The Rising of the Shield Hero, la recensione: l'atipico isekai sbarca su Netflix

Arriva su Netflix uno degli anime fantasy più particolari e controversi degli ultimi anni. La prima stagione di The rising of the Shield Hero prometteva un isekai maturo e complesso, ma questa aspettativa è stata mantenuta? Scopriamolo nella nostra recensione.

I personaggi di The Rising of the Shield Hero

Se vi chiedessero qual è il genere che più ha caratterizzato gli ultimi anni della produzione di anime, manga e light novel in Giappone, rispondete senza esitazione: l'isekai.
Questa sottocategoria del fantasy è infatti la regina indiscussa delle classifiche di vendita e gradimento del pubblico, con decine e decine di titoli sfornati a ritmo -è il caso di dirlo- industriale.
Cosa caratterizza un isekai? Generalizzando, la presenza di un personaggio che si ritrova catapultato in un "altro/nuovo mondo" (isekai, per l'appunto) e che qui dovrà compiere un glorioso destino, diventando sempre più forte e potente.

Nello sconfinato mare magnum di titoli (sul serio: ce ne sono centinaia...) che più o meno si somigliano tutti, le uniche avvisaglie di originalità sono o nella natura del personaggio, che può reincarnarsi in un umano, uno slime gelatinoso, una semidivinità o... in un distributore automatico magico e senziente (sic), o nel tentativo di raccontare una storia con toni e temi più complessi e maturi. Ed è qui che iniziamo a parlare di The Rising of the Shield Hero, da poco disponibile in streaming anche su Netflix.

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I personaggi principali di The rising of the Shield Hero

L'eroe (sfigato) dello Scudo

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Naofumi Iwatani in una scena

Naofumi Iwatani è un ragazzo giapponese normale, un po' nerd, che all'improvviso si ritrova trasportato in un regno fantastico, in un mondo completamente diverso dal suo. In questo reame, Melromarc, esiste una profezia: quando le Onde della Distruzione stanno per abbattersi sul popolo, quattro Eroi verranno evocati per difendere il mondo da questa terribile calamità. Quindi Naofumi e altri tre ragazzi vengono prescelti, e ognuno di loro assumerà il ruolo di uno degli Eroi: l'Eroe della Spada, l'Eroe della Lancia, l'Eroe dell'Arco e l'Eroe dello Scudo.
Proprio a Naofumi tocca in sorte diventare il portatore dello Scudo magico, ed è in questo momento che le cose prendono una brutta, bruttissima piega.
Fin dall'inizio, infatti, c'è qualcosa di molto strano nel modo in cui l'Eroe dello Scudo viene trattato, rispetto agli altri prescelti: osteggiato e deriso, Naofumi subisce una serie di affronti e angherie via via sempre più crudeli, che culminano nel tradimento, apparentemente inspiegabile, da parte della principessa del Regno.

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Naofumi pronto a colpire

Ormai considerato alla stregua di un perverso criminale e allontanato dagli altri Eroi, Naofumi dovrà sopravvivere in questo nuovo e pericoloso mondo, senza nessun supporto se non uno scudo dotato di poteri che lui non comprende, impossibilitato a usare qualunque altra arma e profondamente sfiduciato nei confronti del prossimo.
Dopo aver acquistato una schiava che combatta al suo fianco, una ragazza lupo di nome Raftalia, Naofumi inizia così un lungo viaggio non solo per sopravvivere, ma anche per riabilitare il proprio nome e scoprire il mistero che si cela dietro l'odio che sembra accompagnare l'Eroe dello Scudo.

Isekai: benvenuti nel vostro nuovo mondo

Un ottimo inizio

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Naofumi, Raftalia e Filo

Tate no Yuusha no Nariagari nasce come una serie di romanzi illustrati (light novel) scritta da Aneko Yusagi e con i disegni della sensei Seira Minami, che è stata anche ospite dell'edizione 2024 del Napoli Comicon.
Sono rapidamente seguiti una trasposizione manga, edito in Italia da J-Pop e, appunto, una serie animata che al momento conta già 3 stagioni e più di 50 episodi. La serie, prodotta dallo studio Kinema Citrus, è stata trasmessa in Giappone a partire dal 2019 e ha subito acceso l'interesse del grande pubblico, rendendo The Rising of the Shield Hero uno degli isekai più apprezzati dagli appassionati.

Risultato raggiunto grazie a una storia avvincente e che tenta un approccio diverso rispetto al canovaccio usuale. Naofumi parte come un ragazzo spaesato, sì, ma comunque desideroso di aiutare le persone in difficoltà. Ma essere costretto a subire torti e avversità al limite (anzi: oltre il limite) del puro sadismo lo incattiviscono e lo rendono cupo e diffidente nei confronti degli altri. Costretto dall'incomprensibile e ingiustificato odio nei suoi confronti a reagire per non soccombere, Naofumi inizia da una parte a cercare di comprendere il funzionamento del suo Scudo, in una progressione che ricorda, volutamente, lo sviluppo degli alberi delle skill dei videogiochi, e dall'altra parte ad acquisire una mentalità cinica e stoica per non diventare una vittima di un mondo che non conosce e che lo rifiuta.

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Naofumi e Raftalia

La salvezza arriva nei panni della giovane Raftalia, la schiava che Naofumi acquista per farne la propria combattente, e con la quale riesce, faticosamente e lentamente, a ricostruire un rapporto di comprensione, affetto e fiducia. Con il tempo, e nella migliore tradizione del genere, il party dell'Eroe dello Scudo si arricchirà di altri personaggi che accompagneranno Naofumi e Raftalia nel loro pellegrinaggio e li aiuteranno a portare avanti la loro missione.

Promesse non mantenute

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Naofumi e Raftalia: il design

Giudizio positivo per la prima stagione, quindi. A una buona realizzazione tecnica, con animazioni discrete e un design dei personaggi accattivante ed efficace, curato da Masahiro Suwa, si unisce una narrazione che svela poco alla volta (troppo poco alla volta, purtroppo...) i misteri dietro la natura del mondo fantastico, dei Quattro Eroi leggendari e del loro legame con altri mondi paralleli e che, parallelamente, segue Naofumi nella sua quest di rivalsa nei confronti di coloro che l'hanno tradito e umiliato.

Sviluppo decisamente intrigante, quindi, che vede un protagonista in cui è facile immedesimarsi che subisce angherie e perfidie di ogni tipo, anche decisamente pesanti, e che è costretto a sviluppare una corazza emotiva e ad aguzzare l'ingegno pur di sopravvivere, anziché avere la "comodità" di affidarsi a poteri straordinari e doni divini. Senza spoilerare troppo, possiamo dirvi che il momento in cui Naofumi riesce a prendersi la giusta rivincita nei confronti di uno dei personaggi più odiosi e insopportabili della storia degli anime, è davvero soddisfacente.
Purtroppo dobbiamo dire che le ottime premesse della prima stagione, che la rendono molto gradevole e interessante, non vengono mantenute negli sviluppi successivi.

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Il party dell'Eroe dello Scudo

Le stagioni seguenti, infatti, vedranno la trama "normalizzarsi" sempre di più, riallineandosi a cliché più ordinari e banali, partendo con la formazione del consueto "harem" di accompagnatrici del protagonista principale per arrivare all'appiattimento e all'eccessiva diluizione della trama principale.
Un vero peccato, certo, ma The rising of the Shield Hero resta comunque un titolo che vale la pena scoprire, o riscoprire.

Conclusioni

Il voto finale della nostra recensione di The rising of the Shield Hero è, per forza di cose, una media: c'è il giudizio molto positivo sulla prima stagione, ma la consapevolezza del fatto che le belle idee che avevano reso questa serie un isekai di ottimo livello (merce rara) purtroppo tendono a scomparire col progredire delle stagioni. Ciò nonostante, almeno questi primi episodi sono decisamente buoni, con un protagonista originale e ben caratterizzato e una storia che, tra crudeltà, mistero e avventura, si lascia vedere con piacere.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • L'idea iniziale è intrigante e avvincente.
  • La metamorfosi di Naofumi: da "ingenuotto" a "badass pericolosissimo".
  • La dinamica tra Naofumi e Raftalia.

Cosa non va

  • Peccato che la serie non mantenga le aspettative.
  • La trama ha uno sviluppo orizzontale lentissimo.
  • Lei. La s******. Se avete visto la serie, sapete di chi stiamo parlando.