sviluppo della serie (con l'eccezione del finale).

- In alcune sequenze, la sospensione dell'incredulità risulta decisamente più ardua che in passato. Una per tutte: la già citata irruzione degli Erranti (comunque ben diretta) nel rifugio di Beth e Daryl. L'ingenuità commessa da quest'ultimo, che permette alle creature di entrare con una facilità sconcertante, appare poco credibile data l'esperienza del personaggio. Probabilmente, non era difficile, per giustificare la sequenza, escogitare una trovata narrativa più efficace.
  • Anche se l'incontro di Daryl col gruppo a cui Rick era appena scampato (seguito al probabile rapimento - non si sa da parte di chi - di Beth) apre a sviluppi interessanti, il suo inserimento nel discorso generale dell'episodio appare forzato. Meglio la compagnia di una banda di possibili assassini, piuttosto che la momentanea solitudine? Ci permettiamo di nutrire i nostri dubbi, anche se le risposte arriveranno nei prossimi episodi.

Note a margine:
- I curatori della colonna sonora confermano in quest'episodio una scelta musicale peculiare, all'insegna di sonorità classiche in veste moderna. La canzone che apre e chiude l'episodio si intitola Blackbird Song, ed è opera del giovane cantautore americano Lee DeWyze (fattosi notare con la vittoria nel reality American Idol); il pezzo che sentiamo suonare a Beth, al piano, è invece una canzone dei Waxahatchee (gruppo alternative folk da poco formatosi) dal titolo Be Good.

  • Il titolo dell'episodio (in originale Alone) è lo stesso della puntata che ha aperto la web-series The Walking Dead Webisodes: The Oath, spin-off realizzato allo scopo di promuovere questa quarta stagione.
What's next?
La stagione conta ormai tre episodi restanti, che certamente saranno caratterizzati dalla stessa struttura frammentata degli ultimi. Al di là dell'alone di mistero che continua a circondare il Santuario, la scomparsa di Beth e l'incontro di Daryl con la gang sono eventi "pesanti", il cui utilizzo futuro, nelle prossime puntate (e in seguito) andrà verificato. Il promo di fine episodio, comunque, mostra che le due storyline qui seguite saranno momentaneamente abbandonate: protagonisti della quattordicesima puntata, infatti, sembrano destinati ad essere Tyreese, Carol, Lizzie e Mika. Che si avvicini, anche, la resa dei conti tra i primi due, con la scoperta del doppio omicidio compiuto dalla donna?

Movieplayer.it

3.0/5