Il 13 settembre 1986, poco più di due anni dopo l'uscita di Ghostbusters - Acchiappafantasmi, debuttò su ABC The real ghostbusters - I veri acchiappafantasmi, la serie animata che traspose per un pubblico più giovane le avventure di Peter Venkman, Ray Stantz, Egon Spengler e Winston Zeddemore. Trasmesso fino al 5 ottobre 1991, questo spin-off ampliò ulteriormente la cerchia di fan dei personaggi, arrivando persino ad influenzare i contenuti di Ghostbusters II (gli elementi più adulti, in primis il tabagismo degli acchiappafantasmi, furono rimossi o edulcorati).
Ancora oggi è amatissimo nel mondo intero (Maurice LaMarche, che doppiò Egon nella versione originale, ha detto in un'intervista che almeno una lettera al giorno di quelle che riceve quotidianamente dai fan riguarda The Real Ghostbusters), e forse lo rivedremo sullo schermo in un futuro prossimo, dato che tra le varie idee per mantenere in vita il franchise si sta parlando anche di un film animato. Nell'attesa di sapere se quella versione arriverà effettivamente al cinema, ecco i motivi per cui, a nostro avviso, la serie animata può competere con il primo film a livello di qualità, humour e successo.
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1. La sigla
Gli anni Ottanta e Novanta sono stati particolarmente fortunati per quanto riguarda le sigle dei cartoons televisivi (basta guardare una qualsiasi compilation su YouTube). E tra le migliori possiamo senz'altro menzionare quella di The Real Ghostbusters, che pur partendo avvantaggiata - il logo e la canzone sono farina del sacco del film - poteva comunque rischiare di produrre un risultato inferiore alle aspettative, come è accaduto nel 1997 con la sequenza d'apertura del sequel Extreme Ghostbusters. Mentre quest'ultima ha cercato di distanziarsi dall'originale solo per sembrare "diversa", The Real Ghostbusters ha capito che la fedeltà non è per forza un male, ed ecco che, ogni settimana, gli spettatori più giovani avevano la possibilità di assistere ad un minuto di grande musica che non solo rispetta lo spirito del brano di Ray Parker Jr., ma accompagna anche una sequenza che riassume perfettamente lo spirito comico e al contempo spaventoso dello show.
2. I personaggi
Per esplicito volere della produzione, che non aveva la minima intenzione di pagare gli attori del film per l'uso della loro immagine sul piccolo schermo, gli acchiappafantasmi televisivi hanno ben poco in comune con le loro controparti cinematografiche a livello puramente fisico. Furono modificati in parte anche per quanto concerne il carattere (il Venkman del film non piacerebbe molto ai più piccoli, né tantomeno ai loro genitori), dando vita ad un cast che differisce abbastanza da quello originale in modo da non rendere The Real Ghostbusters una pallida fotocopia del lungometraggio, pur essendo abbastanza simile per non alienare i fan più maturi (checché ne dica la figlia di Harold Ramis, l'Egon televisivo era quello cinematografico, capelli biondi esclusi). Particolarmente notevole la caratterizzazione di Janine, che nel primo film aveva un ruolo abbastanza ridotto e in televisione ha potuto mostrare di essere più di una semplice segretaria.
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3. J. Michael Straczynski
Oggi è il creatore di Babylon 5, l'autore di un controverso ciclo a fumetti di Spider-Man e lo sceneggiatore di Changeling di Clint Eastwood, ma per una fetta di fan di genere J. Michael Straczynski sarà sempre colui che fu incaricato di portare i Ghostbusters sul piccolo schermo, fungendo da effettivo showrunner nei primi anni della serie per quanto concerneva l'aspetto puramente narrativo. I produttori gli dissero, saggiamente, di non rinunciare all'atmosfera a tratti demenziale del film, pur tenendo conto un minimo dell'età anagrafica del pubblico. Lo sceneggiatore diede così vita ad uno show in perfetto equilibrio tra risate e paura, compatibile sia con la sensibilità dei più piccoli che con il senso dell'umorismo di chi ama la versione cinematografica. Quando fu deciso di rendere il programma più "per bambini", Straczynski tagliò i ponti con la "sua" creatura, per poi tornare sporadicamente con degli episodi che mettevano alla berlina proprio il nuovo corso della serie.
4. I fantasmi
Anche chi ha apprezzato il nuovo Ghostbusters di Paul Feig ammette candidamente che si può considerare un difetto l'assenza della componente horror, un elemento essenziale del primo film che fu sfruttato anche sul piccolo schermo. Pur senza muoversi in territori che avrebbero traumatizzato a vita le menti più giovani, The Real Ghostbusters vanta una galleria di cattivi davvero inquietanti, sia per il character design che per il contributo vocale di Frank Welker, il doppiatore di Ray Stantz che in molte occasioni prestava la voce anche agli spiriti maligni, con risultati a dir poco spaventosi. L'esempio più famoso - guarda caso in un episodio scritto da Straczynski - lo potete vedere qui sotto: Sandman, un'entità immortale che vuole far addormentare tutta la popolazione della Terra per cinque secoli. Nella stessa clip c'è anche un altro personaggio doppiato da Welker, anch'egli fantasma ma decisamente più innocuo.
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5. Slimer
Nel film non aveva un nome (Dan Aykroyd lo definì scherzosamente "il fantasma di John Belushi") e nessuno si aspettava che diventasse un personaggio di culto. E invece Slimer, promosso al rango di vera e propria mascotte del team animato, è talmente associato al brand che non solo appare anche nel nuovo film, ma fu anche l'unico personaggio originale, insieme ad Egon, a sopravvivere alla transizione da The Real Ghostbusters a Extreme Ghostbusters (Venkman, Ray e Winston appaiono solo brevemente al termine della serie). Certo, la sua presenza ha contribuito al declino qualitativo dello show nelle ultime stagioni, quando fu concessa un'ora intera di palinsesto ai Ghostbusters e Slimer ebbe diritto ad uno spin-off tutto suo, dove sconfigge regolarmente uno scienziato pazzo con l'aiuto di vari amici animali, ma nella serie principale la sua partecipazione è quasi sempre fonte di ottime gag.