The Walking Dead 9x15, la recensione: benvenuti nella fiera delle crudeltà

La recensione di The Walking Dead 9x15: scisso in due parti molto diverse, The Calm Before ferisce con un epilogo straziante e crudele.

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The Walking Dead: un momento dell'episodio La quiete prima della tempesta

Il lunedì è diventato il giorno delle montagne russe. Alti e bassi, speranze e delusioni, riprese e ricadute. Mentre scriviamo questa recensione di The Walking Dead 9x15, siamo ancora in preda a qualche vertigine, perché il penultimo episodio di questa imperfetta ma incoraggiante nona stagione racchiude l'anima altalenante della serie AMC. The Calm Before, preludio di imminenti tempeste sin dal titolo, ha un anima assai contradditoria, sposando alla perfezione sia i pregi che i difetti di The Walking Dead. Con un minutaggio leggermente superiore alla media, l'episodio è affollatissimo, ospitando praticamente tutti i personaggi dello show, eccezion fatta per Negan.

Un'assenza che si fa sempre notare e pesa molto in una stagione che, va detto, gli ha dedicato davvero poco spazio. Peccato perché quel po' che ci è stato mostrato del sadico ex leader dei Salvatori ci ha incuriosito grazie alla prospettiva di una clamorosa redenzione. Nella speranza di vederlo nel gran finale della prossima settimana, The Walking Dead 9 fa a meno del grande Jeffrey Dean Morgan per mettere in scena, finalmente, la grande fiera tanto voluta da re Ezekiel. Dopo aver rischiato la pelle pur di regalare alla sua comunità una bacheca in cui esporre un manifesto di pacifica convivenza tra le comunità e un proiettore per restituire alla gente la meraviglia del cinema, il leader del Regno ha finalmente la festa spensierata e ottimista che voleva.

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The Walking Dead: Norman Reedus nell'episodio La quiete prima della tempesta

Ma che senso avrebbe The Walking Dead senza sangue, teste mozzate e scalpi? Ben poco, soprattutto da quando il profondo sadismo dei Sussurratori, guidati da una donna algida e crudele come Alpha, sono entrati di prepotenza nello show. Dopo un prologo che ben si lega all'epilogo, The Calm Before ci invita a salire sulla sua montagna russa per farci capire una volta per tutte quello che vorremmo e non vorremmo mai più vedere in questa serie in combutta con se stessa.

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Il lusso del frivolo: l'utopia impossibile di Ezekiel

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The Walking Dead: Melissa McBride e Khary Payton nell'episodio La quiete prima della tempesta

Prologo cruento a parte, tutto parte all'insegna del cauto ottimismo. Sorrisi, abbracci, riconciliazioni. Impossibile non trattenere un tenero sorriso davanti a Carol che rivede la piccola Judith, a Daryl che finalmente tira qualche sospiro di sollievo, a Michonne che sorride. Merce rara da queste parti. Finalmente il grande progetto unificatore di re Ezekiel diventa realtà: Hilltop, il Regno, Alexandria e tutte le altre comunità unite, come diverse dita della stessa mano. Si condivide tutto: provviste, problemi, armi, medicinali, il bello e il brutto che potrà capitare. La fiera ha così inizio, ed è strano come anche lo spettatore sia a disagio dinanzi a tanta spensieratezza, come se il frivolo fosse un lusso mai concesso a The Walking Dead. Però, il vero problema non è questa lecita boccata di ossigeno collettiva, ma l'incapacità (ormai conclamata e dichiarata più volte da queste parti) di gestire una coralità ormai strabordante.

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The Walking Dead: un momento di tenerezza nell'episodio La quiete prima della tempesta

Le sequenze in cui Henry amoreggia con Lydia, l'accoglienza dei ragazzi del Regno nei confronti della figlia di Alpha e il lungo dialogo tra Rosita e Eugene sono l'ennesima conferma del generale disinteresse trasmesso da personaggi privi di carisma e spessore narrativo. In mezzo a proiezioni, canzoni e giochi fieristici, The Walking Dead per fortuna capisce che sono altri i protagonisti che teniamo a cuore. Così, considerando che le battute finali di una stagione portano sempre con sé dei cadaveri, c'è davvero della tensione quando il trio composto da Michonne, Daryl e Carol viene catturato dai Sussurratori. La vecchia guardia lotta ma deve sottostare alla dittatura di Alpha e Beta, stranamente magnanimi con i nostri beniamini. Ad altri, però, è andata molto peggio di così.

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The Walking Dead: Norman Reedus in una scena nell'episodio La quiete prima della tempesta

Scisso in due parti molto diverse, The Calm Before sposa le due anime da cui è stata composta questa nona stagione. Da una parte c'è la speranza, l'ingenua utopia di pace e convivenza, che non dimentica mai gli insegnamenti di Carl e Rick. Un atteggiamento fiducioso che trova in Ezekiel il suo ambasciatore più convinto e convincente. Dall'altra i Sussurratori, che hanno sposato la natura ormai deviata e balorda del loro mondo. Il loro è un iperrealismo disilluso ma lucidissimo, un atteggiamento brutale eppure basato su una filosofia di vita che ha le sue folle ragioni. In mezzo ci sono proprio loro, ovvero Michonne, Daryl e Carol, mai del tutto sereni, sempre diffidenti, come se il loro passato li costringesse per forza di cose a una sospettosa cautela.

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The Walking Dead: una scena dell'episodio La quiete prima della tempesta

E fanno bene. Fanno bene perché negli ultimi dieci minuti The Walking Dead 9x15 torna a dare il meglio di sé con il peggio dell'essere umano. Accade tutto grazie a un ben dosato e lancinante colpo di scena finale, che entra di diritto tra le sequenze più macabre e disturbanti della serie. Sembra di essere in un episodio particolarmente sadico de Il trono di spade, con teste mozzate, picche e personaggi brutalmente cancellati dallo show. Il tutto citando ma anche virando rispetto a quanto visto nel fumetto, come ormai gli autori ci hanno abituato da anni. Però, qui ci tocca un'ammissione scomoda quanto sincera. Per quanto la scena finale ci abbia stupito per la cura della messa in scena e la brutalità delle immagini, forse c'è qualcosa che non va se una parte di noi ha esultato dinanzi alla dipartita di personaggi di cui non ne potevamo davvero più da molte stagioni. Ora che i Sussuratori hanno tagliato "i rami secchi", confidiamo che la tempesta imminente possa conquistarci. Con Negan di mezzo, magari.

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3.0/5