Ne ha fatta di strada Alexander Skarsgård da quando era un modello che sorseggiava un Orange mocha frappuccino in Zoolander. Si è trasformato nel vampiro vichingo Eric Northman (un nome che ritorna nella sua carriera) in True Blood, è stato Tarzan e il terribile marito di Nicole Kidman in Big Little Lies. Ora è il principe vichingo (anche i vichinghi sono nel suo destino) Amleth in The Northman, terzo film di Rober Eggers, dal 21 aprile nelle sale italiane.
Ispirato alla storia raccontata da Saxo Grammaticus, storico medievale danese vissuto tra il 1100 e il 1200 (da cui attinse anche Shakespeare per il suo Amleto), The Northman è una storia di destino e fede, speranza e violenza. Amleth vuole vendicare l'uccisione del padre, re Aurvandil (Ethan Hawke), da parte dello zio Fjölnir (Claes Bang), che ha poi sposato sua madre, regina Gudrún (Nicole Kidman).
Trasformatosi in un berserk, torna in patria dopo anni per trovare la sua vendetta, ma incontra Olga (Anya Taylor-Joy), di cui si innamora. Riuscirà Amleth a scegliere la speranza e liberarsi dalle catene del passato? Lo abbiamo chiesto all'attore Alexander Skarsgård, arrivato a Roma per presentare il film.
The Northman: video intervista ad Alexander Skarsgård
The Northman, la recensione: c'è del marcio nella vendetta
The Northman: Alexander Skarsgård e il lavoro sul corpo
Mi piace molto come hai lavorato sulla postura: sembra che tu abbia sempre un peso sul collo. Come l'hai trovata?
Il nome del mio personaggio è Bjorn Ulfur, che in antico norreno vuol dire orso lupo. Quando è un berserk si può trasformare da essere umano in un ibrido orso-lupo. Volevo quindi che somigliasse più di me a un orso: di mio sono sottile, quindi volevo avere più massa, più peso. Quando il mio personaggio, Amleth, arriva nella fattoria in Islanda, e finge di essere uno degli schiavi, cercando di avvicinarsi a suo zio per ucciderlo, vuole rendersi utile, perché altrimenti lo caccerebbero dalla fattoria. Il suo modo per riuscirci è diventare come una bestia da soma: porta cose pesanti in giro, deve essere utile a Fjölnir. Era importante anche non essere considerato una minaccia: non deve sembrare troppo sveglio, troppo intelligente. Quindi volevo che avesse come una nebbia davanti agli occhi. Parla pochissimo, non fa domande, non guarda nessuno, si carica addosso rocce pesanti e sposta cose per la fattoria. Come un animale. È per questo che volevo che la postura fosse curva e, in un certo senso, ottusa.
The Northman: vendetta e speranza
Il tuo personaggio dice di aver conosciuto soltanto odio e che non si può sfuggire al proprio destino. Invece il personaggio di Anya-Taylor Joy vorrebbe che scegliesse il futuro, la speranza. Pensi che abbia ragione? Non possiamo sfuggire al destino o possiamo scegliere?
Non voglio dire se abbia ragione o se si sbagli. Non voglio esprimere un giudizio: penso che sia un bene per il pubblico non sapere troppo. Per qualcuno come Amleth, vissuto mille anni fa, che crede nel destino, anche se gli si presenta un'opportunità di fare, secondo alcuni, la cosa giusta, ovvero partire con la donna che ama e cominciare un nuovo capitolo della sua vita, per lui è molto difficile. Perché crede troppo fortemente nel destino, non può farci niente. Ha il libero arbitrio, ma si manifesta come una versione preesistente del suo destino. Non voglio dire se abbia ragione o torto: certamente è un dilemma.