The Sandman, dopo un'attesa durata quanto un'eternità, è finalmente arrivata su Netflix grazie al lavoro congiunto di Neil Gaiman, l'autore del fumetto, che ha collaborato con Allan Heinberg e David S. Goyer per restituire al meglio lo spirito di una delle opere visive più affascinanti e complesse del secolo scorso. La prima stagione della serie, strutturata in 10 episodi, riporta in streaming i primi due volumi della saga, ovvero "Preludi e Notturni" e "Casa di Bambola", in alcuni casi riuscendo perfettamente a riprodurre il contenuto del materiale originale, in altri adattandosi al medium di riferimento con alcune modifiche necessarie. In particolare, l'episodio 6, Il rumore delle sue ali, si configura come una perfetta trasposizione della storia omonima che chiude il primo arco narrativo dedicato al Re dei Sogni, aggiungendo anche una sorpresa. Una piccola fiaba che può essere letta indipendentemente dal fumetto dove il protagonista Morfeo si confronta con sua sorella Morte e che sia sul piccolo schermo che in originale tocca alti livelli di scrittura.
Nota: l'articolo contiene spoiler sul sesto episodio di The Sandman.
In fuga dalle proprie responsabilità
In Preludi e Notturni, dopo essere fuggito dalla prigionia durata un secolo, il sovrano degli incubi è costretto a ricostruire il suo regno, totalmente disgregato dalla sua assenza (perché estensione del suo essere) ed è alla ricerca dei suoi tre oggetti magici: l'elmo, il sacchetto di sabbia e il rubino. Una volta riottenuti questi potenti artefatti e riacquisita la potenza di un tempo, l'animo di Morfeo vacilla, forse perché non è più in grado di gestire tutte le responsabilità che il suo compito richiede. Governare i sogni e le ambizioni di ognuno, creare nuove entità oniriche, ispirare i mortali e alimentare le storie, tutte mansioni complesse soprattutto se non si riesce a entrare in connessione con gli esseri umani. In modo analogo al fumetto, anche la versione televisiva di Sogno (che ha il volto di Tom Sturridge) si sente perso e mentre è intento a dare del pane a dei piccioni su una panchina, ecco che viene raggiunto da una persona di sua conoscenza.
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L'importanza della famiglia, anche per gli Eterni
Lo raggiunge sua sorella Morte (Kirby Howell-Baptiste) che invita suo fratello a seguirla nella sua giornata tipo. In Sandman impariamo a conoscere gli Eterni che sono una famiglia disfunzionale di creature potentissime che controllano alcuni aspetti degli uomini. L'aspetto più interessante di The Sandman è che Destino, Distruzione, Delirio, Sogno, Morte, Disperazione e Desiderio non sono entità perfette e onnipotenti, ma sono fragili e volubili come gli esseri umani, d'altronde. Proprio per questo motivo le loro scelte non sono sempre ponderate e condivisibili e in alcuni casi hanno bisogno di una spinta e di supporto per andare avanti, in particolare dai loro consanguinei. Non è un caso, quindi, che Distruzione ha abbandonato i suoi doveri, le gemelle Desiderio e Disperazione sono dispettose, Delirio è ingestibile e Sogno ha necessità di una guida per andare avanti. Il capolavoro di Gaiman, nonostante analizzi esseri sovrannaturali, mette al centro della sua grande storia l'importanza della famiglia.
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La Morte come non l'avete mai vista
Tornando al Tristo Mietitore. Quello che colpisce al primo sguardo nella serie televisiva targata Netflix è che il casting è azzeccatissimo: nonostante il cambio di etnia e di età, Kirby Howell-Baptiste è una Morte credibile e affascinante. Se in origine la figura è una ragazza dolce e gioviale dal look gothic, la sua controparte seriale sembra essere meno spiritosa, ma è comunque accogliente, tenera e disponibile, dal look casual. Neil Gaiman è riuscito quindi ad aggiornare e per certi versi migliorare la sua creatura, adattandola ai nostri tempi: non ci dimentichiamo che il fumetto originale è uscito alla fine degli anni '90. Ecco che nel 2022 è più funzionale su schermo una giovane frizzante ed empatica in possesso del suo inseparabile ciondolo, ma priva dell'occhio di Horus. Tale trasformazione estetica è un esempio perfetto che dimostra la maturità di questa nuova versione di Sandman che guarda al fumetto, ma che è in grado di correre al passo con il presente.
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I segreti di una trasposizione elegante e posata
Andando più nel dettaglio della puntata, Il rumore delle sue ali cattura il meglio della poetica ed emozionante storia a fumetti. All'interno dell'episodio seguiamo Sogno e sua sorella in un viaggio al termine della vita di diversi personaggi, con Morte che prende per mano alcune persone una volta che hanno raggiunto il capolinea. Nonostante alcune piccole differenze di contorno, tutti gli incontri intimi che avvengono tra l'Eterna e questi esseri umani sono significativi perché dipingono delle micro-storie dall'importante valore morale. Se a questo aggiungiamo l'intuizione di aggiungere alla caratterizzazione di Morte alcuni elementi provenienti da altre storie del personaggio (in particolare il racconto Façade presente nel volume 3 di Sandman, Le terre del sogno), non abbiamo dubbi nell'osservare che la prima parte della puntata è un inno d'amore e di rispetto al fumetto, una composizione elegante e posata che è stata bilanciata e gestita con estrema intelligenza. A'altronde il rischio di far crollare tutto con una mera copia era dietro l'angolo.
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Vale la pena vivere per l'eternità?
L'episodio, però, non si conclude così: nella seconda parte è stato scelto di accostare un altro racconto indipendente del ciclo di Sandman, presente in Casa di Bambola ovvero Uomini di buona sorte. In questa fiaba, Morfeo e Morte fanno un patto con tale Robert Gadling nel 1389. Per comprendere meglio la natura umana, i due Eterni donano la vita eterna ad Hob a condizione che l'uomo si incontri con Morfeo sempre nella stessa taverna ogni 100 anni. Passano i secoli, ma Robert non è mai stufo di nuove esperienze, lavori, relazioni e riesce ad adattarsi perfettamente ad ogni epoca. Questo simpatico gioco tra entità, con il passare del tempo, diventa un'esperienza cruciale per il protagonista che solo nel 1989, dopo 600 anni, si rende conto di aver trovato un amico. La digressione è efficace non solo perché si accosta in modo calzante a livello tematico, ma anche perché abitua lo spettatore allo stile di Gaiman, che si appoggia spesso a racconti fuori dalla storia principale.
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L'episodio simbolo di The Sandman
In conclusione, la puntata 6 di The Sandman è probabilmente la chiave del successo di questa prima stagione: è un episodio centrale apparentemente di transizione che però rivela uno studio approfondito e una rielaborazione profonda del materiale originale. Nel passaggio più intenso e commovente di questa introduzione televisiva al mondo fumettistico partorito da Neil Gaiman, gli spettatori hanno modo di vedere più da vicino la famiglia degli Eterni, scoprendo finalmente quale importante relazione lega Sogno a Morte. Quest'ultimo è un personaggio incredibile che non fatichiamo possa entrare nel cuore del pubblico e che, in caso fossero confermate ulteriori stagioni, avrà sicuramente un ruolo cruciale anche in futuro. L'episodio pone delle importanti basi: da un lato chiude il prologo dell'avventura di Morfeo e al tempo stesso funge da spartiacque con l'arco narrativo successivo, una storia sospesa e indipendente impreziosita dall'incontro tra il principe dei Sogni e Hob. Grazie a questo affresco, riusciamo a percepire l'umanità e sensibilità sopita nell'animo del protagonista.
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