The New Mutants, recensione: la fine sottotono di un franchise storico

Recensione di The New Mutants, l'ultimo capitolo del franchise cinematografico degli X-Men targato 20th Century Fox.

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The New Mutants: una scena del film con Maisie Williams

È quasi con un sospiro di sollievo che scriviamo questa recensione di The New Mutants, perché significa che la lunga attesa è finita: girato nel 2017, il film doveva inizialmente uscire nella primavera del 2018, salvo poi andare incontro a numerosi rinvii dovuti in parte all'acquisto della 20th Century Fox da parte della Disney; in parte alla volontà di rigirare almeno in parte alcune scene, cosa resa impossibile prima dalla difficoltà nel riunire tutti gli attori, impegnati su altri set, e poi dal fatto che gli stessi fossero palesemente invecchiati troppo dall'inizio delle riprese; e in parte alla chiusura delle sale nel mondo intero.

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The New Mutants: una foto di Anya Taylor-Joy

Una situazione che la stessa Disney, attraverso la ribattezzata 20th Century Studios, ha riconosciuto con fare ironico in occasione del panel digitale del Comic-Con di San Diego, un mese prima dell'uscita americana (28 agosto): è stato infatti mostrato un teaser contenente le cinque (!) date d'uscita fino a quel punto, con la scritta "Incrociamo le dita" dopo quella finale. Una data che però sa anche di resa da parte della major, che per contratto doveva far uscire il film al cinema e ha scelto di farlo in un momento in cui le sale americane sono per lo più chiuse, senza neanche farlo vedere alla stampa (ragion per cui molte testate statunitensi hanno categoricamente rifiutato di recensire la pellicola), strategia adoperata anche in altri paesi (chi scrive l'ha visto col pubblico, in Svizzera francese, non essendoci stata alcuna anteprima per i critici). In sostanza, una sorta di "via il dente, via il dolore" per la Casa del Topo, che così si libera dell'ultimo, ingombrante residuo del vecchio franchise cinematografico degli X-Men.

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Qualcuno volò sopra il nido del mutante

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The New Mutants: Alice Braga durante una scena del film

La storia di The New Mutants si svolge in un non precisato presente (o almeno si presume che siano i giorni nostri poiché su uno schermo televisivo si vedono episodi di Buffy - L'ammazzavampiri), in un misterioso ospedale dove Danielle Moonstar (Blu Hunt) si sveglia dopo che una tempesta ha distrutto la riserva indiana dove viveva. La ragazza è una mutante, ma non ha ancora scoperto che tipo di potere possiede, ragion per cui si trova nell'edificio sotto la supervisione della dottoressa Reyes (Alice Braga), insieme ad altri coetanei le cui capacità potrebbero mettere in pericolo le persone normali: Sam Guthrie (Charlie Heaton), capace di volare con una forza propulsiva simile a quella di una cannonata; Roberto da Costa (Henry Zaga), in grado di manipolare l'energia solare; Rahne Sinclair (Maisie Williams), che può trasformarsi in un lupo; e Illyana Rasputin (Anya Taylor-Joy), che ha il dono del teletrasporto tra il nostro mondo e una dimensione ultraterrena di sua creazione. I cinque giovani cercano di andare d'accordo, in vista di poter finalmente lasciare l'ospedale (un campo di forza impedisce ai pazienti di uscire dall'area circostante), ma una serie di eventi da incubo metterà a dura prova la forza di questo nuovo gruppo di mutanti.

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Pensare in piccolo

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The New Mutants: una scena del film

Volutamente concepito come qualcosa di più piccolo all'interno del grande franchise degli X-Men, al punto da rimuovere quasi tutti i legami con l'universo più vasto (la prima versione della sceneggiatura era ambientata tre anni dopo gli eventi di X-Men: Apocalisse e prevedeva la presenza dello Charles Xavier di James McAvoy, rimosso dopo l'accoglienza non interamente positiva nei confronti del suddetto lungometraggio), il film era stato descritto dal regista Josh Boone come un racconto horror nel contesto del mondo mutante, un incrocio tra Stephen King e John Hughes. C'è però un po' di confusione al riguardo: stando allo stesso Boone, infatti, il film uscito nelle sale è essenzialmente ciò che lui ha girato ai tempi, al netto di qualche piccola modifica (riferimenti minimi al franchise, assenza di un post-credits che avrebbe posto le basi per un sequel che non vedrà mai la luce), data l'impossibilità di effettuare riprese supplementari. E quindi se da un lato il primo trailer prometteva qualcosa di particolarmente inquietante, che i reshoot dovevano appunto aggiungere, ciò che è arrivato sullo schermo è più un young adult come molti altri, con qualche momento di suspense ma nulla di esplicitamente terrificante (tenendo anche conto delle restrizioni del visto PG-13).

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The New Mutants: una scena con Maisie Williams

L'ambizione è indubbiamente presente, e le intenzioni del regista sono chiare nella scelta di un direttore della fotografia come Peter Deming, veterano dei sequel di Scream e della terza stagione de I segreti di Twin Peaks, ma l'atmosfera è intermittente, così come la forza tematica di un lungometraggio che, sulla carta, aveva tutto l'occorrente per esplorare il lato meno piacevole delle mutazioni, sulla falsariga di qualcosa come Carrie - Lo sguardo di Satana, e invece rimane costantemente in superficie, abbozzando idee che però girano a vuoto per gran parte dei 94 minuti della pellicola. È un film che avrebbe potuto beneficiare della mancanza di legami espliciti con la saga madre, anche per questioni di continuity (un rimando fugace alla figura di Xavier suggerisce che siamo in una timeline dove gli eventi di X-Men: Dark Phoenix non hanno avuto luogo), ma è come se la rimozione degli elementi da franchise avessero tarpato le ali del progetto, impedendogli di trovare una propria identità, impressione alimentata dal fatto che, paradossalmente, dati i cambi di cast e location, la patina estetica sia rimasta più o meno la stessa.

Vent'anni di mutazioni

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The New Mutants: Anya Taylor-Joy in una scena del film

Per un curioso scherzo del destino il film è arrivato nelle sale a quasi vent'anni esatti dal primo X-Men, che debuttò negli Stati Uniti nel luglio del 2000. Il regista Bryan Singer, col senno di poi, lo definì "un lungo trailer", un antefatto necessario per poi passare all'azione nei sequel. Qui siamo in territori simili, ma senza il sottotesto sulla discriminazione (in parte a causa di alcune deviazioni dal fumetto, dove Roberto è afrobrasiliano e scoprì propri poteri durante un'aggressione razzista) e senza interpreti del calibro di Hugh Jackman, Patrick Stewart e Ian McKellen. Il giovane cast ci si mette d'impegno, ma il materiale è a tratti troppo esile anche per una giovane star come Anya Taylor-Joy, l'unica costante carismatica all'interno di un progetto confuso e anonimo (soprattutto se, come nelle ovvie intenzioni di Boone, lo si paragona alle avventure catodiche di Buffy). La saga principale ha chiuso i battenti già nel 2019, con la discutibile scelta di aumentare la confusione sulle varie linee temporali del franchise. Ora, a un anno di distanza, è arrivata l'ultima nota a piè pagina, una postilla per i fan duri e puri, il residuo finale del mondo mutante che fu. Un residuo che molto probabilmente sarebbe stato fuori tempo massimo già nell'aprile del 2018, quando era solo uno dei tanti film di supereroi in uscita quell'anno e non un progetto destinato a diventare una sorta di barzelletta produttiva.

Conclusioni

Con la fine della nostra recensione di The New Mutants finisce anche un'era, quella degli X-Men al cinema con la 20th Century Fox, un franchise durato due decenni prima di giungere al capolinea in modo abbastanza anonimo. Questo tentativo di spin-off, primo capitolo di una trilogia che non sarà mai completata, cerca di fare qualcosa di diverso con il materiale a disposizione ma rimane timido, superficiale, intrappolato come i suoi protagonisti.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.8/5

Perché ci piace

  • Anya Taylor-Joy è deliziosamente irriverente nei panni di Illyana.
  • Le suggestioni horror sono interessanti.
  • L'assenza degli X-Men è un elemento promettente...

Cosa non va

  • ... Che però al contempo priva il film della propria ragion d'essere.
  • Gli spaventi sono molto modesti.
  • Si capisce che si sta cercando di porre le basi per un sequel che non sarà mai girato.