The Old Man, la recensione: il fascino inossidabile di Jeff Bridges è il motore di una raffinata serie spy

La recensione di The Old Man, serie di spionaggio dal 28 settembre su Disney+, loda l'ennesima grande performance di Jeff Bridges.

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The Old Man: un primo piano di Jeff Bridges

Non lasciamoci ingannare dal titolo della nuova serie con Jeff Bridges. Come anticipa la nostra recensione di The Old Man, l'anziano uomo nel titolo è "anche" la star de Il grande Lebowsky che fa ritorno sul set dopo una grave malattia. Ma nella raffinata storia di spionaggio che si snoda con passo lento, ma avvincente c'è molto di più. Personaggi, intrighi, epoche, legami familiari. E naturalmente non mancano i colpi di scena tipici del genere, che vengono però centellinati in una trama che ricalca le lunghe sequenze dialogiche del romanzo di Thomas Perry da cui è tratta.

The Old Man Jeff Bridges Dogs
The Old Man: Jeff Bridges e i suoi cani in una scena

Su Disney+ dal 28 settembre, la serie in sette episodi vede Jeff Bridges nei panni dell'anziano Dan Chase, vedovo che vive in una cittadina di provincia insieme a due cani mentre la figlia, che vive lontano, si fa viva solo via telefono. Il tema della malattia e della morte echeggia fin dal primo episodio, in un corto circuito tra finzione e realtà, con Dan che si reca dal medico per verificare di non soffrire della stessa forma di demenza che ha consumato la moglie. Ma quando un misterioso figuro si introduce nella sua grande casa durante la notte tentando di ucciderlo, apprendiamo che Dan è un ex agente della CIA in pensione con un passato oscuro e violento. Da qui parte un'epica caccia all'uomo che porterà alla luce conflitti e segreti indicibili.

Una narrazione che si espande nello spazio e nel tempo

The Old Man Jeff Bridges
The Old Man: la prima immagine di Jeff Bridges

Il talento di Jeff Bridges è uno dei punti di forza di The Old Man. L'innegabile carisma del divo, che migliora man mano che lui invecchia, proprio come il buon vino, va di pari passo con il suo fascino e rende assolutamente credibile la capacità dell'anziana spia di far breccia nel cuore delle donne seppur alle prese con gli acciacchi dell'età. Il primo episodio, costruito interamente su di lui, si prende il tempo necessario per introdurre il personaggio dando al pubblico l'impressione che lo show sia incentrato esclusivamente su di lui. In realtà il suo cammino si intreccia con quello di Zoe, piacente divorziata interpretata dalla Amy Brenneman di Giudice Amy e The Leftovers, che diventerà sua compagna di viaggio.

The Old Man Jeff Bridges Fucile
The Old Man: Jeff Bridges col fucile di precisione

Ma il raffinato intreccio che si dipana lungo i sette episodi prevede anche una seconda linea narrativa, dedicata alla nemesi di Dan Chase, l'ex collega e amico Harold Harper, interpretato da John Lithgow, funzionato dell'FBI costretto a rimettersi sulle tracce di Chase dopo oltre trent'anni, e la sua "figlioccia" e assistente Angela, che ha il volto di Alia Shawkat. Una terza linea narrativa si sposta poi non solo nello spazio, ma anche nel tempo, visto che racconta le gesta di un giovane Dan Chase nell'Afghanistan degli anni '80, in piena guerra sovietico-afghana.

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I dilemmi morali ci rendono umani

The Old Man Jeff Bridges Amy Brenneman
The Old Man: Jeff Bridges ed Amy Brennneman a cena

Seppur caratterizzato da uno stile classico, punteggiato da flashback, The Old Man si dipana lentamente, svelando i misteri a poco poco in modo da permettere allo spettatore di immergersi in una vicenda che non ha fretta di rivelare le numerose frecce al suo arco. Lo show annovera tra i registi e produttori anche il Jon Watts della saga di Spider-Man, che stavolta è chiamato a un passo ben più lento e meno spettacolare. A dettare i tempi è lo script dei creatori della miniserie, John Levine e Jonathan E. Steinberg, che mette a dura prova i loro interpreti alternando lunghi silenzi o battute secche a tirate retoriche che sembrano prese di peso dal romanzo originario. Una sfida recitativa soprattutto per Alia Shawkat, protagonista di lunghe scene parlate tra cui un accorato dialogo con il suo supervisore e padre putativo Harpet in aereo che a tratti risulta eccessivamente verboso. Queste sono le uniche sbavature in uno show che trae i suoi punti di forza dall'interpretazione, dalle atmosfere e dallo scavo dei personaggi che lo rendono una spy story a suo modo unica.

The Old Man Alia Shawkat
The Old Man: un primo piano di Alia Shawkat

Con un occhio a John Le Carrè e uno all'epopea western, nella ricostruzione dell'(anti)eroe taciturno e solitario pronto a entrare in azione per proteggere chi ama, The Old Man sembra avere a cuore soprattutto la rappresentazione dei personaggi. Per questo motivo alcuni passaggi della storia, come lo sfondo su cui muove il giovane Dan Chase in Afghanistan, restano vaghi o vengono appena accennati. Come capiremo mano mano che la storia avanza, le dinamiche sentimentali e familiari hanno la meglio sul quadro politico. La dimensione spionistica tout-court è subordinata a potenti ritratti di personaggi messi di fronte e a scelte che determineranno la loro esistenza e quella dei propri cari. In un gioco di chiaroscuri, non esistono eroi né cattivi, ma solo uomini. E per quanto il James Bond di Jeff Bridges sia meno giocoso e intrigante di quello originale, le sue sofferenze e i suoi dilemmi ce lo rendono più umano, e dunque. più coinvolgente.

Conclusioni

La rappresentazione dei personaggi, a cominciare dal protagonista Jeff Bridges, funziona meglio della dimensione spionistica, come sottolinea la nostra recensione di The Old Man, raffinata serie spy concentrata su una storia che si dipana nello spazio e nel tempo. Un action che rifugge la fretta, racconto morale che sfrutta il genere per affrontare uno studio di caratteri di fronte a scelte determinanti.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Le interpretazioni convincenti di tutto il cast a cominciare dal carismatico Jeff Bridges.
  • Le scelte narrative mai banali.
  • L'uso del genere spy per raccontare personaggi umani di fronte a scelte morali.

Cosa non va

  • L'origine letteraria della storia dà vita a lunghe tirate e sequenze un po' troppo parlate che mettono in difficoltà alcuni personaggi.