The Messengers: angeli, demoni e Apocalisse nella nuova serie targata CW

La serie, la cui struttura ricorda molto quella di Heroes, ripropone le classiche tematiche della lotta del Bene contro il Male. Riuscirà a farlo in maniera innovativa?

Un meteorite colpisce la Terra nel deserto del New Mexico e l'onda d'urto provocata dall'impatto si propaga a macchia d'olio causando episodi di morte apparente in cinque personaggi che non sembrano avere nessuna connessione tra loro, ma che dopo questo episodio si ritroveranno - a loro insaputa - a far parte di un disegno più grande.
Non si tratta dell'inizio di Smallville unito al concept di Heroes, bensì della nuova serie CW intitolata The Messengers, che si basa su premesse simili all'ex serie dell'NBC, ma invece di parlarci di eroi dai poteri soprannaturali mette al centro della storia pseudo-angeli e al posto di un supereroe, nel meteorite, fa arrivare il Diavolo. Interpretato da Diogo Morgado. Completamente nudo. 
Però! Non male come inizio...

The Messengers: Diogo Morgado in una scena del pilot
The Messengers: Diogo Morgado in una scena del pilot

Angeli, Apocalisse e una fitta rete di misteri interconnessi

I cinque personaggi colpiti dalle onde del meteorite sono persone estremamente diverse tra loro, i cui cammini non si sarebbero mai incrociati se il destino non fosse intervenuto a metterci lo zampino. Si tratta di una scienziata atea (Shantel VanSanten), una giovane madre (Sofia Black-D'Elia) in fuga con la figlioletta al seguito da un ex-marito violento, un agente federale infiltrato nei cartelli della droga (J.D. Pardo), un tele-evangelista cristiano (Jon Fletcher) colpito dalla rivelazione in piena diretta tv e un liceale orfano (Joel Courtney) preso di mira dai bulli della scuola. Geograficamente distanti tra loro, questi personaggi sembrano non avere assolutamente nulla in comune a parte l'episodio che li ha fatti cadere inermi, come morti, per poi tornare coscienti poco dopo. 
Nessuno di loro sa esattamente cosa gli sia successo in quel lasso di tempo, ma ognuno comincia a scoprire di avere un qualche tipo di straordinaria abilità e... un paio di ali.

Entro la fine dell'episodio pilota, inoltre, tutti sembrano convergere nella città di Houston, dove una donna su un letto di ospedale (Anna Diop) comincia miracolosamente a risvegliarsi dopo 7 anni di coma.

The Messengers:
The Messengers:

"Solo nel secondo episodio i cinque personaggi principali saranno informati della missione che li attende", spiega il produttore esecutivo Trey Callaway in occasione della WonderCon di Anaheim, dove - insieme al cast - ha presentato la serie in anteprima. "Per alcuni sarà più facile accettarla, per altri meno, ma sarà lasciata al libero arbitrio di ognuno la facoltà di decidere se portarla a termine oppure no." In questo processo giocherà una ruolo molto importante il personaggio di Morgado, che nessuno addita mai esplicitamente come il Diavolo, ma che tutti si limitano a chiamare The Man, L'Uomo. "Più che diabolico, vedo il mio personaggio come un individuo estremamente subdolo. Il suo ruolo è quello di sottoporre l'umanità - rappresentata da queste cinque persone - ad un test. Un test dal quale dipenderà la sopravvivenza della loro specie. E lui farà di tutto per rendere questo test il più difficile possibile, proverà a manipolarli e ad indurli in tentazione..." Qualunque sia la minaccia in arrivo - e la serie sembra non avere alcuna fretta a fornire i dettagli al riguardo - si preannuncia apocalittica.

Subtext: un concetto molto più metafisico alla base della serie

The Messengers:
The Messengers:

Spiega ancora il produttore esecutivo Callaway: "Tutte le religioni tendono a convergere verso un finale apocalittico. Persino la scienza - e perdonatemi per lo spoiler - ci dice che quando il sole esploderà sarà la fine per tutti." 

"Il The Messengers prendiamo in prestito dal Cristianesimo i Libri dell'Apocalisse, ma non per parlare di religione in sè, quanto piuttosto di fede. Parliamo di come, quando i tempi sono duri, l'uomo può trovare la fede in se stesso, affidandosi nelle mani di completi sconosciuti, o a poteri molto più grandi di lui." "Il personaggio di Vera, ad esempio, non potrebbe essere più distante dalla religione" spiega la sua interprete, Shantel VanSanten. "Lei è una scienziata atea. Trovare delle risposte plausibili e poterle concretamente dimostrare è il sogno e la missione di ogni scienziato. Non c'è da stupirsi, quindi, che lei sia la prima a buttarsi a capofitto in questa faccenda." "Nonostante i nostri personaggi vengano da background culturali diversi e pratichino religioni differenti," dice Jon Fletcher, il tele-evangelista, "il messaggio subliminale è che quando si tratta di fronteggiare un'imminente Apocalisse dobbiamo unirci, come razza, per una causa più grande. A prescindere da dove veniamo o quale sia il colore della nostra pelle." "Se avessi il potere di salvare l'umanità lo faresti?" chiede retoricamente Anna Diop. "Rose, il mio personaggio, diventerà una sorta di leader nell'incoraggiare gli altri Messengers a farsi carico di questa responsabilità". Insomma, per farla breve, aggiunge ancora Morgado: "La serie riguarda le scelte. Ci sono scelte che facciamo per noi stessi, come singoli individui, ma poi ci sono delle scelte che dobbiamo fare come parte dell'umanità e del genere umano. Ruota tutto intorno ai concetti di bene/male e giusto/sbagliato e a come le nostre scelte hanno il potere di influenzare non solo coloro che ci stanno intorno, ma l'umanità intera. Credo che il pubblico si rispecchierà molto nei personaggi quando devono compiere queste scelte."

Motivi per cui vederlo, per cui evitarlo e una previsione sul suo futuro: Apocalisse o Salvezza?

The Messengers:
The Messengers:

The Messengers sembra presentarsi come una serie che rifiuta le etichette. Non vuole il titolo di sci-fi, nè quello di programma religioso. Già dal primo episodio ci serve ingredienti interessanti come un insabbiamento da parte del Governo, problemi di violenza domestica, episodi di bullismo e altri elementi che in genere al pubblico piacciono molto. Per non parlare della componente soprannaturale. Già nell'episodio pilota vengono aperti alcuni interrogativi a cui il pubblico sarà ansioso di trovare una risposta. Perché sono state scelte proprio queste persone così apparentemente normali? A cosa servono questi "poteri" che gli sono stati attribuiti? Qual è il loro scopo?
 Queste domande, più tutte quelle che seguiranno, promettono di essere un buon incentivo per il pubblico a tornare a sintonizzarsi, settimana dopo settimana. Al tempo stesso, però, quegli stessi quesiti possono essere un'arma a doppio taglio e prestarsi anche a suscitare più scetticismo che entusiasmo, dal momento che la serie inizialmente rivela davvero poco (o nulla) sulla natura della minaccia incombente o su come questa può essere evitata, limitandosi ad introdurre i protagonisti, ma senza riuscire a suscitare un particolare investimento emotivo nei loro confronti. Anche le angeliche ali di cui vengono dotati i fantastici cinque suscitano inevitabilmente alcune perplessità.
 Per essere un gruppo di "angeli" - o "messaggeri", che dir si vogliano - i protagonisti sembrano agire in maniera tutt'altro che angelica, mentendo, fuggendo, picchiando, sparando, e persino uccidendo. Se questi sono i prescelti per salvare il genere umano, forse non siamo proprio in ottime mani.

The Messengers:
The Messengers:

Tirando le somme possiamo dire che la qualità media delle serie sfornate dalla CW negli ultimi due anni è stata indubbiamente molto alta (quantomeno rispetto ai suoi standard), il che porta a pensare che se una serie come The Messengers sia arrivata ad essere prodotta e programmata, superando tutte le fasi dell'estenuante processo di selezione, qualcosa di buono deve pur averlo, anche se la scelta di programmazione del network lascia non pochi dubbi al riguardo: trasmetterlo sin dal suo esordio nella fatidica serata del venerdì (slot notoriamente conosciuto come "il cimitero delle serie"), denota che la stessa CW di fiducia nelle possibilità di sopravvivenza dello show non deve averne molte. Complessivamente, l'impressione è quella di una serie che si propone con molti spunti, ma che difficilmente riuscirà a rispondere ai molti interrogativi aperti o anche solo ad essere all'altezza degli argomenti proposti. 
Detto questo, però, bocciare The Messengers basandosi solamente su un sommario processo alle intenzioni sarebbe forse un po' affrettato, uno sguardo al secondo e magari anche al terzo episodio è comunque d'obbligo per poter prendere una decisione più definitiva. 


Movieplayer.it

2.5/5