Soltanto ieri la Thailandia è rimasta sconvolta da una delle tragedie più grandi che hanno mai avuto luogo, ovvero il massacro compiuto da un ex poliziotto che nella sua furia omicida ha ucciso oltre trenta persone, per la maggior parte bambini che frequentavano un asilo nido. Anche in questo caso piccole vittime come quelle per fortuna mancate che tennero l'intero mondo con il fiato sospeso nel 2018, ovvero i ragazzini rimasti prigionieri nella grotta di Tham Luang Nang Non. Dal 23 giugno al 10 luglio i piccoli protagonisti di questa vicenda hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso, con una mobilitazione internazionale mai vista prima e i telegiornali che in ogni angolo del globo seguivano l'evoluzione degli eventi, poi conclusisi con un lieto fine quasi totale.
Quasi perché due dei soccorritori hanno perso la vita, uno di loro durante le operazioni subacquee e un altro alcuni mesi dopo per un'infezione contratta durante quei drammatici giorni. Ma come vi raccontiamo nella recensione di The Trapped 13: come siamo sopravvissuti, questo documentario si concentra quasi esclusivamente sulle figure dei giovanissimi calciatori finiti intrappolati in quella prigione claustrofobica, ripercorrendo la loro storia tramite le testimonianze dei diretti interessati, di coloro che hanno contribuito alla missione di salvataggio e dei genitori, che in quei drammatici giorni hanno sofferto più di tutti nella speranza di veder tornare a casa i loro amati figli sani e salvi.
Ancora una volta
Già National Geographic aveva focalizzato la propria attenzione su quanto accaduto con l'apprezzato The Rescue - Il Salvataggio dei Ragazzi (2021) e poche settimane fa aveva fatto il suo debutto, in esclusiva nel catalogo Prime Video, la prima pellicola per il grande schermo, ovvero il riuscito Tredici vite (2022) di Ron Howard, con un super cast guidato da Viggo Mortensen e Colin Farrell. Questa volta è il turno di Netflix, che con The Trapped 13: come siamo sopravvissuti ci trasporta nuovamente all'interno delle dinamiche che hanno avuto luogo nelle viscere della Terra, promettendo già da una dichiarazione iniziale di mostrarci come "la verità non sia quello che la gente si aspetta".
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Nel cuore del dramma
Questa co-produzione tra Stati Uniti e Thailandia è diretta da Pailin Wedel, che torna a parlare della sua Terra dopo aver già firmato, sempre per la piattaforma di streaming, il precedente e toccante Hope Frozen: si può vivere due volte? (2019). La regista equilibra senza troppa originalità ma con una certa diligenza l'alternarsi tra le fasi più comprensibilmente didascaliche e quelle più enfatiche, realizzate ad hoc con l'ausilio di musiche a tema e rivelazioni drammatiche con lo scopo di mantenere saldo l'interesse del grande pubblico. Pur senza eccellere i cento minuti di visione svolgono il loro compito di intrattenimento misto a informazione con il giusto piglio, con numerose sequenze girate ad hoc con attori - ripresi quasi sempre di spalle e mai in volto per mantenere la corretta distanza - che interpretano i ruoli dei ragazzini e del loro allenatore.
Eroi per ogni occasione
In mezzo a tutto questo vengono ovviamente riproposti filmati e immagini di repertorio, servizi dei telegiornali e dichiarazioni delle parti coinvolte, testimoni di un qualcosa di unico dove per la prima volta "l'eroe è il mondo intero". Il trasporto non solo emotivo ma anche con l'ausilio di uomini e mezzi da ogni angolo del pianeta ha infatti trasformato una possibile tragedia in una storia di rinascita e rivincita contro tutte le avversità, come ulteriormente sottolineato dalle scritte che precedono i titoli di coda e ci informano su quanto accaduto ai reali protagonisti di quest'eroico salvataggio fuori da ogni canone. E poi ancora brevi spezzoni d'animazione per raccontare la leggenda della principessa che dà il nome alla grotta, riferimenti a (s)cult in tecnica mista come Fuga dal mondo dei sogni (1992) e le speranze dei piccoli protagonisti che prendono vita in scene visionarie su un futuro migliore. The Trapped 13: come siamo sopravvissuti sarà anche furbo ed elementare nella sua concezione, ma riesce in ogni caso a trasmettere le giuste emozioni allo spettatore.
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Conclusioni
Nel giugno del 2018 l'incidente di Tham Luang ha catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, con le persone in ogni angolo del pianeta a sperare che i ragazzini thailandesi uscissero sani e salvi da quella grotta che si era trasformata in una prigione d'acqua claustrofobica. Come vi raccontiamo nella recensione di The Trapped 13: come siamo sopravvissuti, questo documentario Netflix alterna filmati e interviste, sia di repertorio che nuove di zecca ai diretti interessati, a spezzoni girati ad hoc con attori per ricreare le fasi più salienti, ponendo il giusto accento sulla componente emotiva anche a dispetto di qualche astuzia evidente.
Perché ci piace
- Un buon equilibrio tra l'anima documentaristica e l'approccio emotivo.
- La storia vera ha tenuto il mondo con il fiato sospeso e merita di essere raccontata al grande pubblico.
Cosa non va
- Qualche scelta di montaggio è più furba che necessaria.