The Twilight Zone festeggia 65 anni nella "quinta dimensione". La serie sci-fi antologica, da noi importata con il titolo Ai confini della realtà, debuttò sugli schermi americani il 2 ottobre 1959 cambiando per sempre le regole della televisione. Creata da Rod Serling, sceneggiatore di punta della CBS, andò in onda per cinque stagioni introdotta dal suo stesso ideatore. Serling si era ispirato ai racconti pulp letti in giovinezza e all'epoca considerati tabù.
Il titolo originale dello show, si riferisce al passato di Rod come paracadutista durante la Seconda Guerra Mondiale. "Twilight Zone" è infatti il termine usato dalla U.S. Air Force per descrivere il breve momento in cui, durante l'atterraggio, il pilota perde la linea dell'orizzonte. Inoltre, si dice che Serling, soffrendo d'insonnia, fosse solito scrivere gli episodi durante la notte, associando il titolo a questo suo stato crepuscolare. Considerato un'icona dell'Età dell'Oro della televisione, Serling firmò 92 dei 156 episodi della serie, vincendo due Emmy Awards.
Seppur considerato fantascientifico, lo show in realtà esplorò i generi più disparati: dal fantasy al distopico, dal thriller all'horror, passando per il dramma fino alla black comedy. Spesso, se non sempre, con una morale finale. The Twilight Zone fu un successo di pubblico e di critica, capace di plasmare la cultura pop e di sfidare le convenzioni. La cosiddetta serie "classica" ha generato un film (1983) e tre revival TV; l'ultimo diretto da Jordan Peele (2019-2020). Sessantacinque anni dopo, ecco 10 ragioni per cui Ai confini della realtà ha influenzato i film e la serialità.
The Twilight Zone è la prima serie TV espansa
Ai confini della realtà ha generato un impero transmediale. Fu il primo franchising nato da una serie TV e comprende uno show radiofonico a episodi, una colonna sonora pubblicata dalla Columbia Records e una giostra tematica (The Twilight Zone Tower of Terror a Disneyland). Per molti versi, questa popolarità ha precorso media come Star Trek e Stranger Things.
Il formato antologico
Quando Ai confini della realtà fece il suo debutto, la maggior parte dei prodotti televisivi seguiva una struttura episodica tradizionale. Tuttavia, questa serie rivoluzionò quel modello, rompendo gli schemi convenzionali. Ogni episodio cambiava radicalmente in termini di tempi, ambientazioni e personaggi, spostando l'attenzione dal racconto di una storia incentrata sui protagonisti al messaggio e al significato che intendeva trasmettere. Grazie a questo approccio e alla narrazione coinvolgente, lo show diventò una sorta di parabola, affrontando i problemi quotidiani degli spettatori. Questo lo rese non solo più attuale e vicino al pubblico, ma aprì la strada a produzioni future come Cabinet of Curiosities di Guillermo del Toro, American Horror Story e Black Mirror, permettendo loro di esplorare tematiche sociali senza essere vincolate da una trama lineare.
Una serie che ha cambiato per sempre il genere sci-fi
Ai confini della realtà ha posto domande profonde ed esistenziali, contribuendo a creare molti dei tropi e delle tecniche narrative più iconiche della fantascienza. La serie ha anche trasformato radicalmente la percezione del genere. Prima della sua uscita, opere ambiziose come Metropolis di Fritz Lang avevano già dimostrato che la fantascienza poteva esplorare queste tematiche. Tuttavia, blockbuster filosofici come Arrival, Blade Runner e persino Matrix non esisterebbero senza il contributo fondamentale di The Twilight Zone, che mostrò quanto il genere sci-fi fosse il mezzo ideale per indagare complesse questioni morali. Episodi distopici come La barriera della solitudine, che trattava il tema della guerra nucleare, e Il sole di mezzanotte, incentrato sulla crisi ecologica, conferirono al genere fantascientifico un nuovo spessore intellettuale e un ampio fascino popolare.
Il body horror diventa mainstream
È sorprendente come, ancora oggi, alcuni episodi horror di Ai confini della realtà riescano a mantenere un impatto così inquietante. Un risultato ottenuto dall'uso rivoluzionario del grottesco. Un esempio emblematico lo riscontriamo nel make-up de Le maschere ed È bello quel che piace, dove gli effetti visivi sono decisamente disturbanti. Questo approccio ha influenzato profondamente il lavoro di David Lynch e di David Cronenberg.
L'invenzione dell'horror sociale
Ancora più significativa è stata la sua capacità di usare l'horror come strumento di critica sociale. Episodi come Un piccolo mostro smascheravano l'apparente perfezione del sogno americano insinuando che sotto la superficie si celasse qualcosa di molto più oscuro. In questo modo, l'orrore nella serie mirava deliberatamente a bersagli contemporanei, rendendolo ancora più efficace. Questo approccio ha lasciato un'impronta duratura nella storia del cinema e della TV, come dimostrano cult come Society di Brian Yuzna, Zombi di Romero, Essi vivono di Carpenter e le opere di Jordan Peele.
The Twilight Zone ha mixato i generi
Uno dei motivi per cui Ai confini della realtà era così popolare risiedeva nella sua capacità di sorprendere, continuamente, il pubblico. Lo show passava con disinvoltura dalla fantascienza all'horror e persino alla commedia, talvolta all'interno dello stesso episodio. Nella terza stagione, ad esempio, l'inquietante puntata Il Pupazzo (che ha influenzato film come Annabelle) andava in onda poco prima del comico Arriva Cavender. Questo approccio innovativo ha aperto la strada a serie di successo come Santa Clarita Diet e Love, Death + Robots.
Il twist finale
I colpi di scena di The Twilight Zone sono parte integrante della sua eredità (vero, Shyamalan?). Famosi i suoi switching endings, in cui la visuale dello spettatore veniva ribaltata con un twist finale che capovolgeva la prospettiva. Basti pensare a episodi come Gli Invasori o Servire l'uomo.
Le sue storie sono state copiate da Hollywood
Alcuni degli episodi di Ai confini della realtà sono state il punto di partenza di alcuni dei progetti cinematografici di maggior successo di Hollywood. Un paio di esempi? Ritorno al futuro prende spunto da La barriera della solitudine e The Truman Show dall'episodio L'avventura di Arthur Curtis.
Una serie che ha introdotto gli adulti alle storie di fantascienza
Ai confini della realtà sfatò l'idea che la sci-fi fosse solo per un pubblico infantile, adottando un approccio più sobrio rispetto ai fumetti del tempo. Pur includendo alieni e scenari fantastici, la serie puntava su un dramma più sfaccettato. Questo influenzò opere come Incontri ravvicinati del terzo tipo, mostrando la versatilità del genere.
La TV si fa cinema
Si ritiene comunemente che l'età d'oro della TV, segnata da serie come I Soprano, The Wire e Breaking Bad, abbia elevato la televisione al livello cinematografico. Tuttavia, è plausibile sostenere che senza The Twilight Zone, questi show non sarebbero stati percepiti nello stesso modo. Molti episodi della serie sono entrati profondamente nell'immaginario collettivo, e numerosi creativi la citano ancora oggi come una fonte inesauribile di ispirazione. Ai confini della realtà ha dimostrato che la televisione può avere lo stesso impatto culturale del cinema, contribuendo così a legittimarla come una forma d'arte.