Arrivati al giro di boa, la terza stagione di The Mandalorian continua a mostrarsi narrativamente altalenante e poco coesa. Non si capisce dove voglia in effetti arrivare, in particolare dopo gli ultimi due episodi. Se nel terzo assistevamo infatti a un'intelligente digressione dedicata alla Nuova Repubblica e al Progetto Amnistia, in questo quarto episodio (The Foundling) torniamo a seguire da vicino la storia di Din Djarin (Pedro Pascal) e Grogu, riunitisi insieme a Bo-Katan (Katee Sachoff) ai fratelli del Credo dopo la redenzione nelle Acque Vive di Mandalor. Il fil rouge che unisce concettualmente l'attuale corso narrativo sembra in effetti correlato tanto al bisogno di appartenenza quanto alla fede cieca in qualcosa, ma nella pratica la serie sta vivendo una fase di stanca tra ripetitività di azioni e situazioni e troppe poche intuizioni, siano esse formali o contenutistiche.
"Qualcuno volò sul nido..." di un mostro alieno
Il quarto episodio torna interamente alle origini della serie. A parte riproporre una durata reale di circa 28 minuti, The Foundling pensa soprattutto a inscenare una battaglia pretesto sviluppata in senso verticale e meno in orizzontale. Vediamo Grogu agli inizi di un percorso d'integrazione mandaloriano fatto di scontri e violenza, dovendo imparare la Via di Mand'alor per restare con Din e gli membri dei vari clan sopravvissuti alla Purga. Per la Via del Credo, il piccolo è considerato un trovatello, il che significa che non può ancora appartenere concretamente allo stesso, motivo che spinge Mando a insistere affinché Grogu dimostri di essere degno di divenire mandaloriano.
Parallelamente, Bo-Katan è ancora turbata dalla visione del Mitosauro nelle profondità delle Acque Vive, dubbiosa sul fatto che si sia trattato di una visione o della realtà. Considerato comunque elemento di "nobile auspicio", Bo-Katan sceglie di integrarsi - anche lei redenta - nel Credo di Mand'alor, arrivando addirittura a guidare una spedizione per salvare uno dei bambini rapiti da un mostro alieno. In effetti è solamente intorno a questa missione che ruota l'intero episodio, salvo un breve accenno del passato di Grogu durante l'esecuzione dell'Ordine 66.
Assistiamo a un altro frammento della sua fuga da Coruscant, scoprendo come sia riuscito a salvarsi dagli stormtrooper durante la caduta della Repubblica. Il passaggio è correlato al momento forse più intenso della puntata, quando l'Armaiola forgia per Grogu un sigillo di Beskar, pronunciando: "L'acciaio mandaloriano di proteggerà mentre tu ti rafforzerai. Con questo sigillo crescerai fisicamente e anche di rango, trovatello Grogu". Un primo riconoscimento d'appartenenza che rende di fatto il piccolo una sorta di recluta mandaloriana.
The Mandalorian 3, la recensione del terzo episodio: alla scoperta della Nuova Repubblica
Troppo indietro, poco avanti
Intenzionalmente, tornare indietro alla struttura iniziale della serie può funzionare per rispettare o ritrovare l'anima del prodotto, eppure con The Mandalorian sembra solo appesantire una stagione a suo modo dilatata e divisiva. Se il punto è approfondire il Credo Mandaloriano e riflettere sul bisogno di sentirsi parte di qualcosa o anche solo di credere - appunto - in una via, il modo non appare comunque quello più giusto per addentrarsi in qualcosa di simile. Rimane tutto troppo slegato e privo di coesione narrativa. Guardando indietro alla seconda stagione, in quel caso la valorizzazione verticale delle storie riusciva quasi sempre a nobilitare l'evoluzione orizzontale del racconto. dando una chiara idea del percorso da seguire sin dalle battute iniziali.
Qui appare tutto molto fumoso e idealistico. Anche questo escamotage del mostro alieno gigante non può essere naturalizzato e accettato ogni due per tre, perché è chiaro sia elemento di ripiego narrativo in mancanza di uno storytelling più coerente e appassionante. Persino la regia di Carl Weathers non convince del tutto, anche se in alcuni passaggi della lotta contro il mostro ci sono momenti interessanti. In linea di massima, si tratta di un passo indietro importante rispetto a quella che sembrava essere una svolta nel terzo episodio, e ormai arrivati a metà stagione è adesso necessario mostrare di più e cominciare a tirare le somme dell'intreccio.
Conclusioni
Al giro di boa, la terza stagione di The Mandalorian sembra ritrovarsi a un punto narrativo morto. Tirando le somme della nostra recensione del quarto episodio, nella puntata si ripetono azioni e situazioni ampiamente affrontate in passato e non c'è reale evoluzione orizzontale del racconto ma appena qualche accenno. L'arco narrativo appare così concettualmente intrigante ma mai in grado di concretizzare svolte forti o reali, spendendo risorse, tempo e fatica. C'è bisogno di qualcosa in più.
Perché ci piace
- La sequenza flashback con Grogu.
- Alcuni momenti della strategia mandaloriana contro il mostro.
- I dubbi esistenziali di Bo-Katan.
Cosa non va
- È un episodio dove tutto è già visto e ripetitivo.
- A metà stagione non si capisce ancora dove si voglia arrivare.
- La regia sottotono di Carl Weathers.