Anche nel suo finale di stagione, The Mandalorian 3 conferma vizi e virtù di un'annata del tutto altalenante. La serie creata da Jon Favreau e Dave Filoni ha mostrato in quest'ultimo arco narrativo il fianco a un'incertezza creativa e di storytelling che ne ha minato il risultato sin dal primo step stagionale. La necessità di espandere la runtime del progetto e rispettare il canone episodico del prodotto ha fatto male a The Mandalorian, che senza più volontà di creare storie procedurali appassionanti o rimarcare una certa epica mitologica del mondo starwarsiano con importanti team-up o cameo, ha saputo soltanto dilungarsi e ripetersi per la maggior parte del tempo.
È ora chiaro che la stagione doveva fungere da chiusura seriale concepita interamente attorno alla cultura e alla riconquista del pianeta d'origine dei mandaloriani, di cui Din Djarin (Pedro Pascal) è stato sempre e solo una parte, mentre lo show era destinato a raccontare il tutto. Lo stesso titolo potrebbe riferirsi ad altri membri dei clan sparsi per la galassia, considerando ad esempio l'ascesa di Bo-Katan (Kathee Sackhoff) a leader dei mandaloriani o allo stesso Grogu, il cui percorso lo ha portato a divenire apprendista di Din. Quale che sia la verità, il finale di The Mandalorian 3 sembra definire la chiusura di un primo e lungo viaggio per la coppia di protagonisti, concludendo praticamente ogni storyline ancora aperta e guardando al prossimo futuro cinematografico.
[ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]
Insurrezione
L'azione riprende da dove ci eravamo interrotti la scorsa settimana, sorvolando sulla triste dipartita di Paz Visla, sacrificatosi per il bene del popolo mandaloriano. Bo e il suo gruppo sono in fuga mentre Axe Waves è diretto verso la flotta in orbita attorno a Mandalore, così da chiamare rinforzi e sfruttare l'incrociatore imperiale in loro possesso come bomba da lanciare dallo spazio fin dentro le bocca della base nascosta di Moff Gideon (Giancarlo Esposito). A quanto pare l'Armaiola non faceva alcun doppio gioco e il titolo Le Spie del penultimo episodio continua a non avere senso, visto e considerato che di fatto non c'è stato nessun personaggio ad aver tradito qualcuno, né dalla parte dei buoni né da quella dei cattivi. È appunto uno dei problemi insiti in una gestione poco organizzata della stagione, dove l'escamotage narrativo della "suspence a vuoto" ha aiutato a far discutere fandom e media su un intreccio in realtà poco brillante e tutto sommato molto lineare, forse persino più del dovuto.
Intendiamo questo quando sottolineiamo che pure il finale di stagione conferma tutti i dubbi venuti a galla finora: non aggiunge nulla di sconvolgente alla trama, non presente plot twist di alcun genere (ricordiamo il meraviglioso finale della seconda stagione), non sfrutta a pieno la componente emotiva (qui ripensiamo anche alla conclusione della prima stagione) e non dà nemmeno un calcio qualitativo aggiuntivo alla confezione, evitando virtuosismi di sorta e una ricercatezza visiva che in alcune sequenze d'azione era addirittura richiesta per aumentare spettacolarizzazione delle scene e lettura cinematografica delle stesse. Fa solo il suo senza troppo scalpitare, costruendo in 41 minuti un'insurrezione mandaloriana contro la segreta occupazione imperiale di Mandalore volta a ribaltare il pathos dell'episodio precedente e mostrare i Clan uniti nella lotta per la riconquista del loro pianeta. Funziona bene senza esaltare ed è "esplosivo" nel senso letterale del termine, cioè pensato per essere un episodio veloce, dinamico, dove tutto intorno esplode - appunto - e non si perde più tempo, nonostante poi di tempo ne sarebbe servito decisamente di più arrivati a questo punto.
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Nuove avventure
La puntata è comunque strutturata su due fronti destinati a incontrarsi alla fine: uno con Din e Grogu alla prese con Gideon e le guardie pretoriane, l'altro con Bo e i restanti membri dei clan contro l'esercito di Stormtrooper. Il primo è certamente quello decisivo e contiene anche la sequenza migliore dell'episodio, quella dove R5-D4 apre via via gli scudi verso la stanza di Gideon e Din affronta a coppie di due gli Stormtrooper di guardia. Decisamente meno entusiasmante il faccia a faccia con la nemesi, invece, fin troppo "legato" nella sua coreografia e diretto con mano indecisa da Rick Famuyiwa, che non sa bene se concentrarsi sul dramma dello scontro o sull'azione in sé. Quando poi le guardie pretoriane rivolgono la loro attenzione a Grogu che ne evita i colpi saltellando sul lampadario del soffitto, capiamo che di alcune esasperazioni d'incredulità Star Wars non ne farà mai a meno, sicuramente non in The Mandalorian. Din si confronta con i tre pretoriani e ne esce acciaccato ma vincente, mentre Bo lascia la battaglia contro gli Stormtrooper e ingaggia uno scontro con Gideon.
Alla fine di tutto, comunque, il senso stesso della terza stagione della serie è rintracciabile nelle parole conclusive di Kryze al nemico: "I mandaloriani insieme sono più forti". Quello di Din e Bo è stato un viaggio alla riscoperta delle proprie origini, della loro cultura e della natura del loro Credo, delle molteplici Vie di Mandalore che confluiscono tutte in una sola, quella dell'orgoglio del guerriero e del rispetto dello stesso. Insieme si è più forti solo se insieme si combatte con la stessa forza e la stessa volontà, ed è proprio per questo che conduce alla fine i mandaloriani alla vittoria, con annessa sconfitta e morte di Gideon e distruzione totale della base imperiale. I Clan riaccendono poi la fucina della Grande Forgia e Djarin decide di adottare ufficialmente Grogu come suo figlio per renderlo in vita definitiva un mandaloriano con il nome di Din Grogu, accettando di partire insieme a lui alla volta di un percorso di formazione tra nuove avventure e missioni in tutta la Galassia.
Non prima di riposare il suo stanco fisico su Nevarro, nella sua nuova casa ai confini della città, ritemprando il suo animo da guerriero come una sorta di vecchio sceriffo del Far West. Un finale che spiazza in senso opposto a quanto ci aspettavamo, molto positivo e che non lascia aperto alcunché all'orizzonte, se non uno spiraglio di continuity con la prossima Ahsoka e l'annunciato lungometraggio di Filoni. Ma senza più Gideon da rintracciare, con Mandalore ormai riabitabile, con Grogu adottato, senza più misteri né segreti e con una chiusura da arcobaleno, fiori e fuochi d'artificio, non sappiamo davvero cosa aspettarci dal futuro di questa coppia che non riusciamo più a capire cosa possa regalare ancora all'Universo di Star Wars. Certamente avventure diverse e nuovamente procedurali, ma è davvero quello che serve o che vogliamo? Quel che è certo è che un cambio di rotta è assolutamente necessario.
Conclusioni
Si chiude così anche la terza stagione di The Mandalorian, che segna la fine di un arco narrativo altalenante. Tirando le somme della nostra recensione, possiamo dire che il season finale annuale funziona bene nel ritmo e nell'azione (pur senza troppi virtuosismi) ma conferma comunque le problematiche emerse in precedenza, soprattutto sul fronte narrativo e dello storytelling in generale. L'episodio dà una quadra alle storyline rimaste aperte e volge infine lo sguardo al prossimo futuro di Din e Grogu, superando di fatto le dinamiche della serie stessa e pronta a ragionare su nuove e differenti avventure. Non prima di un meritato riposo.
Perché ci piace
- Ritmo elevato, azione convincente.
- Sembra che proprio alla fine Din e Grogu siano tornati finalmente protagonisti.
- L'episodio chiude ogni storyline del corso narrativo annuale.
- "I mandaloriani sono più forti insieme".
Cosa non va
- Nonostante il buon ritmo, la puntata preme sull'acceleratore in più di un'occasione.
- La regia di Famuyiwa poteva fare molto di più per il gran finale.