Tra i film in Concorso a Venezia 78 troviamo anche The Lost Daughter, esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal tratto da un romanzo di Elena Ferrante, La figlia Oscura. La storia è quella di una donna, Leda (Olivia Colman), che durante una vacanza in Grecia si trova ad osservare i suoi vicini di ombrellone, una numerosa famiglia americana. Tra loro a catturare la sua attenzione è principalmente Nina (Dakota Johnson), una giovane madre che non sembra particolarmente soddisfatta della sua vita: i giorni passano e mentre fa conoscenza della famiglia con cui condivide la spiaggia, una serie di ricordi del suo passato - legati al problematico rapporto con le sue due figlie - verranno dolorosamente a galla.
Il romanzo della nostra Elena Ferrante ha ispirato il primo film della Gyllenhaal, che durante la conferenza di presentazione a Venezia ci ha spiegato di averlo scelto perché "trovo che sia una storia con cui è veramente facile identificarsi, racconta delle verità segrete dell'esperienza femminile nel mondo, volevo farne un film da vedere con le proprie madri." Maggie Gyllenhaal ci ha spiegato anche come sia stata la sua esperienza da regista: "Ho capito che questa è sempre stata la mia strada, forse me ne ero già accorta quando recitavo la parte della regista di film porno in The Deuce."
Una madre che fa scelte sbagliate
The Lost Daughter mette in scena diverse sfumature dell'essere donna, la regista ha infatti commentato: "Spesso noi donne veniamo rappresentate come una versione di fantasia di noi stesse, dentro di noi c'è invece tantissima diversità. In questo film vi facciamo conoscere una donna che ha abbandonato i propri figli, una cosa terribile, ma proviamo comunque a farvi provare empatia e compassione nei suoi confronti." Olivia Colman, che interpreta la protagonista, ha continuato parlando del suo personaggio: "È stato bellissimo interpretare qualcuno di così problematico, qualcuno che ogni tanto fa cose terribili. Questo personaggio mi ha permesso di fare cose che non farei assolutamente, e per questo che è così intrigante." Dakota Johnson, invece, ha ammesso: "Mi sono sentita veramente a disagio interpretando Nina, è stato estremamente difficile trovarmi nella sua testa, nella sua mente contorta."
The Lost Daughter, la recensione: il gioco delle madri-bambine smarrite
Tra i protagonisti del film c'è anche Peter Sarsgaard, marito di Maggie Gyllenhaal: "È stato un piacere vedere mia moglie poter finalmente esprimere tutto il suo talento. È tutto quello che posso dire prima di commuovermi. Per così tanto tempo il pubblico l'ha vista solo come una brava attrice, ma lei è molto di più, ha un occhio davvero incredibile, è capace di raccontare verità non convenzionali come nessun altro."
Il contributo di Elena Ferrante
Adattare l'opera di Elena Ferrante non è stato semplice: "Ho cercato l'essenza della storia scritta dalla Ferrante, pagina dopo pagina, scena dopo scena, inizialmente ho seguito molto la struttura del libro, poi me ne sono preoccupata meno. Io ed Elena Ferrante ci siamo scambiate alcune mail... ma non chiedetemi chi è, perché non ne ho idea!" La regista ha poi aggiunto: "Elena Ferrante è stata subito molto contenta che adattassimo il suo libro, ma ha voluto la conferma che lo facessi io. Quando ha poi letto la sceneggiatura ci ha supportato moltissimo, anche se ci ha fatto togliere alcune cose, sopratutto una scena di sesso con Olivia."