The Penguin, recensione della serie con Colin Farrell: più I Soprano che Batman

Dopo aver affrontato il Batman di Robert Pattinson, Colin Farrell torna a interpretare Il Pinguino nella serie The Penguin: più che nell'universo dell'Uomo Pipistrello sembra però di essere in una copia sbiadita di I Soprano. Dal 20 settembre su Sky e NOW.

Colin Farrell è Il Pinguino

Il tema musicale di Michael Giacchino e la fotografia che vira sui toni del rosso sangue a incorniciare l'Oswald Cobblepot di Colin Farrell nella prima scena di The Penguin, dedicata a Il Pinguino, tra i nemici storici di Batman, ci fanno illudere che la serie sia la diretta continuazione dello splendido The Batman di Matt Reeves, con Robert Pattinson nel ruolo del Cavaliere Oscuro. In effetti la miniserie in otto episodi, ideata e scritta da Lauren LeFranc, è ambientata una settimana dopo i fatti del film, ma, se quella che vediamo non si chiamasse Gotham City, potrebbe trattarsi di una qualsiasi storia crime nata per emulare I Soprano.

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Colin Farrell è Il Pinguino

In esclusiva su Sky e NOW dal 20 settembre, The Penguin racconta l'ascesa di Oswald Cobblepot - detto Il Pinguino per via dell'andatura claudicante - nella scena criminale di Gotham City, appunto. Nell'opera di Reeves l'abbiamo conosciuto come uno degli scagnozzi di Carmine Falcone e qui, dopo la sua morte, lo vediamo determinato a prenderne il posto. Deve quindi vedersela con i figli del boss, Alberto e soprattutto Sofia (Cristin Milioti) Falcone, rinchiusa per dieci anni nell'Arkham Asylum, il manicomio criminale della città, e intenzionata a vendicarsi di chi l'ha tradita.

Apparso per la prima volta nel numero 58 dei fumetti Detective Comics nel 1941, Il Pinguino è uno dei villain più importanti e famosi di Batman. In più di 80 anni di storia ha avuto diverse riscritture, passando dal ladro delle origini al magnifico freak interpretato da Danny DeVito in Batman - Il Ritorno di Tim Burton a inizio anni '90. In questa ennesima nuova vita il personaggio è stato rimaneggiato con un chiaro riferimento in testa: il Tony Soprano di James Gandolfini. Purtroppo però si tratta di una copia sbiadita.

Il Pinguino come Tony Soprano

Iconograficamente Il Pinguino ha sempre avuto il naso aquilino e bassa satura: la versione interpretata da Colin Farrell mantiene quel profilo, ma ha una fisicità molto più imponente. E delle cicatrici a segnarne il volto. Lo stile e la parlata poi non sono più quelli di una persona appartenente a una famiglia benestante che lo ha ripudiato, ma ha l'accento italoamericano e un gusto tipico da gangster, con catena d'oro al collo e macchina sportiva viola. Anche le sue motivazioni sono diverse: se Burton ne ha intuito il potenziale drammatico ritraendolo come una persona rifiutata perfino dai genitori per via dell'aspetto mostruoso, qui il suo desiderio di riscatto è tutto indirizzato nell'acquisizione di soldi e potere. Nella versione di Farrell si perde quindi la vena più romantica del personaggio.

Anche perché gli affetti vengono completamente ribaltati: nella serie la madre di Oswald Cobblepot, che qui preferisce farsi chiamare Oz Cobb, non solo è ancora viva, ma è praticamente in simbiosi con il figlio. Esattamente come succede in I Soprano, in cui il boss Tony Soprano comincia ad andare in terapia all'insaputa di tutti per via del suo rapporto complicato con la terribile madre Livia.

The Batman, Colin Farrell: "Il mio Pinguino come il mostro di Frankenstein"

La serie di Cristin Milioti

Se sotto alla pesante maschera di gomma che ne stravolge i connotati Colin Farrell non sembra particolarmente ispirato, potendo fare sfoggio delle proprie abilità soprattutto grazie a voce (su cui ha fatto un lavoro praticamente di imitazione del compianto James Gandolfini) e andatura, a prendere in mano la serie è soprattutto Cristin Milioti nel ruolo di Sofia Falcone. Il personaggio, apparso per la prima volta nella storia Batman: Il lungo Halloween, scritta da Jeep Loeb e pubblicata tra il 1996 e il '97, ci dà infatti la possibilità di scoprire la vita quotidiana ad Arkham: non esattamente una passeggiata. È lei ad avere l'arco più interessante, spiccando sia rispetto al protagonista che al personaggio, creato appositamente per la serie, interpretato da Rhenzy Feliz, ovvero Victor Aguilar, adolescente che diventa il tuttofare di Cobb.

Sete di potere, crimine, vendette, alleanze: in otto episodi Batman non viene praticamente mai nominato, al contrario dei tanti cliché del genere, tutti presenti. Anche troppo. The Penguin non aggiunge praticamente nulla a quanto visto nel film di Reeves e finisce per essere una pallida imitazione del modello di partenza. Citando una battuta pronunciata proprio da Colin Farrell nel film In Bruges - La coscienza dell'assassino di Martin McDonagh, potremmo definire The Penguin come il Tottenham, la squadra di calcio: "Il purgatorio è una via di mezzo. Non hai fatto proprio schifo ma non sei neanche stato un granché. Come il Tottenham".

Conclusioni

La serie The Penguin racconta l'ascesa di Oswald Cobblepot, detto Il Pinguino, nella scena criminale di Gotham City. Ambientata una settimana dopo i fatti del film The Batman di Matt Reeves, con protagonista Robert Pattinson nel ruolo dell'Uomo Pipistrello, non aggiunge molto alla pellicola, rivelandosi una copia sbiadita di I Soprano. Sotto la pesante maschera di gomma Colin Farrell si lancia infatti in un'imitazione di James Gandolfini.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • L'interpretazione di Cristin Milioti nel ruolo di Sofia Falcone.
  • L'atmosfera cupa di Gotham City.
  • Le scene nell'Arkham Asylum.

Cosa non va

  • Questo Pinguino deve troppo a Tony Soprano e poco all'universo di Batman.
  • La storia contiene tutti i cliché del genere gangster.
  • Il personaggio di Victor Aguilar è debole.