5 agosto 2003. In una programmazione quantomeno particolare per l'epoca, dove le stagioni televisive generaliste andavano in onda da settembre a maggio, un nuovo teen drama era pronto a fare capolino nel cuore degli spettatori per non lasciarlo mai più. Si tratta di The O.C., un acronimo che fece scoprire al mondo l'esistenza di Orange County, la contea della California più assolata e glamour che c'era.
Creata da un allora ventisettenne Josh Schwartz (quindi qualcuno più vicino all'età dei protagonisti che parlasse di loro, rispetto ai precedenti) la serie fece presto il giro del mondo (In Italia arrivò solamente l'anno dopo su Italia 1) diventando un vero e proprio fenomeno di costume ed entrando di diritto nella cultura pop, e arrivando a fare degli ascolti imponenti che la rete FOX si sognava dai tempi di Beverly Hills, 90210. Al punto che ancora oggi ne sentiamo la conseguenze, sull'offerta seriale per i più giovani e sul gergo quotidiano che utilizziamo. Facciamo un viaggio nei ricordi per scoprire perché.
Un teen drama estivo
Perché far iniziare un teen drama d'estate? In parte perché la prima stagione ebbe ben 27 episodi (un record per le già lunghe stagioni delle serie dell'epoca, che di solito arrivavano a 22 puntate) che andavano spalmati settimanalmente fino al maggio successivo. In parte perché la prima parte della storia era ambientata proprio d'estate, prima che iniziasse l'anno scolastico (quindi come spesso capita nella programmazione generalista ciò che accade sullo schermo e nella vita vera è speculare). In parte per l'ambientazione californiana che richiama alla mente necessariamente la stagione col sole sempre splendente. Quanti di voi sentendo The O.C. pensano immediatamente a "Californiaaaaaa here we comeeeee"? Una sigla che ha fatto la storia, della banda Phantom Planet, che ancora si basava sull'apparizione dei cartelli coi nomi e i volti degli interpreti.
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Un teen drama sociale
Al centro della storia di The O.C. c'è la disparità sociale, che tornerà nella serialità di Schwartz (Gossip Girl, You, Città in fiamme). Protagonista è infatti Ryan Atwood (Ben McKenzie, lanciato da questa serie come la maggior parte degli altri protagonisti), un adolescente problematico del quartiere povero che si ritrova ad essere difeso in tribunale dall'avvocato Sandy Cohen (Peter Gallagher) che deciderà di portarlo a casa e farlo stare nella dependance in piscina. Qui conosce il figlio di lui e Kirsten (Kelly Rowan), Seth Cohen (Adam Brody), un ragazzo timido che tende a non avere molta vita sociale, divenuto all'epoca simbolo dell'aver trasposto la cultura nerd in tv prima di The Big Bang Theory.
Ovviamente lo scontro tra i due mondi sarà ricco di sorprese, risse, colpi di scena ma anche uno strumento per imparare qualcosa l'uno dall'altro, tanto che la coppia arriverà ad adottare ufficialmente Ryan con un messaggio di fondo molto profondo (e se vogliamo lungimirante). Protagoniste femminili indiscusse sono ovviamente le due migliori amiche, la drama queen Marissa Cooper (Mischa Barton) e la solo apparentemente superficiale Summer Roberts (Rachel Bilson, che Schwartz ritroverà in Hart of Dixie), che faranno battere il cuore ai due ragazzi protagonisti, nonostante di mezzo ci si metteranno tanti ostacoli.
Un teen drama epico
Insieme a One Tree Hill (dello stesso anno negli Usa), che mostrava però la realtà più provinciale possibile dell'entroterra americano, The O.C. è stato il teen drama che ha segnato un prima e un dopo il genere: questo per l'epicità e l'esagerazione messe in campo, in cui gli adolescenti protagonisti venivano raffigurati come (super)eroi mortali e martiri con problemi sempre molto più grandi di loro. Un teen drama (solo) apparentemente più superficiale e libertino (che continuerà poi il filone con Gossip Girl, di cui Schwartz è co-autore). Frasi e scene che sono diventate col tempo tormentoni, gif e meme e che resistono benissimo ancora oggi. Un teen drama che, insomma, paradossalmente non è invecchiato forse proprio per la capacità di Schwartz di ritrarre le gioie, i dolori e soprattutto le curiosità di una generazione che fossero anche universali e atemporali.
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Un teen drama è per sempre
Il successo esagerato del ciclo inaugurale corrispose a un capitombolo di ascolti nei successivi, come spesso capita con questi fenomeni internazionali, tanto da portare alla chiusura alla quarta stagione con una stagione ridotta (dai toni alleggeriti, complice la centralità del personaggio di Taylor Townsend (Autumn Reeser), che non andava a genio a tutti, e con un finale soddisfacente). In questi anni in cui oramai il genere soffre e latita, le piattaforme continuano a proporre delle serie di genere che spesso vorrebbero ritornare al passato (ad esempio Outer Banks su Netflix richiama chiaramente molti stilemi di Orange County), quindi l'eredità la sentiamo ancora oggi. The O.C. ci ha dato anche due tra i migliori villain della storia della serialità - Caleb Nichol (Alan Dale), il padre di Kirsten e nonno di Seth (che sarà un padre terribile anche in Lost e Ugly Betty), e Oliver (Taylor Handley), un ragazzo ricco e problematico come pochi altri. Ci ha donato anche tra i migliori (e peggiori) genitori di sempre, non solo Sandy e Kirsten ma anche quelli di Marissa, Jimmy (Tate Donovan) e Julie Cooper (Melinda Clarke). Quest'ultima cura attualmente un podcast in cui ha spesso invitato gli ex co-star dello show, sempre perché l'effetto nostalgia funziona.
Il teen drama che è per sempre ci ha dato anche scene e frasi entrate di diritto nella storia, ne citiamo alcune: "Sai cosa mi piace dei ragazzi ricchi? Niente" (con pugno sul naso da parte di Ryan), ovvero il primo incontro-scontro del giovane Atwood coi rampolli di Newport Beach. "Chi sei? Chiunque tu vuoi che io sia", ovvero il primo incontro tra Ryan e Marissa - e la sequenza speculare in cui lui porta in braccio il corpo morente di lei con dietro l'automobile in fiamme dopo l'incidente stradale. Il Chrismukkah che univa il Natale alla festività ebraica dell'Hannukah, viste le origini di Sandy e Seth. La corsa alla mezzanotte di Capodanno da parte di Ryan per riuscire a baciare Marissa in tempo. "Quello che succede a Tijuana rimane a Tijuana". Il bacio tra Seth e Summer come nel secondo Spider-Man tra Tobey Maguire e Kirsten Dunst. L'esaurimento di Marissa in piscina. La colonna sonora pazzesca che corrispondeva all'epoca alle vendite dei CD in parallelo con l'uscita della serie. E voi avete altri ricordi legati al serial?