Dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2020, arriva in sala The Shift, esordio per il grande schermo di Alessandro Tonda, con protagonista Adamo Dionisi (Manfredi in Suburra film e serie) nel ruolo del conducente di un'ambulanza che soccorre un ragazzo, vittima di un attentato in una scuola di Bruxelles, per poi scoprire che si tratta di uno dei terroristi, con ancora gli esplosivi addosso.
Si parte immediatamente premendo sull'acceleratore in The Shift, con la ricostruzione dell'attacco in un liceo e subito con la corsa in ambulanza, in cui Dionisi si divide il poco spazio insieme a Clotilde Hesme (star della serie Los Revenants), nel ruolo dell'infermiera con cui condivide il turno.
Abbiamo parlato del film dal sapore internazionale proprio con il regista Alessandro Tonda e il protagonista Adamo Dionisi, che concordano: girare in un spazio chiuso come un'ambulanza non è per niente facile.
Video ntervista video ad Alessandro Tonda e Adamo Dionisi
The Shift, la recensione: L'iperrealismo di Alessandro Tonda
The Shift: girare in un'ambulanza
Quanto è stato difficile realizzare un film in cui c'è tanta tensione in uno spazio piccolo come un'ambulanza?
È stato veramente molto difficile: un film veramente impegnativo. La volontà iniziale, per quanto mi riguarda, è stata quella di cercare la verità sempre e comunque. Quindi girare il film dentro un'ambulanza, non ricostruire niente in teatro di posa, avere davvero un Adamo che ti guida l'ambulanza e deve recitare mentre guarda la strada e deve entrare in una situazione emotiva di tensione difficilissima. Questo è stato molto difficile. Riuscire a mantenere la tensione di un thriller per un'ora abbondante di film con solo tre personaggi dentro un'ambulanza è una cosa che ti porta ad affidarti tantissimo all'interpretazione di questi tre straordinari attori. Ho scelto loro perché sapevo che avrebbero saputo restituire questo al film.
E dal punto di vista tecnico?
Dal punto di vista tecnico ho avuto la straordinaria fortuna di lavorare con Benoît Dervaux, il direttore della fotografia, Igor Gabriel, lo scenografo, che vengono da quel cinema d'autore, quello dei Dardenne, che era perfetto per questa storia. Mi hanno dato la possibilità di usarli, passatemi il termine, come strumenti delicati per raccontare un tema complesso come questo, pur essendo all'interno di un film di genere.
The Shift: la verità e le parolacce
Confermi la difficoltà?
Film difficilissimo! Il film più difficile della storia. Sicuramente è il film più difficile che ho fatto e anche il più bello, senza nulla togliere agli altri, perché ho sempre lavorato con dei professionisti, fortunatamente. Difficile perché non ho mai visto i protagonisti negli occhi, stavo nell'abitacolo dell'ambulanza. Ho dovuto dare tutto quello che avevo con l'aiuto di Alessandro, di Clotilde e Adam. È stata una sfida: sono partito deciso, c'era una cosa da fare e sono andato. Oggi mi rendo conto anche dello sforzo che abbiamo fatto e soprattutto quanto sia attuale questo film. Abbiamo veramente dato la vita per questo film. Abbiamo cercato di essere più veri possibile, perché è così che secondo me si deve fare il cinema. La verità è l'elemento base di questo film. Alessandro sapeva quello che voleva e mi sono fidato. È stato il film più difficile che ho fatto, ma spero di farne altri centomila così.
Ogni tanto mentre parli francese scappa una parolaccia in romano: erano previste o è un'aggiunta personale?
Adamo Dionisi: Erano previste. Ma dico la verità: potrei fare il glossario di tutte le parolacce romane. Credo di essere uno dei pochi romani a conoscerle.