Dal 23 febbraio sono disponibili su Amazon Prime (cui ci si può iscrivere gratuitamente per i primi 30 giorni) le nuove puntate della serie The Tick, il progetto live-action tratto dai fumetti di Ben Edlund.
Non è la prima volta che il personaggio arriva sul piccolo schermo: gli spettatori nati negli anni '80 e '90 hanno potuto seguire la serie animata trasmessa negli Stati Uniti dal network Fox e durata tre stagioni, mentre la prima versione live-action risale invece al 2001 e aveva nel suo cast Patrick Warburton e David Burke nei ruoli di The Tick e Arthur, oltre a poter contare sulla presenza di Nestor Carbonell e Liz Vassey. A differenza del progetto destinato a un pubblico più giovane, l'adattamento dei fumetti non è andato oltre quota nove episodi.
Nell'estate 2016 è stata invece Amazon ad annunciare una nuova chance per l'irriverente approccio al mondo dei supereroi, questa volta con protagonista Peter Serafinowicz, rinnovando già la serie per una seconda stagione che sarà composta da dieci episodi e debutterà nel 2019.
L'eroe e il suo braccio destro Arthur, ideati rispettivamente nel 1986 e nel 1989, sono così nuovamente alle prese con il malvagio The Terror ma, nella seconda metà della prima stagione la trama si espande e diventa più ricca di personaggi.
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Il ritorno in azione di un temibile villain
Il giovane Arthur (Griffin Newman) vive in un mondo in cui esistono supereroi e cattivi di ogni tipo ed è proprio il malvagio The Terror ad aver causato la morte di suo padre quando era solo un ragazzino. Nonostante le autorità e l'eroico Superian (Brendan Hines) siano certi che il villain abbia perso la vita in una terrificante battaglia anni prima, Arthur è convinto che sia ancora vivo e segue una serie di indizi che lo portano a spiare le attività del boss criminale Ramses IV (Michael Cerveris) e della temibile Miss Lint (Yara Martinez). Una sera, durante uno dei suoi appostamenti, il ragazzo incontra The Tick (Peter Serafinowicz), un supereroe che indossa un costume blu e sembra invulnerabile, convincendosi inizialmente che sia frutto della sua immaginazione, nonostante il giorno dopo lo ritrovi nella sua casa con il pacco sottratto al gruppo di criminali contenente una speciale tuta.
I comportamenti piuttosto bizzarri di Arthur spingono la sorella Dot (Valorie Curry) a preoccuparsi per lui, facendo così la conoscenza del suo "amico blu" che si presenterà poi alla famiglia del ragazzo auto-invitandosi a una festa di compleanno. Nella situazione, già abbastanza caotica, fa il suo ingresso anche Overkill (Scott Speiser) che rimane colpito dalle indagini di Arthur, decidendo quindi di collaborare con i due protagonisti per scoprire i segreti della tuta che volevano Ramses e Miss Lint, arrivando alla rivelazione che è stata creata per combattere Superian, il primo supereroe, confermando inoltre che The Terror (Jackie Earle Haley) è realmente vivo e ha finto di essere stato ucciso. Al termine dei primi sei episodi Arthur veniva rapito proprio dalla terrificante mente criminale.
Le seguenti puntate proseguono la storia concentrandosi sui piani di uccidere l'eroe e i tentativi compiuti da The Tick e Arthur di fermarlo. Dal momento in cui il giovane si risveglia nel covo del villain al più che scontato scontro finale ci sarà comunque spazio per molti eventi, più o meno memorabili: la città affronta la minaccia di un uomo trasformato in un gigante, Superian si trova in pericolo, Kevin (Devin Ratray) si rivela una persona sorprendente, Dot e Overkill si avvicinano molto, e uno scienziato folle avrà bisogno dell'aiuto del team di amici che si ritroverà anche a dover fare i conti con un cane parlante che ha detto addio alla vita da supereroe.
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Un cambio di ritmo non del tutto riuscito
The Tick aveva convinto con le prime sei puntate grazie a una formula ben calibrata composta tra nostalgia degli anni '90, parodia delle avventure dei personaggi dei fumetti, umorismo e un interessante approccio alle origini dei personaggi, in particolare di Arthur.
La seconda metà della prima stagione appare meno coesa e più frammentata, offrendo degli elementi in grado di far evolvere lo show in modo positivo e altri che lo riportano indietro, ancorandolo a una struttura quasi paragonabile a un film della durata di 90 minuti suddiviso in sei parti.
Tra gli elementi da promuovere c'è, senza troppi dubbi, la performance degli attori: Peter Serafinowicz infonde a The Tick simpatia e un pizzico di innocenza, Yara Martinez è una Miss Lint spietata e letale, Scott Speiser è assolutamente freddo e regala con Overkill una delle sequenze più esilaranti riuscendo a parlare da "morto", Jackie Earle Haley è strepitoso nella sua interpretazione di un villain sopra le righe, e Brendan Hines è un Superian tanto sciocco quanto impossibile da non apprezzare nella sua voglia di agire per il bene.
I personaggi, analizzati singolarmente, appaiono ben delineati per raggiungere quel livello di assurdità necessario a differenziarsi in modo evidente dagli altri progetti televisivi tratti dai fumetti, di cui rappresenta a tratti una parodia e una tagliente rivisitazione delle tematiche che da sempre li contraddistinguono. Al centro della puntate c'è ovviamente The Terror con la sua strana passione per la batteria (da non perdere un passaggio in stile Whiplash) e la proprietà di un'azienda che produce bevande gassate che ne rivela lo spirito imprenditoriale, dai comportamenti e dall'aspetto poco terrificanti, nonostante il nome, ma sicuramente fonte di risate persino di fronte allo stupore nel vedere i suoi piani rischiare di andare letteralmente in fumo. Overkill e il suo Dangerboat danno vita a delle interazioni interessanti con Dot, con cui potrebbe svilupparsi una storia romantica nonostante attualmente sia basata solo su incontri per imparare a usare le armi o piani per trovare il covo del loro nemico. Superian è poi una versione di Superman priva di dilemmi morali e con maggiore arroganza e amore per la popolarità, mentre il cane Midnight regala dei passaggi irresistibili grazie al suo bestseller che causa ulteriori dubbi a The Tick, già alle prese con le tante domande legate alla propria identità e alle ipotesi di avere qualche legame con i robot, e a uno scontro, potenzialmente mortale, con un suo vecchio alleato.
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Tanti personaggi, ma poco approfonditi
A funzionare meno, rispetto alle puntate arrivate in estate su Amazon Prime, è la gestione dei personaggi, in particolare per quanto riguarda le interazioni di The Tick con Arthur, qui sommerse un po' dai tanti elementi necessari a riempire lo spazio che si è deciso di inserire prima dello scontro finale tra bene e male. Il trauma vissuto dal ragazzo da bambino lo porta, quasi per istinto, alla ricerca di una figura paterna e l'entrata in scena del supereroe appariva credibile anche come semplice frutto della sua immaginazione per colmare il vuoto che prova dentro di sé. Il legame tra i due protagonisti ritorna centrale prevalentemente negli ultimi due episodi, facendo ricordare come quell'ottimo feeling avesse sostenuto il debutto dello show, aiutando il progetto a far capire quali sono i suoi punti di forza.
Chi si attende inoltre spettacolari sequenze d'azione con The Tick rimarrà piuttosto deluso: i limiti del budget a disposizione appaiono particolarmente evidenti e solo grazie alla voglia di non prendersi mai sul serio lo show riesce a superare questo ostacolo che potrebbe risultare insormontabile se non fosse stato sviluppato per mantenere quelle caratteristiche leggere e fresche che hanno contraddistinto il fumetto e la versione animata.
Queste sei puntate, rispetto alle precedenti, inoltre, sentono un po' il peso della breve durata che non fa quasi mai decollare la storia, spezzata dall'immancabile recap iniziale e dal tradizionale cliffhanger conclusivo, e alle volte appesantita da fin troppo ricchi flashback, come quello dedicato al dottor Karamazov.
A salvare la situazione ci pensa però un sano umorismo surreale che porta ad esempio a una conversazione davanti a un caffè tra The Tick e un robot vecchio stile, che parla utilizzando i suoni di un modem, o alle perle di saggezza di Midnight, consapevole della strana situazione in cui si trova, essendo un cane dotato di poteri e per giunta parlante.
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Conclusione
La prima stagione di The Tick convince senza entusiasmare, regalando qualche risata grazie alla verve del cast guidato da Serafinowicz, diluendo fin troppo gli eventi negli ultimi sei episodi pur offrendo tanti elementi apprezzabili. L'approccio sopra le righe alle storie dei supereroi potrebbe non attirare gli spettatori abituati agli show targati Marvel e DC, tuttavia l'ironia e la leggerezza permettono di rimanere in un mondo simile ai tanti adattamenti delle storie pubblicate tra le pagine già realizzati che, in questo caso, è stato però caratterizzato per apparire fin dalle prime battute unico e diverso rispetto alla concorrenza. Sospesa tra nostalgia del passato e citazioni ironiche del mondo dei fumetti, la serie getta le basi per una seconda stagione mettendo forse fin troppi tasselli nell'intricato contesto creato per il piccolo schermo, in vista di un ritorno più maturo dal punto di vista stilistico e tecnico.