La trama si infittisce. Dopo aver guadagnato una nuova casa su Nevarro, i mandaloriani hanno intenzione di riunire i vari clan dispersi nella galassia per rifondare Mandalore. Alla fine del quinto episodio (qui la nostra recensione), l'Armaiola affidava a Bo-Katan Kryze (Katee Sachokff) il compito di navigare per la Galassia alla ricerca dei fratelli mandaloriani sparpagliati nello spazio come stelle nel firmamento, considerata figlia di due mondi - della Via e degli Apostati - e legittima sovrana del popolo del Beskar. In questo sesto episodio di The Mandalorian 3, comunque, la maggior parte della run time (di 44 minuti) è occupata da ben altro, anche se l'intento è correlato alla progressione dell'intreccio orizzontale, che trova comunque prosieguo soltanto nelle battute finali della puntata, tra le migliori della stagione seppure incapace di sopperire ai soliti problemi che la serie continua a trascinarsi dietro in questo terzo arco narrativo. Analizziamola con ordine.
[ATTENZIONE, SPOILER]
Io, Droide
L'episodio della settimana vede Bo-Katan raggiungere insieme a Din Djarin (Pedro Pascal) e al piccolo Grogu il soleggiato e verdeggiante Plazir-15, pianeta che si definisce "l'unica democrazia diretta rimasta nell'Orlo Esterno". Nel prologo ci viene svelato il motivo. Quando Din sconfisse Moff Gideon (Giancarlo Esposito) ottenendo di diritto la Dark Saber, i mandaloriani a seguito di Bo disertarono sotto la guida di Axe Woves, convinti che Katan non avesse più la stoffa per essere la loro leader. Tornati all'attività mercenaria dura e pura con tanto di flotta stellare presa in prestito dall'Impero, il gruppo di Woves risiede al momento proprio su Plazir-15, pagato dal governatorato per protezione. Una volta sul pianeta, Bo e Din vengono invitati alla presenza del Capitano Bombadier (Jack Black) e della Duchessa (Lizzo), rispettivamente ex-imperiale sotto Progetto Amnistia completamento re-inserito nella società galattica repubblicana e nobile originaria di Plazir-15. Prima di permettere ai mandaloriani di incontrare le loro truppe di difesa, i due hanno una richiesta: indagare su alcuni malfunzionamenti dei droidi imperiali riprogrammati, essendosi presentati una serie di spiacevoli incidenti all'interno di una società democratica e pacifica che senza l'apporto fondamentale dei droidi collasserebbe su stessa.
È così che Bo e Din si prestano a ricoprire il ruolo di veri e propri investigatori in un episodio che fa del genere del detective noir la su prima ispirazione, guardando un po' a una struttura in solitaria in stile Doctor Who ma soprattutto a un caso molto simile a quello di Io, Robot di Isaac Asimov, con alcune idee prese in prestito persino di peso. Una volta risolto il caso, gli ultimi dieci minuti sono rimessi al confronto tra Bo e Axe, con il gruppo del secondo che rifiuta di seguire Kryze su Nevarro perché "persino incapace di ottenere la Dark Saber". È a questo punto che Din decide di affidare la Lama Nera a Bo, che in effetti l'aveva impugnata per sconfiggere il nemico che a sua volta aveva sconfitto e imprigionato Din. Di conseguenza, la Dark Saber è ora di diritto di Bo-Katan, che finalmente può reclamare il suo ruolo come nobile leader dei Mandaloriani.
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Cameo e dubbi
Il sesto episodio è sicuramente uno dei migliori, più interessanti e centrati dell'attuale corso narrativo di The Mandalorian. Sorvolando sull'avanzamento della trama a fine puntata, è proprio la struttura della stessa ad essere accattivante e ben congeniata nella sua semplicità. Dirige l'habitué Bryce Dallas Howard e la sua visione risulta funzionale e totalmente asservita al genere, questa volta, ma anche nello scontro tra Axe e Bo la scelta di coreografia e inquadrature valorizza con criterio il momento, rendendolo breve ma avvincente. Fantastici sono poi i cameo di Jack Black, Lizzo e del mitico Christopher Lloyd, un trittico di star che fa davvero piacere vedere così divertito e appassionato all'interno di Star Wars. A non tornare è la decisione di elasticizzare lo storytelling a due episodi dalla fine, motivato di fatto soltanto dalla necessità di estendere la run time della serie e chiudere il cerchio sempre in otto episodi. Approdare su Plazir-15 e confrontarsi direttamente con la flotta di Woves sarebbe stato troppo immediato, secondo i recenti canoni narrativi della serie, fattore che ha comportato l'invenzione di una sottotrama di genere piacevole ma fondamentalmente inutile.
Resa dunque la grande problematica della coesione, e a questo punto è chiaro che verrà trascinata fino alla fine, pure se i prossimi e ultimi episodi dovrebbero essere interamente o quasi story driven. A tal proposito, qualcosa sembra non tornare del tutto. Il percorso di Bo-Katan è stato da sempre ambiguo, considerando i suoi inizi senza scrupoli e assetati di potere o riconoscimento e la sua trasformazione mai completa in "eroina" da Star Wars Rebels in poi. La presenza di quella scheggia di Beskar mandaloriana nella navicella dove viaggiava l'attualmente disperso Moff Gideon non è ancora stata spiegata, ma potrebbe essere ricollegata proprio a Bo e alla flotta di Axe. Per altro Bo-Katan conservava un conflitto irrisolto proprio sulla Lama Nera con Din dalla precedente stagione, fattore d'azione pincipale di Kryze e mai affrontato concretamente in sei episodi dell'attuale annata. Il dubbio è allora il seguente: e se fosse stato tutto un piano di Bo-Katan per impossessarsi della Dark Saber e assicurarsi la leadership dei mandaloriani? Il Credo non ha mai fatto parte della sua natura e potrebbe aver usato i membri della Via per i suoi scopi, così da legittimare se stessa come guida riconosciuta dei mandaloriani e rivendicare anche il trono di Mandalore stesso. Supposizioni, ovviamente, ma la soddisfazione in volto a Bo negli ultimi istanti dell'episodio sembra quasi parlare da sola.
Conclusioni
In conclusione, The Mandalorian 3x06 è un episodio insieme verticale e orizzontale, dedicato con intelligenza al genere del detective noir di stampo fantascientifico tra Asimov e Doctor Who ma anche portatore sano d'avanzamento dell'intreccio. Tra camei irresistibile e svolte interessanti, questo diretto da Bryce Dallas Howard è uno dei migliori episodi stagionali, in attesa di capire come si concluderà l'attuale corso narrativo nelle ultime e attesissime puntate.
Perché ci piace
- La detective mistery tra noir e fantascienza funziona.
- La regia di Bryce Dallas Howars, ormai affidabile habitué della serie.
- Lo scontro finale con Bo protagonista.
- La chiusura che genera dubbi.
Cosa non va
- Manca ancora una volta di coesione narrativa con il resto della stagione.
- L'impatto di Din e Grogu è nuovamente secondario.