Un fumetto come The Sandman, pietra miliare della nona arte per mente e mano di Neil Gaiman, era praticamente inadattabile, eppure Netflix ci è riuscita, con le dovute differenze del caso. A proposito di queste, tra blackwash e cambi di gender, ecco quali sono secondo noi le migliori controparti del fumetto, esposte in una vere e propria classifica di gradimento. Scopriamole insieme, ricordandovi che ci potrebbero essere degli spoiler in questo articolo se non avete visto tutta la prima stagione di The Sandman.
1. Morfeo/Sogno (Tom Sturridge)
Tom Sturridge aveva il compito più difficile di tutti, dato che su di lui e sul suo punto di vista è basata tutta The Sandman e su di lui si regge il peso della narrazione e l'interazione con gli altri personaggi. Il suo Morfeo è meno lunatico, capriccioso e autoritario ma ha mantenuto lo spirito composto e accomodante che alla fine il personaggio cerca di avere per mantenere l'ordine nel suo Regno e il rispetto/timore dei suoi sudditi. Lo sguardo sbarazzino e un po' stralunato, i capelli arruffati, il tono compassato della voce e la postura emo-vampiresca hanno fatto il resto.
The Sandman, la recensione: Un sogno che si avvera
2. Morte (Kirby Howell-Baptiste)
Morte è la vera sorpresa di questo show dato che è uno dei personaggi più diversi rispetto all'originale cartaceo. È interpretata da Kirby Howell-Baptiste e ci regala col sesto episodio tutto incentrato sul suo lavoro e sul suo rapporto con Sogno (il più "sano" tra quelli degli Eterni probabilmente) uno dei più riusciti ed emozionanti di tutta la stagione. L'attrice riesce a donare quella dolcezza, quel sentimento, quel tatto che nella controparte a fumetti era ispirata da tutt'altro aspetto fisico (bianco, gotico, cadaverico), ma aveva lo stesso carattere saggio e lo stesso sguardo dolcemente triste.
3. Gilbert/Paradiso dei Marinai (Stephen Fry)
Uno dei personaggi positivi del fumetto originario, Gilbert l'anziano gentiluomo inglese che aiuta Rose Walker nelle sue peripezie, per poi rivelarsi nient'altro che un Sogno - il Paradiso dei Marinai - fuggito sulla Terra mentre il suo padrone era incarcerato, perché voleva provare cosa volesse dire essere umani. Il suo aplomb, la sua risolutezza e allo stesso tempo estrema gentilezza non potevano che essere perfettamente trasposte da Stephen Fry.
The Sandman, la spiegazione del finale: non si scherza tra uomini e dèi
4. John Dee (David Thewlis)
L'altro episodio meglio costruito della prima stagione di The Sandman è sicuramente 24 ore, che ricalca tutta la claustrofobica narrazione ambientata alla tavola calda, e gran parte del merito va a David Thewlis, ancora una volta mefistofelico e silenziosamente inquietante nei panni di John Dee, il figlio cresciuto di Ethel che ha preso il Rubino Rosso di Sogno per sé, modificandolo al proprio controllo e arrivando ad una situazione che gli è decisamente sfuggita di mano.
5. Il Corinzio (Boyd Holbrook)
L'altro "cattivo" della storia, Il Corinzio, l'Incubo fuggito sulla Terra approfittando dell'assenza di Morfeo, è stato perfettamente trasposto da Boyd Holbrook, che gli ha donato quell'inquietante indole fuori controllo, che può esplodere da un momento all'altro, pur mantenendo un altrettanto allarmante lucida calma e la totale assenza di paura, se non forse nei confronti del Signore dei Sogni.
6. Desiderio (Mason Alexander Park)
Desiderio, il fratello di Morfeo dall'indole più sottilmente crudele, è stato ben portato sullo schermo da Mason Alexander Park, che ha reso il suo aspetto bellissimo e androgino grazie all'aiuto del trucco, e la sua apparente sicurezza inossidabile nel piano diabolico in atto. Ben costruito anche il suo rapporto sbilanciato con la sorella gemella Disperazione, anche se lo abbiamo visto poco per il momento.
The Sandman su Netflix: parenti serpenti, conosciamo gli Eterni di Neil Gaiman
7. Matthew (Patton Oswalt)
Più coinvolto e più ricco di opinioni il corvo Matthew, mandato da Lucienne per seguire e proteggere il Re del Sogno nel suo viaggio alla ricerca dei propri strumenti rubati, e non poteva essere altrimenti grazie alle verve comica di Patton Oswalt. Matthew rappresenta la vena umoristica che sdrammatizza l'aspetto cupo e tetro della storia raccontata, grazie alla sua indole umana (era un umano prima di diventare un corvo, in fondo) e il suo rapporto nello show con Morfeo si fa via via più stretto perché "sostituisce" Jessamy, il corvo perito nel tentativo di salvare il padrone durante la sua prigionia.
8. Hob (Ferdinand Kingsley)
Nel sesto episodio non è solo Kirby Howell-Baptiste a rendere la puntata emozionante, intensa e ben costruita con la sua interpretazione di Morte, ma anche la presenza di Hob, l'amico "senza tempo" dei due e soprattutto di Sogno. Ferdinand Kingsley è riuscito a donare quella voglia di vita incessante, così umana, al personaggio che (trucco e parrucco a volte posticcio a parte) riesce a divenire in 300 lunghi anni un amico per il nostro Morfeo, rappresentando un punto di svolta nell'evoluzione e presa di consapevolezza del protagonista nei confronti degli altri rispetto a sé.
The Sandman: l'incontro tra due fratelli nell'episodio più intenso della stagione
9. Hal Carter (John Cameron Mitchell)
Di giorno proprietario del Bed&Breakfast dove alloggerà Rose Walker per ritrovare il fratellino Jed, di notte drag queer che regala delle performance coloratissime. John Cameron Mitchell è riuscito a rendere perfettamente il dualismo del personaggio di Hal Carter e il suo genuino entusiasmo verso la vita e verso ciò che Rose Walker ha portato - e potrebbe portare - nella sua.
10. Johanna Costantine (Jenna Coleman)
Arriviamo alle note dolenti della trasposizione seriale di The Sandman, ovvero i maggiori re-casting fatti, anche a livello di gender e di scelta narrativa. Ne citiamo tre, che ci sembrano comunque riusciti nonostante qualche perplessità di fondo. Il primo è Johanna Constantine, la discendente di John Constantine che in realtà appare anche nei fumetti ed è stata scelta come contraltare di Sogno, donando maggiore interazione e vivacità al loro rapporto grazie all'interpretazione sbarazzina di Jenna Coleman. Per i fan di Doctor Who.
The Sandman, Neil Gaiman replica duramente alle critiche dei fan sul casting
11. Lucienne (Vivienne Acheampong)
Ecco l'altro gender etnic swap del casting, ovvero quello del fidato bibliotecario di Sogno, Lucien (diventato la nera Lucienne). Affabile, paziente con i capricci del proprio padrone, nonché colui che riesce a farlo occasionalmente ragionare, dopo il suo lungo periodo di assenza forzata dal Regno, che nel frattempo ha dovuto mandare avanti da solo. Vivienne Acheampong è riuscita a rendere l'indole cordiale dell'originale cartaceo, insieme alla grande saggezza del personaggio che si evolve fino ad ottenere il rispetto del Signore dei Sogni.
12. Lucifer (Gwendoline Christie)
Abbiamo lasciato per ultimo l'elefante nella stanza. Nel fumetto ispirato alle fattezze di David Bowie, nella versione televisiva la scelta è ricaduta su Gwendoline Christie - dato che il casting voleva essere il più inclusivo possibile, data la natura e le tematiche universali affrontate dallo show, come dichiarato dallo stesso Neil Gaiman che ha supervisionato attivamente il progetto. Christie grazie alla propria statura e corporatura fisica e al proprio carisma è riuscita comunque a rendere Lucifer un temuto avversario per Morfeo. Si era pensato anche di riutilizzare Tom Ellis dalla serie Lucifer (tecnicamente spin-off di The Sandman) ma le due versioni erano troppo diverse per rientrare nell'identità artistica dello show Netflix. Dalla notte dei tempi, per i fan del Trono di Spade.
The Sandman, perché Lucifer è Gwendoline Christie e non Tom Ellis nella nuova serie Netflix?