L'inchiostro che tinge la penna degli scrittori britannici deve avere qualcosa di unico e universale. Le parole che compone sono impresse sul foglio e lasciate alla cura del tempo sfidando l'incuria degli anni. Fresca, acuta, vitale, la loro scrittura parla un linguaggio eterno, fatto di vizi e virtù insiti nell'uomo e per questo applicabili a ogni secolo. La penna di Charles Dickens era moderna, anticipatrice di tempi e capace di cogliere tematiche a volte scomode come la povertà e le diseguaglianze sociali. Lo sa bene il regista Armando Iannucci che per anni ha desiderato tradurre sullo schermo uno dei capolavori dello scrittore inglese e a cui lui stesso era più affezionato: David Copperfield. Lo ha fatto con The Personal History of David Copperfield, qui le nostre interviste al regista e al cast.
Dare nuova vita a David Copperfield
Presentato in anteprima al London Film Festival 2019 in qualità di film di apertura, The Personal History of David Copperfield va oltre la semplice ricerca filologica e pedissequa per puntare a una rivisitazione del tutto inedita del romanzo di Charles Dickens. Un adattamento così votato alla ricerca della vera essenza dell'opera da spingere anche coloro che non si erano mai avvicinati a questo romanzo, a non iniziarne la lettura durante la produzione del film. Un aneddoto, questo, rivelatoci dall'attore Darren Boyd, interprete nel film del patrigno del piccolo Copperfield. "Non avevo mai letto David Copperfield prima d'ora e per prepararmi al meglio al mio ruolo ero intenzionato a recuperare una così importante lettura, ma Armando (Iannucci, ndr.) mi ha pregato di non farlo. Voleva che fosse la mia immaginazione a lavorare per me e temeva che il racconto interferisse troppo nella mia visione dell'opera. Dopotutto la sua è una versione del tutto nuova, diversa eppure fedele al romanzo di Charles Dickens. Almeno così mi hanno detto i miei colleghi visto che il libro non sono ancora riuscito a leggerlo!" Al centro di The Personal History of David Copperfield troviamo l'omonimo giovane e sempre sorridente protagonista (Dev Patel) cresciuto con gioia e allegria dalla tata Peggotty (Daisy May Cooper) e dall'adorata mamma (Morfydd Clark). Quando quest'ultima decide di sposare l'odioso Mr. Murdstone (Darren Boyd) il destino del piccolo si trasformerà in un viaggio a tappe dell'esistenza, tra povertà, sfruttamento minorile e amicizie lunghe una vita.
Armando Iannucci e l'amore per Dickens
Il David Copperfield di Armando Iannucci (già autore dell'acclamato Morto Stalin, se ne fa un altro) si getta a capofitto nel lato umano e ottimistico dell'autore, tralasciando così quell'oscurità che ammanta il romanzo originale. Ne consegue una versione innovativa, capace di restare legata alla propria opera madre, ma allo stesso tempo distaccandosene con ilarità, umorismo e tecniche registiche di grande impatto. Eppure c'è stato un momento in cui le pagine di sceneggiatura vivevano delle stesse parole che infondono vita al testo dickensiano. Ma da dove nasce questa passione per Dickens? Ce lo ha raccontato lo stesso regista. "Sono sempre stato affascinato da Charles Dickens, un uomo capace di intrattenere il proprio lettore narrandogli allo stesso tempo le difficoltà del suo tempo. Il tutto intessuto da una comicità intrinseca alla sua scrittura. Inizialmente avevo optato per un adattamento quanto più fedele al testo di partenza. Cento pagine e più di dialoghi copiati direttamente dal libro. Poi ci ho riflettuto e ho capito che volevo fare qualcosa di diverso, di sperimentale. Volevo che lo spettatore di oggi si ritrovasse in quel tempo, perché per quanto lontano e incasellabile nel genere del "period-drama", questa è un'opera che supera i confini temporali. Parla alla Londra dell'Ottocento tanto quanto alla nostra. E per enfatizzare questa modernità ho optato per tecniche moderne, come la sovrimpressione di immagini su pareti e tende, e qualche effetto digitale".
Viene da chiedersi, dunque, quanto abbia influito l'uso della CGI in un universo a cui di norma non appartiene come quello del period-drama. "In realtà pochissimo. Ci siamo limitati allo stretto indispensabile puntando su un impianto visivo più tradizionale. È talmente straordinaria nella sua semplicità questa storia che non servivano molti effetti speciali per renderle giustizia". Qual è stato il primo attore che avete contattato o che ha immaginato mentre scriveva il film? "Peter Capaldi. Il suo personaggio nel libro è un uomo dall'animo malinconico, ma Peter ha saputo donargli quello spirito naif e gioioso a cui io aspiravo. Io stesso mi reputo una persona ottimista, tant'è che a volte mi è difficile far morire qualche personaggio. La verità è che voglio realizzare film per tutte le generazioni e The Personal History of David Copperfield è a dir poco perfetta. È un'opera sulla vita e il suo essere vissuta tra dolori e amicizie".
Mr. Dick e Betsey Trotwood: una coppia fuori dal coro
E in effetti se David Copperfield può scrivere la propria, personale, autobiografia è soprattutto grazie alla presenza di uomini e donne che entrano nel suo piccolo mondo per cambiarlo, fargli scoprire le gioie e drammi della vita. Tra questi Mr. Dick, zio di David, convinto che i pensieri di Re Carlo I si siano trasferiti nella sua mente. Un personaggio affascinante, quanto difficile da portare sullo schermo perché facilmente riducibile a macchietta. Fortunatamente a prestargli anima e corpo c'è Hugh Laurie, il quale ci ha raccontato come è stato vestire i panni di un personaggio divertente come questo: "Divertente? Certo, il mio personaggio lo è, ma aggiungerei che Mr. Dick è soprattutto problematico. Stiamo parlando di un uomo che soffre di schizofrenia, cosa che in età vittoriana avrebbe comportato un'esistenza senza speranza. È un personaggio che mi ha sempre commosso. È il tipico abitante dell'universo di Charles Dickens, autore tutt'ora capace di parlare di tematiche attuali come la perdita delle amicizie e di legami familiari. Quelli narrati da questo scrittore nelle sue opere sono dei pellegrinaggi compiuti da personaggi alla ricerca di un posto nel mondo. Una ricerca, la loro, destinata a fallire perché senza risposta. Dopotutto è quello che noi esseri umani viviamo tutti i giorni, no? Cerchiamo risposte a domande esistenziali che risposte non ne hanno".
E del suo rapporto sul set con Tilda Swinton cosa ci può confidare? "Direi che è stato bellissimo. Tilda ha dato vita a una magnifica Betsey Trotwood. La mia speranza è che nel nostro piccolo, io e lei abbiamo contribuito a realizzare un buon film, pieno di risate, alcune delle quali nate spontaneamente sul set. Il montatore deve aver fatto un bel lavorone di taglia e cuci per eliminare qualche nostra risata. Quello che abbiamo comunque voluto fare tutti insieme è stato rendere giustizia a un libro bellissimo, umano, divertente". Quello che salta subito agli occhi e la totale uguaglianza dal punto di vista del colore della pelle. Una bellissima mescolanza di etnie, unite per dipingere un quadro dell'esistenza umana. Una particolarità che, come ha sottolineato sempre Laurie, "ti può colpire nei primi secondi di film, ma che finisci per dimenticartene ben presto perché, come a teatro, vieni talmente coinvolto nella storia che tutto passa in secondo piano".
Dev Patel: il perfetto David Copperfield
Ne ha fatta di strada il piccolo nerd di Skins. Ha dovuto correre tra le slum di Mumbai in The Millionaire, ha cercato i propri genitori biologici in Lion - La strada verso casa, ha gestito un hotel a Jaipur in Marigold Hotel per poi approdare tra le vie della Londra vittoriana. "Un David Copperfield perfetto", così lo esalta il regista Armando Iannucci, e in effetti quello portato sullo schermo da Dev Patel è davvero lo stesso uomo dalle mille sfumature emotive immaginato da Charles Dickens. Non aveva dubbi Iannucci su chi avrebbe dovuto interpretare il suo Copperfield. Se non avesse fatto Yesterday, come ci ha rivelato, lo avrebbe voluto a tutti i costi. Una responsabilità non da poco che riempie di orgoglio il giovane attore classe 1990. "Sono molto felice e contento, devo ringraziare Armando per aver creduto in me, ma a questo punto un pensiero particolare anche a Danny Boyle per non avermi scelto per Yesterday". E che rapporto hai con Charles Dickens? Avevi già letto il libro prima del film? "Da buon inglese, Charles Dickens è stato parte integrante della mia educazione scolastica. È un onore aver avuto l'occasione di portare sullo schermo un personaggio a cui lui stesso era molto legato e presentarlo per di più qua al London Film Festival. Fino a pochi anni fa ero dall'altra parte della transenna a cercare di recuperare qualche autografo e invece guardatemi dove sono oggi! Sono veramente emozionato e grato di tutto questo".
E come è stato lavorare con Armando e il resto del cast? "Incredibile. Abbiamo provato tantissimo, studiato a fondo i nostri personaggi, letto insieme il copione e spero che il risultato finale sia tanto divertente ed esilarante quanto l'atmosfera che vivevamo sul set. Nel caso non riusciate a coglierli sullo schermo, vi posso garantire che ci sono stati momenti in cui trattenevamo a stento le risate. Un'operazione quasi impossibile, anche perché per come l'ha rielaborata Armando, era la storia stessa a farci ridere mentre giravamo".
Scritto da Simon Blackwell e Armando Iannucci, The Personal HIstory of David Copperfield è prodotto da Fox Searchlight e Film4 e sarà distribuito nelle sale statunitensi da Walt Disney Company e in quelle inglesi da Lionsgate; ancora sconosciuta la data di uscita italiana.
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