Divorziato e con due figli, Christian (Claes Bang, protagonista della serie The Bridge) è il curatore di un museo che sta preparando un'esibizione dal titolo "The Square", con cui invita il pubblico a riscoprire la propria umanità. Un incidente e il furto del proprio telefono, scatenano una serie di eventi disastrosi.
Presentato in concorso al 70esimo Festival di Cannes, The Square è il quinto film del regista svedese Ruben Östlund, arrivato alla kermesse francese con il suo cast, tra cui il protagonista Claes Bang e le star del piccolo schermo Elisabeth Moss e Dominic West, interpreti rispettivamente dei personaggi di culto Peggy Olson di Mad Men e Jimmy McNulty di The Wire Tra discorsi seri e battute, proprio come accade nel film, a rubare la scena in conferenza stampa è stato il personaggio della scimmia, di cui tutto il cast è particolarmente orgoglioso.
Leggi la recensione: The Square: satira, senso di colpa e arte contemporanea
Lavorare con Ruben Östlund
Dominic West interpreta un personaggio dalla moralità dubbia: cosa farebbe se incontrasse nella vita reale una persona così corrotta? "Sarei spaventato e intimidito: questi individui sono così potenti e ricchi" ha detto ridendo l'attore, continuando: "Avevamo più di una persona in mente, abbiamo preso ispirazione da diversi artisti internazionali. Di cui adesso, casualmente, non ricordo il nome".
Östlund ha richiesto il massimo dai suoi attori, come ha raccontato Elisabeth Moss, interprete di Anne: "È stata una sfida: volevo fare qualcosa di diverso, fuori dalla tecnica e dalla mia norma. Abbiamo girato in 55 giorni, Ruben mi ha fatto sentire sicura. È stata dura e stancante, ma ne vale la pena. Le scene più difficili sono state quelle di sesso: filmarle è stato divertente, perché le scene erotiche sono sempre strane e imbarazzanti da girare, ma con Ruben ogni giorno era tutto strano!Ha girato delle scene in cui si ha un punto di vista realistico del sesso, che non è sempre divertente. Uno dei momenti più assurdi è stato quello quando dovevo salire sul rialzo: abbiamo cercato di renderlo credibile, è durato un sacco di tempo, mi sono sforzata di non ridere, ma è stato impegnativo perché sentivo che Ruben rideva da dietro il monitor".
D'accordo Claes Bang, che per quanto riguarda le scene d'amore ha detto: "Ci ha fatto fare degli sguardi direttamente in camera, come nei porno. Non che ne abbia visti così tanti... Ruben ti fa uscire dal set senza dignità". L'attore ha anche avuto un memento rivelatore sul set: "È stato bellissimo lavorare con Ruben, eccitante e stancante. Come attore ti lascia molto spazio, permettendoti di mettere molto di tuo nel personaggio. Ero stanchissimo quando sono finite le riprese, Ruben è molto esigente, ma anche divertente. Durante una scena ha dato un pugno al monitor e mi ha detto: basta con questa recitazione televisiva di merda, adesso devi fare sul serio. Per me è stato come un risveglio".
La scimmia nuda balla
Personaggio cruciale del film è uno scimmione, di cui il regista è molto orgoglioso: "Tutto può succedere quando una scimmia appare improvvisamente in una stanza: amo le scimmie, credo che a noi piaccia guardarle perché in un certo senso ci ricordano noi stessi e i nostri istinti primordiali. In ogni film dovrebbe esserci una scimmia. La nostra era una meravigliosa scimmia francese, metà bonobo". Non è stato facile lavorare con la scimmia però, secondo Bang infatti: "Ci sono delle regole precise quando lavori con una scimmia: non puoi muoverti in modo strano, non puoi guardarla negli occhi, non puoi cantare, altrimenti diventa molto aggressiva".
Östlund ha adottato uno stile preciso per il suo film: "Lavoriamo con un mezzo visivo, quindi cerchiamo di dare un significato alle immagini. L'immagine deve far produrre dei pensieri, come un dipinto. Sono molto soddisfatto della scena dell'immondizia. Per quanto riguarda il bianco invece: ho visto diversi musei di arte contemporanea e i cubi bianchi sembrano essere una costante, abbiamo cercato di prendere in giro il mondo dell'arte, che è separato dalla realtà e spesso si appoggia a dei cliché".