"Mi piacciono quelle sceneggiature che hanno ironia e novità, e in questo film non c'era nulla che non mi piacesse", tenendo altissimo il ritmo dell'incontro stampa - tra la Brexit e la Guerra in Ucraina - Stephen Frears racconta il suo ottimo The Lost King, in cui veniamo a capo dell'assurda storia vera dietro il ritrovamento dei resti di Riccardo III, avvenuto a Leicester nel 2012. Una scoperta incredibile, un ritrovamento importante ma anche una storia che non troppo famosa (almeno fuori dal Regno Unito), e che ruota attorno a Philippa Langley, interpretata da Sally Hawkins, che per prima ha lanciato l'ipotesi: lo scheletro del Re doveva per forza essere sotterrato sotto quello che era divenuto un comune parcheggio. "In Inghilterra la storia è molto famosa!", commenta il regista, "una storia di un Re ritrovato in un parcheggio... una vicenda incredibile e ridicola!".
Come vediamo in The Lost King, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022, il riconoscimento a Philippa Langley è arrivato tardivamente, dato che inizialmente non le fu stato attribuito il giusto ruolo. "Questa donna è stata nascosta dalle istituzioni e dall'Università di Leicester, che si è attribuita il merito. È lei che ha trovato le ossa, è lei che ha seguito per prima la traccia", racconta Frears, spiegando che il suo film è stato visto dalla diretta interessata: "Sì, Philippa ha visto il film, e ha dato un suo giudizio, confermandoci la nostra versione". Peculiarità narrativa, il fatto che la pellicola abbia un inaspettato approccio thriller, con uno schema capace di di catturare l'attenzione di chi la storia non la conosce. "A me il film è piaciuto molto, molti hanno criticato l'Università, ovvio, ma al pubblico è piaciuto anche questo tipo di linguaggio più serrato". In The Lost King viene poi mostrato il coraggio e l'ironia attorno alla vicenda, inserendo nella messa in scena la stessa figura di Riccardo III, che nel film ha il volto di Harry Lloyd. "Mostrare un Re in carne ed ossa non è stata una mia idea, bensì dello sceneggiatore. Cosa direbbe Riccardo III? Che non ha ucciso i Principini nella Torre di Londra. Questo è un altro frammento di Storia che dovrebbe cambiare. Ma la Storia la scrivono gli storici, non i cineasti. Solo recentemente la Regina accettò di cambiare idea nei suoi confronti, dando al suo feretro lo Stemma Reale".
Sally Hawkins e Riccardo III
In conferenza il regista ha poi confidato quanto ammiri Sally Hawkins: "La mia esperienza con Sally Hawkins è stata fantastica. Gioca su due aspetti, ed è in grado di rendere credibile qualsiasi cosa... anche l'amore con un pesce. Ha un talento unico e straordinario". Più in generale, The Lost King sottolinea quanto l'arte e l'archeologia possono salvare la vita delle persone. In questo senso gioca un ruolo fondamentale la figura della stessa Philippa, al centro del racconto: "Questo è il viaggio di una donna modesta che ha avuto un percorso assurdo. Ho vissuto sotto la Corona, e so che tra verità e fantasia c'è una grossa differenza". La tenacia femminile, una caratteristica che accomuna i film di Stephen Frears, da Philomena a The Queen: "Conosco solo donne forti, magari invisibili, che poi scopriamo essere qualche altra cosa. C'è una Jane Austen in tutte le donne. E poi le donne intorno a me mi hanno logorato...".
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Tra la verità e il coraggio
Come vediamo in The Lost King, la scintilla di Philippa Langley viene accesa da una rappresentazione teatrale del famigerato dramma di Shakespeare. Profondamente colpita dal personaggio, la donna è andata oltre il retaggio storico che lo vorrebbe usurpatore e infanticida. "Shakespeare ha scritto Riccardo III, e poi scrivi che c'era del falso. Ho voluto correggere il tiro di Shakespeare...". La verità oggi è un elemento quanto mai imprescindibile, e spesso si scontra con le fake news e la rilettura politica. La stoccata del regista, dunque, arriva cavalcando la strettissima attualità. "La Brexit, la Guerra in Ucraina... sono cose idiote, ed è sotto gli occhi di tutti". Anche per questo, The Lost King è un film che può aiutare a fare trovare la propria strada, in nome di una sacrosanta libertà. E Stephen Frears, a chi gli chiede dove trova il coraggio per dire sempre quello che pensa, risponde così: "Da dove arriva il coraggio? Sono vecchio, e la vecchiaia riesci a dare il giusto coraggio...".