Il nuovo appuntamento con Lost intriga e confonde sin dall'inizio: assistiamo ad un parto in un ambientazione che, erroneamente, potrebbe essere ricondotta all'isola. Dopo alcune immagini, però, scopriamo che, i personaggi a noi fin qui sconosciuti, sono i genitori di Ben; la narrazione, perciò, non si riferisce al tempo presente ma, come spesso accade, l'episodio esordisce con un importantissimo flashback. Quest'ultimo sarà la caratteristica peculiare dell'intera vicenda, a tal punto da renderla molto vicina ad un film giallo, dato il morboso interesse e l'illusione di poter ottenere dei chiarimenti a proposito delle tante questioni lasciate in sospeso. Chiaramente ciò non accadrà, avremo poche delucidazioni (e di lieve interesse) e molti elementi nuovi.
Affrontiamo il racconto per tematiche: innanzitutto Ben. Questo episodio, infatti, si concentra sul suo passato, mostrandoci la sua infanzia. Nonostante la scena iniziale che, come detto poche righe sopra, può confondere ricordando un ambiente tipico dell'isola, il parto avviene a trentadue miglia da Portland, in un paese chiamato Gale's Creek. Attraverso alcune informazioni che vengono date nella puntata, possiamo dedurre che l'avvenimento si collochi nel 1963. Ben nasce dopo solo sette mesi di gestazione, ciò dimostra il suo essere, sin dal principio, uno che precorre i tempi, un soggetto sempre avanti rispetto agli altri. La sua nascita, però, causa la morte della madre e questo lo segna profondamente; si potrebbe ipotizzare con ciò la causa della sua ossessione riguardo la fertilità e la morte delle donne incinte.
Dopo quest'inizio doloroso, per quel che concerne i primi anni di vita di Ben, vediamo il suo arrivo sull'isola, ipotizziamo che sia giunto fin lì grazie al sottomarino. Diversamente dalla situazione attuale, però, il luogo non sembra deserto o pericoloso; assieme a lui e al padre, infatti, ci sono molti altri nuovi arrivati che vengono accolti dai membri della Dharma, i quali li salutano porgendo loro delle ghirlande di fiori. Appare il signor Horace Goodspeed, colui che aveva soccorso Roger ed Emily Linus durante il parto, sembra che sia stato proprio lui a condurre Ben e il padre sull'isola, promettendo delle nuove possibilità di lavoro e di vita. L'uomo indossa una tuta della che indica la sua posizione di matematico nella stazione Arrows. Ciò che avviene dopo è una sorta di collocamento dei nuovi arrivati: Roger non sembra trovarsi totalmente a suo agio, questo potrebbe indurci a credere che finire in quel luogo sconosciuto, non fosse un suo reale desiderio ma probabilmente una necessità, ne abbiamo una conferma notando la sua delusione nel vedersi assegnato all'incarico di operaio. Nella stanza in cui vengono assegnate le mansioni, una televisione mostra un discorso di Marvin Candle che, oltre a dare il benvenuto, informa della presenza della recinzione con ultrasuoni per proteggersi dalle bestie selvatiche, affermando che ogni mattina verrà dato ad ogni componente un nuovo codice, il quale permetterà di oltrepassare la barriera. Egli dice che la missione è studiare le caratteristiche dell'isola, per il progresso dell'umanità e la pace nel mondo.
Molto interessante è anche la sequenza che si svolge nella scuola: l'insegnante è Olivia, la donna che si trovava con Horace durante il soccorso ai genitori di Ben. L'aula si presenta come un qualunque spazio scolastico, con la differenza che alle pareti sono appesi disegni e illustrazioni riguardanti la Dharma e, gli scolari, indossano le divise con lo stesso simbolo. Annie, una delle bambine, durante la spiegazione da parte della maestra sulla reazione vulcanica, menziona la passata presenza di un vulcano sull'isola. Al di là della vicenda che segue, cioè l'emergenza che si scatena a causa dei cosiddetti "ostili", ciò che personalmente trovo notevole in questa sequenza è il modo in cui ci viene mostrata questa classe. Sembra una sorta di richiamo all'educazione totalitarista dei regimi del Ventesimo secolo: la presenza delle divise, gli emblemi disegnati dai bambini, fanno immaginare un certo tipo di formazione ideologica trasmessa ai piccoli, a coloro cioè che dovranno portare avanti il sistema una volta divenuti adulti.
L'infanzia di Ben è sicuramente un periodo poco felice della sua vita, egli è silenzioso, tormentato da un padre insoddisfatto e pieno di rancore (egli infatti lo accusa di aver ucciso la madre con la propria nascita). Ciò che però fa la differenza è la presenza di Annie, l'amica che, per il suo compleanno, gli regala la bambolina come simbolo del loro legame, questo oggetto è una delle poche cose pure ed autentiche che l'uomo conserva da adulto.
In seguito alla situazione tutt'altro che serena che ha intorno a sé, Ben decide di scappare e, una volta inserito il codice per oltrepassare la recinzione, incontra Richard. Questo è sicuramente uno dei colpi di scena più sensazionali dell'episodio: ciò che subito colpisce è il fatto che egli, presentato nel flashback che narra vicende svolte circa trentenni prima, sia perfettamente uguale a come si presenta al tempo presente, il suo aspetto fisico è immutato. Egli indossa dei vestiti che possono sembrare datati, anche se non è facile ricondurli ad un preciso periodo storico. Non solo Richard fa parte degli ostili, ma, secondo alcuni, il gruppo di nativi al quale appartiene potrebbe essere approdato sull'isola attraverso la Pietra Nera, ciò significherebbe che si trovano in quel luogo da moltissimo tempo. In ogni caso egli non subisce l'invecchiamento, questo potrebbe essere l'ennesimo potere del posto, che agisce però questa volta solo su un ristretto numero di persone. Ciò che scatena l'interesse dell'uomo nei confronti di Ben, è il fatto che egli affermi di aver visto la madre morta, sembra che attraverso queste parole il bambino diventi per lui speciale (le sue abilità ricordano quelle di Walt in qualche modo).
Infine ultima, fondamentale parte del passato del protagonista della vicenda: sono passati alcuni anni rispetto ai salti temporali precedenti, ora il bambino è diventato un uomo ed è nuovamente il giorno del suo compleanno. In un momento di apparente tregua con il padre, i due salgono su un furgoncino e si spostano sull'altopiano per bere birra insieme. E' proprio qui, a bordo del mezzo, che Ben commetterà il patricidio, utilizzando una granata a gas (questo spiega che, lo scheletro trovato da Hurley nel furgoncino, alcuni episodi precedenti, fosse proprio Roger). Osserviamo allora il suo ritorno al campo, nel quale, dopo aver notato la totale eliminazione dei membri della Dharma, egli si unisce agli ostili, per fondare una nuova comunità; con questa sostituzione, in un certo senso, la natura selvaggia dei nativi viene distrutta, per dar spazio ad una vita civilizzata. Bisogna sottolineare un paio di questioni: Ben nascendo uccide la madre e, a distanza di qualche anno, nella stessa data, compie l'assassinio del padre e la cosiddetta purificazione, cioè la strage dei suoi compagni. Non c'è la parvenza di pentimento o di commozione nel suo gesto, egli mostra un barlume di umanità solo nell'istante in cui chiude gli occhi al cadavere di Horace. Nella puntata precedente a questa, abbiamo notato la sua insistente e pesante richiesta nei confronti di Locke di uccidere il proprio padre. Dal punto di vista psicologico, sembrerebbe che il suo intento fosse quello di espiare la sua colpa inducendo un altro uomo a commettere la stessa azione. Il giorno della purificazione, in ogni caso, segna una rinascita, è forse per questa ragione che Ben afferma di essere nato sull'isola, sembrerebbe che lui ritenga rilevante la sua vita solo da quel momento in avanti.
Venendo ora alla vicenda presente, si può affermare che la storia che si svolge al campo è stata accantonata rispetto al rapporto tra Locke e Ben. La prima cosa da notare è che quest'ultimo sta perdendo il controllo, lo notiamo osservando il comportamento dei suoi seguaci, i quali sembrano sempre più distratti e meno inclini ad obbedire agli ordini; non solo, lo stesso leader appare agitato (la mano che trema mentre parla nella tenda con John). Vediamo Mikhail, il quale spiega di essere ancora vivo grazie al fatto che il sistema difensivo non era impostato sul livello letale. Nonostante la sua presenza, e il suo insistere nel risolvere il problema dei superstiti del volo 815, Ben comunica di essere in procinto di andare da Jacob assieme a Locke; nessuno fa obiezioni, forse proprio perché, come avevamo ipotizzato nella scorsa analisi, essi considerano quest'ultimo un personaggio speciale.
I due uomini raggiungono una baracca situata nella giungla, lì dovrebbe trovarsi Jacob; John, durante il percorso, nota la presenza di una polvere grigia a terra, potrebbe essere cenere vulcanica (presenza di un vulcano sull'isola accennata da Annie). Ben raccomanda al compare di non utilizzare la torcia in presenza dello sconosciuto, infatti egli prepara una lampada ad olio prima di entrare. Nella casa si nota un quadro raffigurante un cane e alcuni vasetti contenenti qualcosa di indefinibile all'interno. Ciò che, però, appare ovviamente assurdo è il fatto che non ci sia nessuno e che Ben stia colloquiando con, apparentemente, il nulla. Pensiamo subito che sia schizofrenico, anche Locke lo accusa di essere pazzo, ma nel momento di maggiore incredulità, ecco che avviene l'impensabile: si sente una richiesta di aiuto in seguito alla quale scoppia una sorta di terremoto all'interno della casa e, per un istante, riusciamo a percepire l'immagine di un uomo seduto sulla sedia. Sembra allora che Jacob esista e che sia stato proprio lui ad invocare il soccorso. Può essere perciò che quest'entità, se così si può definire, sappia che Ben vuole mantenere il controllo ed essere l'unico a riuscire a vederlo e questo fattore sembra non andargli a genio, infatti egli abbandona il suo interlocutore di sempre per rivolgersi invece a Locke. Le domande da porsi su Jacob sono infinite e le teorie che sono state ipotizzate in questi giorni sono molto interessanti: si dice che sia invisibile perché in realtà non è né morto né vivo ma rimanga intrappolato in un limbo dal quale non riesce ad uscire, egli potrebbe essere colui che scatena il mostro di fumo, oppure "essere la isola stessa". Ancora più suggestiva, però, è la somiglianza con John, osservando infatti i fotogrammi si possono cogliere diverse analogie nei lineamenti dei due soggetti. Se effettivamente questa teoria fosse vera, le questioni che emergerebbero sono ancora più sconvolgenti: è quindi egli un'altra versione di Locke, creatasi in seguito all'implosione della botola o a chissà cos'altro?
Altra cosa da segnalare è la lampada ad olio che, durante il marasma all'interno della baracca, cade a terra infuocando il pavimento ma, successivamente, la vediamo intatta tra le mani di Ben. Cosa significa ciò? E' un errore voluto? O dobbiamo intuire, come di consuetudine, l'ennesimo disordine spazio temporale?
Giungiamo quindi al finale: il leader mostra a Locke una fossa, nella quale sono contenuti gli scheletri dei vecchi componenti della Dharma (notiamo però con stranezza che uno di essi ha il cranio perforato da un proiettile) e gli racconta del bisogno di purificazione, dopodiché gli spara, facendolo precipitare nella cavità. La motivazione di questo gesto assolutamente inaspettato è la gelosia nei confronti di Jacob, la bramosità del sapere cosa egli abbia detto a John, è la dimostrazione della perdita di autorità di Ben. Tutto ciò lo stressa a tal punto da commettere un gesto simile (ora capiamo perché Alex aveva consegnato a Locke una pistola prima di partire).
Così si conclude The man behind the curtain, una delle puntate più intriganti di questa serie. A questo punto ci attendono gli ultimi due appuntamenti con Lost, i quali sembrano preannunciare grandi avvenimenti (scopriremo infatti se Charlie sopravvivrà al suo destino oppure no). Per quel che rigare la sorte di Locke noi tutti crediamo nel fatto che l'isola lo salverà, o lo stesso Jacob, anche se oramai la differenza tra i due elementi sembra piuttosto labile.