The Walking Dead - 2x03 e 2x04: Sopravvivere e La rosa di Cherokee

Ormai orfana dello showrunner Frank Darabont, la seconda stagione di The Walking Dead entra nel vivo con due episodi ricchi di tensione ed emozioni.

Sta entrando decisamente nel vivo, questa seconda stagione di The Walking Dead: l'allontamento di Frank Darabont e la presa in mano da parte di Glen Mazzara delle redini della serie non sembrano finora aver nuociuto alla qualità generale del prodotto (anche se non sapremo mai quanta farina del sacco di Darabont c'è in ogni singolo episodio); i nuovi due episodi Sopravvivere e La rosa di Cherokee confermano l'alto livello qualitativo, sia a livello di scrittura che di messa in scena, di una serie che continua a basare la sua fortuna su un ottimo tasso di credibilità, e su personaggi complessi e affascinanti, portati per mano e sviluppati dagli sceneggiatori nel corso della narrazione. Due episodi quasi speculari nelle loro caratteristiche, ma entrambi fortemente caratterizzanti lo show basato sul fumetto di Robert Kirkman: denso di eventi ed emozioni il primo, con una tensione che è umana ed affettiva prima che sovrannaturale, più di transizione il secondo, ma con alcune fondamentali evoluzioni nei rapporti tra i personaggi e un importante cliffhanger a fine episodio.

Sopravvivere è incentrato prevalentemente sul personaggio di Shane: con un altro espediente insolito per la serie (dopo il flashback del primo episodio) vediamo il co-protagonista, in un flash-forward che ci porta direttamente a fine episodio, intento a radersi i capelli, quasi in un cambio di identità o forse nella rivelazione, allo specchio, di quella che è la sua vera natura. Sappiamo quindi che Shane è sopravvissuto alla spedizione nella scuola alla ricerca del respiratore per l'intervento sul piccolo Carl, ma dal suo volto intuiamo che qualcosa di importante, probabilmente di drammatico, è accaduto. Quello che invece non sappiamo, a inizio episodio, è se Carl infine si salverà o no: suo padre Rick è ormai ridotto al minimo delle forze per le continue trasfusioni, ha fiducia nell'amico ma sa che la vita di suo figlio è appesa ad un filo. In una drammatica scena, costruita registicamente in modo magistrale, assistiamo al risveglio di Carl e a un suo breve dialogo con i genitori; poco dopo, lo sguardo del bambino si fa fisso, i suoi occhi si velano e per un terribile attimo lo spettatore, insieme a Rick e Lori, ha la certezza della sua morte. La smentita successiva, con la crisi epilettica subita dal bambino a causa dello scarso afflusso di sangue al cervello, è quasi altrettanto straziante, ma il suo generale peggioramento pone soprattutto Rick e Lori di fronte a una scelta: Carl sicuramente morirà se non si procede subito all'intervento di rimozione del proiettile, ma è alquanto improbabile che riuscirà a sopravvivere all'operazione senza il respiratore. La scelta di Rick, ancora una volta condannato a una decisione che ha a che fare con la vita di un'altra persona, questa volta quella di suo figlio, sarà lacerante ma necessaria. Carl ha dimostrato, nei pochi secondi in cui è stato cosciente, di avere una forte voglia di vivere: il suo ricordo di quel momento sospeso prima dello sparo, della bellezza del cervo e del suo sguardo stupito, ha spazzato via la rassegnazione espressa poco prima da sua madre, che quasi ne auspicava la morte per non fargli subire lo strazio di una vita perennemente in fuga.
La salvezza di Carl, raggiunta grazie al provvidenziale arrivo di Shane poco prima dell'inizio dell'intervento, è stata pagata, tuttavia, a caro prezzo: l'ex poliziotto rivela infatti che Otis, l'involontario responsabile del ferimento del bambino, non è riuscito a sfuggire all'orda dei famelici Erranti che li inseguivano. Le parole di Shane, tuttavia, nascondono una realtà ben peggiore, addirittura raggelante nelle sue implicazioni: nel finale dell'episodio, che riprende il flash-forward iniziale, vediamo infatti l'uomo ripercorrere con la mente la fuga dalla scuola, e scopriamo che è stato proprio lui, con un colpo di pistola, a porre fine alla corsa di Otis, dandolo in pasto alle creature e riuscendo così a guadagnare il tempo per fuggire. Una scelta in fondo non dissimile da quelle a cui quotidianamente è costretto Rick, ma con cui Shane ha probabilmente attraversato una linea di demarcazione netta: quella dell'omicidio a sangue freddo, della cosciente e materiale soppressione di un individuo allo scopo di salvarne un altro. I due sarebbero stati probabilmente uccisi entrambi, se Shane non avesse scelto questa opzione, e Carl sarebbe stato parimenti condannato: ma a che scopo ha agito, in realtà, l'ex poliziotto? La sua intenzione primaria era quella di salvare il bambino, o piuttosto la pura ed egoistica sopravvivenza?
Un interrogativo, questo, a cui forse nemmeno lo stesso Shane sarebbe davvero in grado di dare una risposta; risposta che forse potrebbe essere fornita solo da quella divinità che il vecchio Hershel continua a vedere dietro ad ogni evento, compreso il ferimento e la salvezza di Carl. Proprio l'evoluzione del rapporto tra Rick ed Hershel è uno dei temi principali de La rosa di Cherokee, episodio che offre una pausa dopo i concitati eventi della puntata precedente; se si esclude l'evento dell'Errante finito nel pozzo, e la sua sanguinosa conclusione, la puntata si concentra quasi esclusivamente sulle dinamiche instauratesi tra i due gruppi, e sulle loro possibili evoluzioni. Il rapporto tra Rick e il vecchio proprietario della fattoria si caratterizza subito per una contrapposizione di visioni quasi inconciliabili: Hershel, con le sue ferree convinzioni religiose, vorrebbe convincere l'ex poliziotto della presenza del divino in ogni evento occorso al gruppo, mentre Rick è al contrario sempre più disilluso riguardo all'esistenza di Dio, e a un suo eventuale interesse per i problemi di una razza umana che sembra ormai arrivata al capolinea. L'agricoltore, inoltre, è contrario all'uso delle armi nella sua proprietà, e impone al gruppo di uniformarsi alla sua volontà: Rick e gli altri (compresa una sempre più riottosa Andrea) saranno costretti a consegnare tutte le loro armi da fuoco, con l'eccezione della deroga concessa alla vedetta Dale. Ma soprattutto, Hershel è molto chiaro su un punto fondamentale: una volta che Carl si sarà ristabilito (e che il gruppo avrà trovato una soluzione per l'ancora dispersa Sophia) gli uomini dovranno lasciare la fattoria. La ferrea morale cristiana di Hershel non gli permette di accettare di convivere con uomini che ai suoi occhi potrebbero portare la violenza a casa sua: ma è proprio sulla sua religiosità, e sul sacrificio di Otis, che Rick cercherà di fare leva per convincerlo a cambiare idea; intravedendo un possibile futuro diverso da una fuga perenne, per lui e la sua famiglia. Una richiesta che resta sospesa, ma che difficilmente potrà essere accolta senza generare un conflitto, all'interno e all'esterno del gruppo.
Nel frattempo, la piccola Sophia è ancora dispersa, e il più impegnato nelle sue ricerche è ancora una volta Daryl Dixon: un personaggio che sorprende sempre più nelle sue evoluzioni, e che appare persino in grado di sviluppare un rapporto prima impensato con la madre di Sophia. L'intensa scena in cui Daryl narra a quest'ultima della leggenda che dà il titolo all'episodio dice molto in questo senso: Daryl vuole fortemente ritrovare Sophia, per lui la ricerca della ragazzina è quasi diventata una missione, e il giovane sembra inoltre essere l'unico, nel gruppo, a credere davvero a un possibile suo esito felice. Se, da par suo, Shane è ancora preso dal senso di colpa per l'azione che ha compiuto, e arriva persino a farne una velata confessione ad Andrea, è il rapporto tra Glen e Maggie a subire l'evoluzione più rapida, ma anche per certi versi la più impensata: spedito insieme alla giovane alla ricerca di medicinali (tra i quali c'è un prodotto, che la donna insiste per tenere riservato, da consegnare a Lori) Glen subisce l'iniziativa di Maggie e viene letteralmente usato (e gettato) dalla ragazza per un rapporto sessuale evidentemente a lungo desiderato. Una parentesi gestita comunque in modo delicato (ma anche divertente) dalla sceneggiatura, una digressione che potrebbe restare senza conseguenze come al contrario generarne: la rassicurazione fatta dalla ragazza a suo padre Hershel al ritorno ("non è successo niente") è in questo piuttosto esplicita.
Il cliffhanger finale di cui si accennava è comunque quello che apre gli scenari più interessanti per i prossimi episodi: la scoperta, da parte di Lori, di essere incinta, sembra preludere a un inevitabile showdown con Rick, che attualmente è colmo di gratitudine verso l'amico per la salvezza di suo figlio, e completamente ignaro di ciò che è accaduto durante il suo stato di coma. Sarà interessante vedere come gli sceneggiatori gestiranno questo confronto, così come sarà interessante assistere alla risoluzione (rimandata di puntata in puntata) della ricerca di Sophia, e forse al ritorno di un Merle alla cui uscita di scena si fa onestamente fatica a credere. Il nuovo setting nella fattoria, e il rapporto potenzialmente sempre conflittuale col suo proprietario, aprono scenari inediti e stimolanti per gli sviluppi di una seconda stagione a cui, finora, si fa fatica a trovare difetti.

Movieplayer.it

4.0/5