Ad appena due settimane del nuovo anno, arriva sul piccolo schermo una delle serie più attese del 2023. Prodotta da HBO e creata dal Craig Mazin - già autore della splendida Chernobyl - insieme a Neil Druckmann, game designer e sceneggiatore del videogioco, The Last of Us ha debuttato in esclusiva su Sky e NOW lo scorso 16 gennaio con una magnifica premiere (qui la nostra recensione). Non solo il primo e grande show di un'annata che promette qualità e diversificazione, perché il progetto è a tutti gli effetti il più grande evento televisivo del 2023, atteso al varco in maniera febbricitante. Colpa - si fa per dire - dell'incredibile successo di critica e pubblico riservato al videogioco originale firmato Naughty Dog, uscito nel 2013 e considerato al contempo il capolavoro al tramonto della generazione Playstation 3 e una delle storie videoludiche più impattanti di sempre a livello narrativo e tematico.
Eccezionalmente per tutti il primo episodio di The Last of Us, serie tratta dal omonimo gioco, ora sul canale YouTube di Sky
Sopravvivere
Oltre a ricevere svariate riedizioni, porting e remake next gen, in un decennio d'esaltazione assoluta il titolo creato dal talentuoso Neil Druckmann si è trasformato in un vero e proprio franchising, sia pubblicando The Last of Us Part II nel 2020, sia opzionando il progetto per un adattamento seriale. Scelta adatta e correlata ai nostri tempi, quest'ultima: basti pensare che per anni si è solo parlato di una trasposizione filmica come accaduto per Uncharted, altra importante IP targata Sony e Naughty Dog. A margine di incolmabili veti creativi e insanabili paure del suo stesso creatore, per la trasposizione si è infine scelta la via della serialità, in effetti più giusta per un prodotto meritevole di essere vissuto in tutta la sua bellezza concettuale ed emozionante complessità.
Perché The Last of Us è un viaggio che racconta un'America dilaniata dalla pandemia e la necessità umana di formare legami per sopravvivere. Nel caso dei protagonisti Joel ed Ellie, interpretati dal magnetico Pedro Pascal e dalla risoluta Bella Ramsey, si tratta di un penetrante rapporto padre-figlia, articolato e in divenire, non privo di difficoltà o sentimenti contrastanti. Ma in qualche modo la storia guarda anche dentro ai personaggi stessi, lasciandoli riscoprire e ritrovare, crescere e confrontarsi, riuscendo ad essere tanto unica quanto universale nel suo genere.
The Last of Us, la recensione: Un viaggio sofferto che non vedevamo l'ora di compiere
La serie giusta al momento giusto
Quella scritta da Druckman anche per il piccolo schermo è una delle più significative, intime e avvincenti riflessioni sul valore più ancestrale delle relazioni, al di là di sangue e famiglia, intenso e viscerale. Un testo e un immaginario che oggi più di ieri sembrano descrivere da vicino la società contemporanea: al collasso, con un virus pandemico ancora in circolazione, in preda al riscaldamento globale e con l'uomo che resta la prima e grande minaccia del mondo e per se stesso. In un delicato momento di transizione geopolitica e ambientale, per altro nel decimo anniversario dalla realese originale del titolo, la serie segna allora un importante traguardo per il franchise. Al pari di un rispetto compulsivo per atmosfere e situazioni vissute nel primo capitolo del videogioco, The Last of Us si dimostra la serie giusta al momento giusto, pronta a valorizzare e ri-elaborare in un medium senza gameplay una storia insieme di formazione e sopravvivenza.
E lo fa mettendo insieme talenti straordinari e investimenti significativi, cercando di essere una delle più brillanti luci mainstream in un panorama che spesso brancola nel buio, incapace di una sintesi esauriente tra alta qualità e alto intrattenimento. Paradossale: il videogame è stato il tramonto di una generazione, la serie sarà forse l'inizio di una nuova. Quel che è certo è che The Last of Us è un prodotto imperdibile e destinato a sorprendere. Di nuovo.
The Last of Us ottiene un impressionante 100% su Rotten Tomatoes