Dopo due anni dalla messa in onda nel Regno Unito, dove è stato trasmesso da BBC One in quattro serate consecutive tra l'8 e l'11 aprile 2019, possiamo cimentarci con la recensione di The Victim, miniserie di matrice scozzese che arriva a rimpolpare il palinsesto nostrano su Sky. Uno dei classici progetti della rete ammiraglia britannica, che da alcuni anni ha fatto suo lo slogan Pure Drama, che riunisce - anche nel segno della tradizione - tutto l'ampio ventaglio di produzioni della BBC, che vanno dagli adattamenti di testi imprescindibili della letteratura a polizieschi di vario tipo, passando per titoli di genere come l'intero franchise di Doctor Who, che guarda caso torna sugli schermi in patria nello stesso momento in cui la miniserie ideata da Rob Williams debutta su Sky nel nostro paese. N.B. La recensione, priva di spoiler, si basa sulla visione in anteprima di tre dei quattro episodi.
Il dolore di una madre
La figura centrale di The Victim è Anna Dean (Kelly Macdonald), che a distanza di quattordici anni non si è ripresa dall'omicidio del figlio Liam e vuole farla pagare all'assassino, tale Eddie J. Turner. Quest'ultimo ha scontato una brevissima pena carceraria prima di cambiare identità con il benestare del governo britannico, e da allora non si hanno più sue notizie. Fino al momento in cui Craig Myers (James Harkness), ventottenne conducente di autobus residente a Inverclyde, nella regione di Glasgow, viene brutalmente pestato in seguito a un post online che lo identifica come Turner sotto mentite spoglie. Anna viene quindi accusata di istigazione all'omicidio, e deve difendersi in tribunale mentre cerca disperatamente di scoprire la verità su Craig, il quale nega di essere l'assassino di Liam. Non aiuta il fatto che il caso sia stato affidato al poliziotto Stephen Grover (John Hannah), propenso a credere alla versione di Craig poiché anche lui tempo addietro è stato accusato di crimini che non aveva commesso...
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Tensione giudiziaria
La miniserie, costruita secondo le logiche del legal thriller e con la classica precisione formale delle produzioni BBC, è frutto della fantasia di Rob Williams, che nel 2008 ha fatto parte della Writer's Academy dell'emittente - un'iniziativa volta alla formazione di nuovi autori per i drammi televisivi inglesi - e successivamente si è fatto notare come uno degli sceneggiatori di The Man in the High Castle, uno dei titoli di punta di Amazon Prime Video. Dalle atmosfere paranoiche degli universi di Philip K. Dick si passa a un mistero più contenuto e intimo, che sfrutta bene i meccanismi di genere uniti al fascino dei veri luoghi scozzesi di città come Edimburgo e Glasgow, complice la partecipazione della nota casa di produzione locale STV Productions, a cui dobbiamo un caposaldo del piccolo schermo scozzese quale il poliziesco Taggart. Il mistero procede secondo un canovaccio non privo di elementi prevedibili, ma supportato da un'atmosfera molto autentica che alimenta in modo notevole il fattore emotivo dell'intreccio e della sua esplorazione di temi quali l'innocenza perduta e il trauma della perdita di un figlio.
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E proprio questa autenticità si lega a quello che forse è l'unico difetto maggiore dell'operazione (e parliamo con cognizione di causa dato che gli screener per la stampa erano doppiati): l'adattamento italiano, che smorza inevitabilmente il sapore dei dialoghi che in originale godono dell'ingrediente scozzese. Ne esce particolarmente penalizzato John Hannah, la cui voce è fondamentale nel dare al suo personaggio la giusta consistenza drammatica, con l'attore che la calibra in modo preciso, andando in direzioni opposte a quelle che sfrutta di solito (vedi Quattro matrimoni e un funerale). Al netto dell'eventuale sacrilegio del paragone che stiamo per fare in termini qualitativi, è come se uno guardasse Gomorra - La Serie doppiato in inglese, con accenti americani standard che eliminano il contributo fondamentale della napoletanità dei protagonisti. Chi non ha dunque problemi con i sottotitoli (o, in assenza di questi, con gli accenti scozzesi) si faccia il regalo di assaporare in modo completo delle bellissime interpretazioni che non hanno perso nulla della loro potenza a distanza di due anni dalla prima messa in onda in patria.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di The Victim, miniserie BBC che arriva a rimpolpare i palinsesti di Sky, sottolineando come si tratti di un bel mistero che ruota attorno a un passato doloroso e questioni di indennità e innocenza.
Perché ci piace
- Kelly Macdonald e John Hannah sono eccelsi in modo straziante.
- Il mistero centrale è ricco di spunti interessanti.
- La struttura giudiziaria è una buona cornice narrativa.
Cosa non va
- Il doppiaggio italiano penalizza un po' il lavoro degli attori.